ROMA – Il calciatore della Juventus Paulo Dybala, a 39 giorni dal primo tampone, è ancora positivo al coronavirus.
Questo almeno è quanto riporta Josep Pedrerol, presentatore di El Chiringuito de Jugones.
E così l’argentino, che è asintomatico e sta bene, continuerà la sua quarantena a Torino.
Era stato lo stesso Dybala, era il 21 marzo, a dare notizia della sua positività.
Positività sua e della fidanzata, Oriana Sabatini.
“Ciao a tutti, volevo informarvi che abbiamo appena ricevuto i risultati del test Covid-19 e sia io che Oriana siamo risultati positivi. Fortunatamente siamo in perfette condizioni. Grazie per i vostri messaggi. Un saluto a tutti”.
Dybala, ricordiamo, è in isolamento dallo scorso 11 marzo.
“Il 21 marzo io e il mio ragazzo – spiegò la fidanzata a inizio aprile – abbiamo fatto un test per il coronavirus e siamo risultati positivi.
Tre giorni fa mi hanno rifatto il test ed è risultato negativo.
Ieri mattina ne ho fatto un altro che invece è risultato positivo, quindi ho ancora il coronavirus.
Non so bene come funziona, non so neanche perché prima il test sia risultato negativo e poi positivo.
Ho sentito che se contrai il virus e poi ti fanno un test può risultare un falso negativo: proprio per questo motivo ne fanno un altro, per assicurarsi che sia al 100% e negativo.
Continuate a rimanere in casa e chi ha qualche dubbio sappia che 15 giorni non bastano.
Prendetevi cura di voi e degli altri”.
Quello di Dybala, ormai lo sappiamo bene, non è l’unico caso del genere. Anzi.
La domanda, Dybala o meno, resta: ma siamo sempre sicuri dei 14 giorni? Bastano 14 giorni di quarantena per chi è positivo o potenzialmente tale?
La domanda resta anche perché, è bene ricordarlo, non tutti hanno avuto o hanno o avranno la fortuna di fare un tampone. (Fonte: Il Corriere della Sera).