RIO DE JANEIRO, BRASILE – Mondiali 2014, prima giornata fase a gironi. Vincono Argentina (2-1 alla Bosnia), Svizzera (2-1 all’Ecuador) e Francia (3-0 all’Honduras).
Le partite nel dettaglio.
ARGENTINA-BOSNIA 2-1, gol: autogol di Kolasinac 3′, Messi 65′ ed Ibisevic 84′ (girone F)
Basta un lampo per illuminare il Cristo redentore. Ha l’effetto di un raggio laser, ma in realtà è una magia, che parte dal Maracanà, attraversa le spiagge di Copacabana e Ipanema, per colorare ulteriormente la notte carioca.
Questa volta Neymar e il Brasile non c’entrano, la scena se la prende Leo Messi che giochicchia contro la Bosnia, poi decide che vuole lanciare un messaggio forte ai rivali brasiliani (che lo aspettano in finale): chiude una triangolazione con Higuain, grazie a un controllo dei suoi addomestica il pallone e salta contemporanemente un avversario, infine fa carambolare la sfera sul palo e in rete.
E’ la firma sul raddoppio dell’Argentina contro l’esordiente Bosnia, che poi accorcerà le distanze, siglando il primo gol della propria storia ai Mondiali, con Ibisevic, che fa passare il pallone fra le gambe del portiere Romero.
L’Argentina non fa molta fatica per superare questo primo test iridato, forse intimorita dalla suggestione di esibirsi nel Maracanà, forse convinta dalla lunghezza del torneo a risparmiarsi, giocando in tono minore. Ci sarà tempo e modo per sfoggiare i propri gioielli. Intanto, tre punti al piccolo trotto fanno più che comodo.
E l’avversario non era proprio dei più facili. In più, l’Albiceleste si è vista spianare la strada da un autogol da fare invidia a uno specialista come l’indimenticato Niccolai. E’ il 3′: punizione velenosa di Messi dalla sinistra, concessa per un fallo su Aguero, pallone che spiove in area e viene deviato in porta – ma in realtà doveva essere in rinvìo – da Kolasinac, sorpreso da un mancato colpo di testa di Rojo.
A quel punto la bilancia pende a favore dei sudamericani che badano a controllare il match. Messi sembra svogliato e apatico, Aguero idem. La Bosnia prova a reagire al 13′ con Misimovic, che pesca in area Hajrovic, il suo controllo acrobatico viene fermato dalla tempestiva uscita di Romero, che allontana la minaccia.
Al 31′ conclusione di Mascherano respinta dal portiere e al 41′ gran colpo di testa di Lulic, su angolo dalla destra, con il pallone indirizzato nell’angolo basso alla sinistra di Romero: il portiere, però, ci arriva. Nella ripresa Sabella cambia uomini e schema: entrano Gago e Higuain, escono Campagnaro e Maxi Rodriguez.
Si passa così dal 5-3-2 al 4-3-1-2, con Messi che agisce alle spalle delle punte Aguero e Higuain, mentre Zabaleta, Rojo, Federico Fernandez e Garay formano la linea difensiva; Gago, invece, si fa consegnare le chiavi del centrocampo.
Tra un tentativo (con scarsa pericolosità dei bosniaci) e qualche contropiede fallito sul nascere degli argentini, si arriva alla perla di Messi, che mette la propria griffe sul match. Nel finale la Bosnia s’illude, ma resta a zero punti. Per fortuna della squadra di Susic, che lascia il nipote in panchina, di Messi ce n’è uno solo in Brasile e lui lo ha già incontrato.
FRANCIA-HONDURAS 3-0, gol: Benzema 44′ e 73′ ed autogol Valladares 49′. Espulso Palacios 43′ (girone E)
Sfatando un tabù che ’98 le impediva di vincere la gara d’esordio al Mondiale, la Francia ha cominciato con il piede giusto il suo cammino in Brasile battendo senza patemi un Honduras troppo rinunciatario.
Dopo la vittoria della Svizzera nell’altra partita del girone E, la squadra di Didier Deschamps non poteva sbagliare l’attacco ma contro una squadra che finora non ha mai vinto una partita in coppa del Mondo portare a casa il bottino pieno non è stato complicato per i Bleus, troppo superiori in qualità.
Protagonista della serata è stato Karim Benzema, autore di una doppietta e mezza – la terza rete è stata assegnata come autogol al portiere dell’Honduras Valladares dalla goal-line technology, all’esordio ‘ufficiale’ nel torneo, ma il pallone era partito dal suo piede -, ma tutta la Francia ha girato senza sforzo, brillando in particolare con Matuidi e Valbuena, vero motore del centrocampo, mentre Pogba non è stato all’altezza delle attese.
L’Honduras ha cercato di limitare i danni presidiando la sua metà campo e usando spesso le maniere rudi, mentre i Bleus avanzavano senza fretta alla ricerca del varco giusto. Il primo brivido per Valladares è arrivato al quarto d’ora, quando su conclusione ravvicinata di Matuidi è riuscito a smanacciare il pallone sulla traversa.
Sempre il legno lungo, al 23′, ha salvato ancora l’Honduras su colpo di testa di Griezmann, scelto da Deschamps per occupare la fascia sinistra dell’attacco data l’assenza di Ribery. Poco dopo, Pogba è stato toccato duro da Palacios e ha reagito scalciando, rimediando un’ammonizione come il suo avversario.
L’honduregno è tornato protagonista in negativo nel finale del tempo, quando al 43′ è intervenuto in area alle spalle dello juventino e l’arbitro ha fischiato il rigore. Palacios e’ stato espulso e Benzema dagli 11 metri non ha sbagliato, spalancando la partita ai francesi.
Già al 3′ della ripresa, l’attaccante del Real si è ripresentato dalle parti di Valladares: sul suo tiro il pallone ha colpito un palo e un intervento maldestro del portiere lo ha sospinto in porta.
Nel dubbio è intervenuta la Goal-line technology, che ha confermato il gol, assegnandolo a Valladares. Ridotto in 10, l’Honduras non ha potuto fare altro che assistere al fraseggio dei francesi, concretizzato per la terza volta ancora da Benzema al 27′, abile a sfruttare un rimpallo in area. “Vincere al debutto è fantastico”, ha detto alla fine Deschamps. Da tanto non accadeva, e può essere un bel segnale per i Bleus.
SVIZZERA-ECUADOR 2-1, gol: Valencia 22′, Mehmedi 48′ e Seferovic 94′ (girone E).
All’ultimo respiro la Svizzera trafigge l’Ecuador conquistando tre punti preziosi in un girone che appare più equilibrato del previsto.
Per i sudamericani il ko ha il sapore della beffa visto che giocano alla pari degli avversari, ma a uscirne da trionfatore è il tecnico tedesco Hitzfeld: prima fa entrare Mehmedi a inizio ripresa con l’Ecuador in vantaggio, e l’attaccante pareggia dopo 2′.
Alla fine inserisce Seferovic al posto dello spento Drmic, e l’ex viola al 48′ schianta gli avversari in un contropiede magistralmente confezionato con le unghie e con i denti da Behrami. Ma per gli elvetici le buone notizie finiscono qui: Lichsteiner viene a lungo trafitto dalle folate imprendibili di Montero, la difesa è spesso in difficoltà mentre combinano poco l’atteso Hxaka e Stocker. A corrente alternata Inler, il talentuoso Shaqiri, mentre Behrami riscatta una gara in chiaroscuro con l’azione finale. Bene invece l’esterno Rodriguez.
I tre punti nel caldo di Brasilia danno morale e avvicinano la qualificazione agli ottavi. Nell’Ecuador, che nelle qualificazioni ha costretto l’Uruguay agli spareggi, male la difesa, molto bene l’esterno Martinez, l’attaccante Enner Valencia autore del gol (e nel mirino del Porto) che se la cava meglio del veloce Antonio Valencia, punta del Manchester United.
Nel girone più debole del mondiale Svizzera ed Ecuador a Brasilia se la prendono comoda. Sudamericani col 4-4-2 classico e una buona potenza fisica contro un’avversaria più geometrica ma un po’ molle. Attacca con continuità ma con scarsa intraprendenza il gruppo elvetico che però viene infilato dall’unico affondo dell’Ecuador del primo tempo. Un errore di posizione dei due centrali Djorou e Von Bergen al 22′ su punizione di Ayovi permette a Enner Valencia di saltare da solo di testa e di segnare il più facile dei gol. La manovra elvetica è farraginosa.
Le cose migliorano quando prende l’iniziativa Shaqiri, il trequartista del Bayern che viene utilizzato per spezzoni di partita al posto di Robben o Ribery. Ma la classe c’è e crea qualche grattacapo che l’incerto portiere Dominguez sbroglia con difficoltà. Un tiro di Inler al 37′ viene deviato in angolo, ma la Svizzera non riesce a sfondare. Hitzfeld ha l’intuizione giusta: entra Mehmedi e al 2′ sigla il pari di testa su angolo di Rodriguez, con Dominguez e il centrale Grueso che fanno le belle statuine.
Al 14′ e al 20′ prima Valencia e poi Montero creano grattacapi per Benaglio, poi c’è un gol annullato al modesto Drmic per un dubbio fuorigioco. Meglio gli elvetici quando entra Seferovic e al 28′ Shaqiri conclude sull’esterno della rete. Poi spunto di Antonio Valencia e Von Bergen salva con tempismo.
Quando sembra tutto finito al 48′ prima Arroyo ha l’occasione per far male ma Behrami riesce a fermarlo, poi con una grande rincorsa crea i presupposti della vittoria. Resista a una carica (bravo l’uzbeko Irmatov a far proseguire l’azione), apre a Rodriguez sulla sinistra, cross per Seferovic che di interno sinistra fa secco l’Ecuador. Conclusione severa per i sudamericani ma viene premiato il maggiore mestiere degli europei.
Foto LaPresse.