Mondiali. Germania-Portogallo 4-0 con tripletta di Muller. Vincono gli Usa

Foto LaPresse
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RIO DE JANEIRO, BRASILE – Mondiali 2014, fase a gironi. Vittorie per Germania, 4-0 sul Portogallo, e Usa, 2-1 sul Ghana. Pareggio a reti bianche tra Nigeria ed Iran (0-0).

Le partite nel dettaglio. 

GERMANIA-PORTOGALLO 4-0, gol: Muller rigore 11′, 45′ e 78′, Hummels 32′. Pepe espulso 38′  .

Un’altra goleada al Fonte Nova. Da Salvador arriva un messaggio forte e chiaro per tutte le altre nazionali del Mondiali: la Germania è un’autorevolissima candidata per il titolo.

Lo ha dimostrato travolgendo il Portogallo più di quanto non dimostri il 4-0 finale. Cristiano Ronaldo (messosi in evidenza solo per un calcio di punizione dei suoi, nel recupero) e soci sono stati dominati da una squadra che, com’era nelle previsioni, aveva rinunciato a Klose giocando con il ‘falso 9’ e dimostrando che il ‘tiqui-taka’ stile Barcellona di Guardiola sta facendo proseliti a Monaco di Baviera e non solo, visto il modo in cui ha giocato il ‘National Mannschaft’ ben disposto in campo da Joachim Loew, uno che impara rapidamente e sa insegnare il calcio.

Grande protagonista del match è stato proprio colui che ha ‘fatto finta’ di fare il centravanti, quel Thomas Mueller autore di una tripletta e che quindi porta a casa il pallone di questa partita.

Altro che bomber puri e record di Ronaldo da battere: nel giorno della sua 100/a partita in un Mondiale, la Germania imita l’Olanda con la Spagna, segna a ripetizione e si fa ammirare per un calcio ancor più dominante di quello degli ‘Orange’, anche se bisogna tenere conto delle debolezze di un Portogallo a tratti imbarazzante.

Oltretutto la Selecçao è rimasta in dieci fin dal 36′ pt, quando il ‘bad boy’ Pepe non ha smentito la sua fama rifilando una testata a Mueller dopo avergli urlato in faccia insulti ritenendolo colpevole di aver simulato in area. Un comportamento irresponsabile, quello del n.3, che ha lasciato in dieci la sua squadra che già stava imbarcando acqua da tutte le parti.

Per il Portogallo è stato un giorno veramente da dimenticare, visto che ha perso anche due giocatori per infortuni muscolari: Hugo Almeida nei primi 45′ e Fabio Coentrao nella ripresa. Trascinata da un Kroos in stato di grazia nonostante caldo e umidità (in occasione di ogni stop del gioco tutti i giocatori andavano a bere e rinfrescarsi), la Germania ha preso subito a scambiarsi palla con fraseggi e triangoli, e cercando l’imbucata.

In occasione di uno spunto di questo tipo, l’arbitro serbo Mazic ha visto una strattonata di Joao Pereira a Goetze e ha fischiato il penalty dopo 12 minuti: perfetta la trasformazione del talento del Bayern omonimo del mitico ‘der Bomber’, leggi Gerd Mueller.

La Germania ha continuato il proprio carosello offensivo senza mai dare punti di riferimento, con Ozil e Goetze che si scambiavano spesso le posizioni, al Portogallo ha cominciato a girare la testa e dopo un’occasione fallita di Nani, è arrivata la rete di Hummels (colpo di testa in splendida elevazione su corner di Kroos) che, assieme all’espulsione di Pepe di quattro minuti dopo, ha in pratica chiuso la partita, anche se nel finale di tempo Mueller ha raddoppiato il bottino personale dopo aver perfettamente controllato un assist del solito Kroos.

Nella ripresa 4-0 ancora a opera del n.13, in tap-in su una respinta di Rui Patricio su conclusione di Schuerrle, e tutti a casa, perchè il dominio tedesco è continuato anche se con meno intensità e corsa.

Evidentemente qui a Bahia ha fatto maggiore effetto la foglia di Oxossì del culto Cadomblè donata in mattinata alla Cancelliera Merkel, poi gioiosa supporter, che le citazioni di Papa Francesco ‘postate’ da Cristiano Ronaldo due ore prima della partita. Oggi, quindi, ha vinto anche la “Roma Negra” (definizione coniata da Jorge Amado) su quella vera di piazza San Pietro.

GHANA-USA 1-2, gol: Dempsey 1′, Andre Ayew 83′ e Brooks 87′ 

Aperta da uno dei gol più veloci della storia dei mondiali e chiusa da uno dei tanti esordienti della nazionale degli Stati Uniti, il secondo match del gruppo G finisce con la vittoria degli Usa all’esordio contro il Ghana, un 2-1 che permette alla nazionale guidata dal tedesco Juergen Klinsmann di raggiungere proprio la Germania in vetta al girone. Una vittoria pesantissima quella statunitense, con il vantaggio  immediato mantenuto per tutto il primo tempo nonostante il ko di Altidore, fuori nel primo tempo per un probabile stiramento, con il match-winner Dempsey in campo a stringere i denti nonostante un calcio in faccia ricevuto durante un contrasto, e l’altro infortunio, di Besler, sostituito da Brooks all’intervallo.

Nella ripresa Appiah decide di giocarsi anche la carta della qualità di Kevin Prince Boateng per cercare di riequilibrare la partita. Howard fa buona guardia sui tentativi aerei di Asamoah Gyan, gli Usa provano anche a raddoppiare con la sassata da fuori di Jermaine Jones. Muntari si fa pericolosissimo con un tiro da fuori che sfiora l’incrocio ma a siglare il gol del pareggio è Andrè Ayew, servito da uno splendido tacco di Gyan: sinistro sul primo palo dopo una bella percussione in area e Ghana che riacciuffa la partita. Ma la beffa per la nazionale africana è in agguato, pochi minuti dopo è Brooks a svettare di testa su un corner e a incocciare di potenza il definitivo 2-1 che consegna partita e tre punti agli Usa.

IRAN-NIGERIA 0-0 

Sono rimasti senza un soldo al punto che la federazione li ha invitati a non scambiare le magliette con gli avversari a fine partita, ma sul campo si sono dimostrati tutt’altro che sprovveduti gli iraniani guidati da quella vecchia volpe di Carlos Queiroz. Lo 0-0 con il quale l’Iran inchioda le ben piu’ ambiziose Super Aquile della Nigeria equivale a una vittoria per una squadra designata da molti come la Cenerentola del girone F, quello di Argentina e Bosnia.

Il pari scaturito da un confronto privo di emozioni, e concluso nella noia generale tra i fischi dei 40 mila dell’Arena da Baixada di Curitiba, e’ anche il primo dei Mondiali. L’Iran ha messo in mostra la specialita’ della casa e cioe’ la difesa (solo 2 i gol subiti nel girone di qualificazione). Una retroguardia, tuttavia, che la Nigeria non e’ mai stata capace di mettere veramente alla prova: alla fine il pareggio per gli uomini di Keshi sa tanto di occasione persa.

Eppure era partita di gran carriera la Nigeria, dando l’impressione di voler subito imporre la propria superiorita’ tecnica. Nel giro di due minuti le ‘Super Aquile’ vanno vicine al gol in due circostanze. Anzi, sugli sviluppi di un calcio d’angolo di Moses gli africani trovano la rete, ma la loro esultanza e’ spezzata sul nascere dalla decisione dell’arbitro Vera che fischia ravvisando un fallo su Haghighi.

Un minuto dopo il laziale Onazi, discreta la sua prova, ben imbeccato al limite dell’aria, arriva sbilanciato all’impatto col pallone e calcia a a lato sciupando una favorevole occasione, la migliore per i suoi di tutto il primo tempo. Da quel momento in poi segue una lunga fase di stanca della partita con la Nigeria (che deve rinunciare dopo mezzora al centrale Oboabona, uscito per una botta) che esercita uno sterile dominio e l’Iran sornione e ordinato nel 4-4-2 disposto da Queiroz, pronto a colpire al momento giusto.

Gli asiatici pensano piu’ a contenere ma non rinunciano a farsi vivi dalle parti della porta avversaria pareggiando il numero delle occasioni al 33′ col loro uomo migliore, il centravanti Reza Ghoochannejhad che gioca in Inghilterra nel Charlton, abile nell’incornare di testa su calcio d’angolo. Sulla ‘spizzata’ del centravanti iraniano, il portiere delle Super Eagles, Enyeama, e’ reattivo a deviare a mano aperta. Il primo tempo non dice altro e i fischi che arrivano alla fine della frazione sottolineano la noia di una frazione priva di emozioni.

Non succedera’ nulla di diverso anche nel secondo tempo con le due squadre piu’ preoccupate dal non farsi del male. Sul taccuino resta un tiro telefonato di Onazi e la protesta di Odemwingie per un tocco di spalla che l’arbitro giudica di braccio con il quale l’attaccante si era liberato al tiro.

La Nigeria accumula calci d’angolo ma senza impensierire veramente la porta degli asiatici che festeggiano a fine gara mentre dalle gradinate arrivano sonori fischi. E in fondo sono proprio i fischi a rappresentare l’unico sussulto di una gara che per il resto ha detto veramente poco. Sorride l’Iran e forse anche la Bosnia, sconfitta ieri dall’ Argentina: la lotta per il secondo posto nel girone F e’ ancora aperta.

Foto dall’ archivio di LaPresse.

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