ROMA – Darya Klishina, unica atleta russa a Rio 2016: “Traditrice”. La campionessa russa di salto in lungo Darya Klishina, apprezzata non solo per le sue doti atletiche, si è guadagnata onestamente il diritto di partecipare alle Olimpiadi di Rio e non può essere accusata di tradimento: lo aveva dichiarato il ministro russo dello Sport Vitali Mutko. Lo stesso che secondo la Iaaf, e il Tas di Losanna, Klishina, ha guidato il doping di stato russo: essendosi allenata negli Usa potrà partecipare alle Olimpiadi a titolo individuale e sotto bandiera ‘neutra’.
Dopo che la Federatletica russa (Araf) è stata sospesa per lo scandalo doping da tutte le manifestazioni, è stata dapprima apostrofata come “traditrice” da alcuni utenti russi sui social network. Prima la difesa di Mutko, poi negli ultimi giorni si sono aperte le cataratte dell’insulto e di un equivoco senso di patria che l’ha messa all’indice.
Il Cio ha invece respinto la richiesta di altri 65 atleti russi di partecipare a Rio 2016. Tra loro c’è la regina del salto con l’asta Yelena Isinbayeva, che ora confida in un ribaltamento del ‘verdetto’ da parte del Tas di Losanna, a cui si è rivolta per andare a Rio. La colpa della Klishina? Si è allenata in America quando i suoi colleghi sono stati sottoposti al trattamento Mutko: per la Iaaf lei è pulita, può gareggiare. I suoi colleghi non possono mostrare la stessa fedina penale sportiva immacolata.