I 15 punti di penalizzazione inflitti alla Juventus per la questione plusvalenze è considerato solo l’inizio. Sono infatti cinque gli appuntamenti che vedranno i bianconeri ancora protagonisti nei tribunali sportivi.
Ci sarà il ricorso al Collegio di Garanzia contro la penalizzazione inflitta dalla Corte Federale d’Appello, l’udienza del Gup di Torino per l’indagine “Prisma”, il potenziale processo sulle “plusvalenze opache” con le cosiddette “consorelle”, la decisione della Uefa e, soprattutto, il caso della “manovra stipendi“. E’ proprio quest’ultimo punto a far tremare la Juventus. Non solo perché porterebbe a un’altra penalizzazione in classifica, ma anche perché la sanzione pecuniaria, “da uno a tre volte l’ammontare illecitamente pattuito o corrisposto”, potrebbe mettere economicamente in ginocchio il club.
La Procura Federale ha altri due dossier aperti che fanno in qualche modo capo all’inchiesta Prisma, l’indagine condotta dalla procura di Torino. La “manovra stipendi”, vale a dire le operazioni con i calciatori con cui la Juventus, nelle stagioni 2019/2020 e poi 2020/2021, ha posticipato una parte dei pagamenti dovuti ai suoi calciatori, facendo firmare loro prima una rinuncia e poi degli accordi per restituire, se non tutti i soldi, almeno un’ampia parte, riguarda, solo per la prima parte, una novantina di milioni di stipendi, di cui 61 soltanto posticipati. La seconda invece, discussa ad personam, ha raccolto solo 17 adesioni. Il punto è la mancata comunicazione alla Federazione.
Gli accordi scritti su carte non federali e non depositati violerebbero infatti, se riconosciuti tali, l’articolo 31 del Codice di giustizia sportiva e possono portare a penalizzazioni e a pesanti multe per la società. “La società che pattuisce con i propri tesserati o corrisponde loro compensi – dice l’art.31 -, premi o indennità in violazione delle disposizioni federali vigenti, è punita con l’ammenda da uno a tre volte l’ammontare illecitamente pattuito o corrisposto”.
Qui entra in gioco la famosa “carta Ronaldo” e all’accordo che prevedeva il pagamento di 19 milioni e mezzo di euro al giocatore portoghese in caso di cambio di maglia, poi regolarmente arrivato. Nei faldoni dell’inchiesta ci sono i dettagli della “scrittura integrativa” che la società aveva proposto a CR7 per differire i suoi stipendi, mai firmata dal giocatore. Oltre al portoghese si parla di altri 16 giocatori che avrebbero dato il proprio benestare al rinvio di parte dei pagamenti. Giocatori che, insieme ai loro agenti, rischiano in questo caso un mese di squalifica.