RIO DE JANEIRO, BRASILE – Argentina e Nigeria si sono qualificate per gli ottavi di finale dei Mondiali di Brasile 2014.
L’Argentina ha vinto 3-2 contro la Nigeria e ha vinto il girone passando come prima della classe.
CLASSIFICA: ARGENTINA 9, NIGERIA 4, Bosnia 3 e Iran 2
ARGENTINA-NIGERIA 3-2, gol: Messi 3′ e 45′, Musa 5′ e 48′, Rojo 51′
L’Argentina vola con Messi. E’ bastata un’ora alla grande del suo fuoriclasse per archiviare la pratica Nigeria e chiudere il girone a punteggio pieno.
In una Porto Alegre più biancoceleste che brasiliana, si è giocata una partita divertente, in cui le due squadre si sono affrontate senza tattiche ostruzionistiche e che anche alle Super Aquile africane ha fruttato la qualificazione agli ottavi, nonostante la sconfitta di misura.
Messi ha festeggiato con un giorno di ritardo il compleanno, regalandosi due gol, uno (il primo) un po’ fortunoso, dopo che il pallone era rimbalzato prima sulla traversa (conclusione di Di Maria) e poi sul portiere nigeriano, l’altro con una delle sue punizioni d’autore, calciata come al solito con il sinistro: il malcapitato Enyeama non ha potuto far altro che guardare il pallone che si infilava nella rete.
Ha anche servito, con un corner, l’assist vincente da cui è nata la terza rete, quella segnata di ginocchio da Rojo, dopo il colpo di testa di Garay. Così ora la Pulce divide con Neymar il primato nella classifica cannonieri di questo Mondiale, alimentando una rivalità che non conosce fine e che qui si respira ogni giorno:
basta accennare a qualsiasi tifoso brasiliano, incontrato al bar, allo stadio o per strada, la possibilità che la Coppa la vinca l’Argentina e si otterranno in cambio tutta una serie di scongiuri. L’appuntamento del 13 luglio al Maracanà sembra solo rimandato, nel segno di un Mondiale che sa tanto di Sudamerica e degli incroci del calendario che eventualmente opporranno Selecao e Albiceleste soltanto in finale.
Ma nel giorno in cui ai giocatori di Sabella per caricarli è stata mostrata anche la foto di Papa Francesco con in mano la ‘camiseta’ della selezione, si è avuta anche la conferma di una certa fragilità difensiva, evidenziata dai due gol del nigeriano Musa, ad inizio partita (era il 3′) e accentratosi dopo aver ricevuto da Babatunde, e poi al 2′ della ripresa, dopo un bello scambio con Emenike, altro elemento che ha fatto sudare Federico Fernandez e compagni.
Per ora appena Rojo sta facendo un Mondiale all’altezza, gli altri tre non rendono secondo i migliori standard e oggi hanno tradito più di un impaccio, difetto peraltro finora ben mascherato da quanto riesce a fare Messi davanti.
Detto che si deve sottolineare la bella prestazione di un Di Maria onnipresente, non ha reso al top Higuain, che però, pur non risultando incisivo, ha creato spazi per i compagni con i quali ha spesso scambiato.
Da valutare l’infortunio di Aguero, costretto a uscire al 37′, e ben sostituito da Lavezzi, che si è mosso molto. Alla fine da questa partita si esce con un’unica certezza: finchè ha un Messi così, l’Argentina può continuare a sognare in grande.
BOSNIA-IRAN 3-1, gol: Dzeko 23′, Pjanic 60′, Ghoochannejhad 82′ e Vrsajevic 83′.
Condotta per mano dai suoi due gioielli Dzeko e Pjanic, la Bosnia si congeda con un sorriso dal mondiale d’esordio battendo 3-1 un Iran generoso ma inconcludente, che non conferma la prestazione spumeggiante offerta con l’Argentina.
Il ko non da’ scampo alla squadra allenata dal portoghese Queiroz che coltivava il sogno di una qualificazione impensabile, ma l’attacco non finalizza mai il gioco tanto che solo uno spunto finale di Ghoochannejhad permette di segnare il primo gol al mondiale.
La Bosnia capitalizza la classe e la qualita’ dei suoi due campioni per guadagnare un successo meritato che aumenta la recriminazioni per le partite perse con Argentina e Nigeria, che passano il turno.
Dzeko si muove bene, come nelle giornate buone col City segnando un gol con una stoccata dalla distanza angolata e imparabile, Pjanic ispira e conclude, come in grande parte della stagione con la Roma, ed entra tra i marcatori del mondiale con un tocco preciso sull’uscita del portiere.
Per il resto una buona difesa poco impegnate, il gran lavoro di Hadzic e Susic mentre non riesce a trovare particolare gloria l’altra punta Ibisevic.
Per la Bosnia aumentano i rimpianti: per la solidita’ complessiva e la classe dei suoi campioni non avrebbe sfigurato negli ottavi, ma paga l’inesperienza ad alti livelli. Per l’Iran un buon mondiale: brillano a centrocampo Nekouman e Shojaei ma in attacco concludono poco Dejagah e Hajisafi.
Nell’ultima sfida del girone F sono pero’ gli europei a giocare con maggiore scioltezza. Pjanic costruisce, Dzeko conclude. Fin dal 3′ si vede che l’attaccante del City e’ ispirato: un suo gran tiro viene deviato dal portiere in angolo.
L’Iran scambia bene, ma non punge mentre al 23′ la Bosnia va in vantaggio meritatamente: Pjanic apre a Dzeko che avanza e, dai limiti dell’area, con un rasoterra chirurgico manda il pallone a fil di palo dove Haghighi non puo’ arrivare.
Reazione rabbiosa e pari sfiorato con una traversa piena di Shojaei dai limiti dell’area. Ma e’ l’unica fiammata, poi la Bosnia torna a tessera la tela e al 42′ un assist prezioso di Dzeko viene malamente sprecato da Vrsajevic da ottima posizione.
Nella ripresa l’Iran si demoralizza per l’incapacita’ dei suoi attaccanti di smarcarsi e di concludere. La maggiora qualita’ della Bosnia fa la differenza in maniera incolmabile. Al 13′ Hosseini perde palla ingenuamente in un disimpegno di fronte a quattro avversari. Susic serve prontamente Pjanic che addomestica il pallone per poi fare secco Haghighi sull’uscita con un tocco morbido. I vari cambi non mutano l’andamento del match che pero’ si infiamma verso la fine.
Al 36′ tambureggiante attacco dell’Iran che trova il gol con la conclusione di Ghoochannejhad mentre gli avversari pensano al fuorigioco. Ma non c’e’ tempo di gioire perche’ nel contropiede successivo Vrsajevic trova l’angolino opposto fissando sul 3-1 il risultato finale.
Per la Bosnia c’e’ un po’ di malinconia pensando ai punti persi nelle altre due gare, l’Iran fallisce l’appuntamento con la gloria ma evita almeno di essere l’unica squadra senza gol all’attivo.