Coppa Italia, sarà Juventus-Milan la finale del 9 maggio

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Coppa Italia, la finale sarà Juventus-

ROMA – Il 9 maggio sarà Juventus-Milan la finale di Coppa Italia 2017-2018. Dopo la vittoria nel pomeriggio dei bianconeri sull’Atalanta grazie ad un rigore (generoso) di Pjanic, è stato il Milan a trovare, dopo i calci di rigore sotto la neve, il biglietto per l’atto finale che si giocherà allo stadio Olimpico di Roma.

La finale Juve-Milan sarà un replay di quella del 2016 quando a decidere la sfida fu Alvaro Morata ai tempi supplementari.

Juventus-Atalanta (1-0), decide un rigore di Pjanic

Alla Juve, come detto, è bastato un rigore di Pjanic per conquistare la finale per la quarta volta consecutiva: finisce 1-0 la sfida di ritorno contro l’Atalanta, identico risultato rispetto all’andata, a Bergamo. La Juventus ha vinto senza brillare, chiudendo bene in difesa grazie all’ottima prova di Benatia e di Chiellini, che salterà la finale per squalifica: senza Bernardeschi, Cuadrado, De Sciglio e Higuain, ancora in tribuna dopo l’infortunio del derby, Allegri, alla sesta finale, tra Coppa Italia e Champions, conquistata in quattro anni in bianconero, ha schierato Mandzukic al centro dell’attacco con un ottimo Douglas Costa e uno spento Alex Sandro ai fianchi, regalando una decina di minuti in campo a Dybala. Non è riuscito alla squadra di Gasperini il colpo a effetto pur dopo una partita giocata con vigore e grinta, sfiorando anche la rete del vantaggio con un palo colpito dal ‘Papu’ Gomez a porta vuota dopo un errore di Benatia e un’uscita a vuoto di Buffon.

La neve, che domenica aveva fatto saltare la sfida di campionato, ha fatto la sua comparsa a tratti, non mettendo però a rischio lo svolgimento della partita ma incidendo sui ritmi di gioco: fin dalle prime battute i bianconeri hanno sofferto la diga di centrocampo di Gasperini, con Pjanic particolarmente rallentato e in ritardo e la coppia Freuler-De Roon a interrompere le trame di gioco dei bianconeri. Dopo 10′ di supremazia dell’Atalanta, con un bell’inserimento di Gomez parato da Buffon e il giallo per Chiellini dopo un fallo su Caldara, suo prossimo compagno di squadra, la Juve ha cambiato marcia, prendendo possesso del centrocampo ma non riuscendo a impensierire Berisha. Il primo vero pericolo per il portiere albanese è arrivato al 35′, quando Mandzukic ha concluso una bella azione personale facendosi parare il tiro dal portiere atalantino. Dopo l’ammonizione per simulazione a Pjanic nell’ultimo minuto di gioco, nella ripresa i bianconeri hanno alzato ulteriormente il ritmo, arrivando al tiro con Marchisio e Mandzukic.

Il più grande brivido per Allegri è arrivato al 20′, quando un lancio di De Roon bucato da Benatia ha lanciato Gomez che ha colpito il palo, pareggiato due minuti dopo da Douglas Costa con un gran sinistro respinto dalla traversa. Passato lo spavento la Juventus ha continuato a tenere alto il ritmo, trovando al 30′ il rigore che ha chiuso la partita: cross di Lichtsteiner, trattenuta di Mancini su Matuidi e penalty, molto discutibile, fischiato da Fabbri. La trasformazione di Pjanic, centrale ma efficace, ha chiuso la questione qualificazione.

Lazio-Milan (4-5 dcr), decide Romagnoli dopo l’errore di Luiz Felipe

Alessio Romagnoli non esulta, Rino Gattuso sì, sotto il nevischio dell’Olimpico dopo il rigore che il difensore rossonero ha realizzato, regalando al Milan l’accesso alla finale di Coppa Italia, contro la Juve, a maggio. Il destino ha voluto che fosse il giovane centrale, di cuore biancoceleste, ma oggi bastione di una squadra in grande crescita, a decidere la sfida con la Lazio dopo un estenuante braccio di ferro, deciso solo dopo 14 rigori seguiti a 210′ minuti senza reti. Una beffa per la squadra di Simone Inzaghi, che era a caccia della quarta finale dal 2013 e che ai punti avrebbe altrettanto la finale, ma nella sequenza di penalty Donnarumma ha fatto la sua parte – bravo comunque anche Strakosha – e la Lazio ha pagato alla fine l’errore di Luiz Felipe. Applausi comunque per i biancocelesti, attesi ora dalla Juve, mentre il Milan sarà altrettanto stanco ma col morale a mille per il derby di domenica.

Inzaghi per arrivare in finale aveva richiamato in prima linea i giocatori lasciati riposare domenica, schierando una difesa a tre con Caceres, De Vrij e Radu, un folto centrocampo con un Marusic non al meglio affiancato da Parolo, Milinkovic, Leiva e Lulic, e davanti a loro Luis Alberto alle spalle di Immobile. Facile la scelta di Gattuso, che ha confermato la squadra che aveva battuto la Roma tre giorni, con Calabria sull’asse destro, Bonucci e Romagnoli al centro e Rodriguez a sinistra. In mezzo spazio a Kessie, Biglia e Bonaventura, e nel tridente Calabria sostenuto da Suso e Chalanoglu.

La Lazio ha imposto subito un bel ritmo alla sua azione e Donnarumma ha dovuto riscaldarsi in fretta prima per deviare in angolo un colpo di testa di Immobile e quindi a respingere una conclusione da fuori di Milinkovic. Un Milan attendista, forse troppo, e spesso schiacciato nella sua trequarti, ha rischiato grosso per due brutti errori in disimpegno di Chalanoglu e Rodriguez, per loro fortuna non sprecati a dovere da Marusic e dal solito Milinkovic. Quasi al 20′ si fa vedere Suso, con un bel tiro parato da Strakosha, ma i biancocelesti hanno tremato al 27′ quando, su punizione di Chalanoglu, Strakosha e Caceres hanno confezionato un assist sprecato da Cutrone. L’occasione ha risvegliato i rossoneri, che hanno alzato il loro baricentro abbandonando i lanci lunghi per un’azione più manovrata, ma è stata ancora la Lazio a farsi pericolosa con Immobile, liberato in area da un bel tacco di Luis Alberto, sempre pericoloso tra le linee rossonere.

Un primo tempo vinto nettamente ai punti dalla Lazio, che è ripartita veloce dopo l’intervallo, Immobile e Paolo hanno impegnato subito Donnarumma, ma poco dopo è stato Strakosha a salvare i suoi su tiro di Calabria, imbeccato da Suso in area e i  due occasioni Chalanoglu ha mancato la conclusione vincente. A metà ripresa, Inzaghi ha inserito Felipe Anderson al posto di  Luis Alberto e Luiz Felipe per Caceres, mentre Kalinic ha preso il posto di Cutrone nel Milan. Il brasiliano ha creato un po’ di movimento ma le squadre ormai stanche non sono riuscite a trovare il guizzo vincente per evitare i supplementari.

Lukaku per Marusic e Montolivo per Kessiè le mosse dei due tecnici per gli ultimi 30′, che però non hanno cambiato il destino della partita – complice uno sciagurato errore di Kalinic a tu per tu con Strakosha al 117′ – sfociata nei rigori. Strakosha ha parato su Rodriguez e Montolivo dopo il centro iniziale di Immobile, Donnarumma ha risposto su Milinkovic e Leiva, poi l’errore decisivo di Luiz Felipe e la fredda  conclusione di Romagnoli. Il Milan non si ferma.

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