Djokovic, telenovela finta. Male per lui e i suoi spavaldi legali. Bene per il governo australiano. Ha saputo reggere, senza vacillare mai, lo tsunami serbo salvando la faccia e (probabilmente) anche le elezioni.
La Corte federale ha confermato – alle 7.53 ora italiana – la revoca del visto di ingresso e Nole ha dovuto lasciare l’Australia. La sua presenza è “un pericolo pubblico per le sue posizioni No Vax, insomma un rischio per la collettività. Fuori.
Non potrà tornare per i prossimi tre anni. E le spese legali sono tutte sue. Niente Melbourne, addio Grande Slam, e addio agli Australian Open. Ha già preso il volo per la sua casa di Dubai.
II presidente serbo si è affrettato a dire che “Djokovic torna a resta alta, l’Australia si è umiliata da sola. Hanno maltrattato un tennista per dieci giorni per poi prendere una decisione che conoscevano fin dal primo giorno“.
Addolorato il padre che si è fatto sentire via social : “L’attentato al migliore sport del mondo è finito, 50 proiettili al petto di Novak”.
Amareggiata l’Atp che ha commentato: “La sua assenza è una una sconfitta per il gioco“. Per poi riconoscere che “le decisioni dell’autorità giudiziaria vanno rispettate in materia di salute pubblica“. E Djokovic? Non ha molta voglia di parlare dice semplicemente “sono deluso ma rispetto la sentenza”.
La telenovela è cominciata di fatto il 5 gennaio quando Djokovic, non vaccinato, è arrivato all’aeroporto dì Melbourne presentando una esenzione medica alla positività del Covid negli ultimi sei mesi.
Attorno a quel tampone si è aperto poi il caso del visto. Il governo australiano immediatamente gli ha negato il visto. Nole è stato spedito al Park Hotel di Melbourne, una struttura per richiedenti asilo.
Il provvedimento ha scatenato i media del mondo, i fan serbi, i politici dei due Paesi, l’intero pianeta del tennis (non tutti in verità d’accordo con Djokovic).
Il 10 gennaio il campione viene rilasciato dopo 4 notti e il tribunale spiega che “il fermo è irragionevole e contro le regole “.
Djokovic va ad allenarsi alla Rod Laver Arena. Tutto finito? Tutt’altro.
Due giorni dopo si scopre che Nole ha nascosto i viaggi negli ultimi 14 giorni tra cui quello a Marbella il 31 dicembre. Djokovic ammette gli spostamenti da positivo e attribuisce la colpa al suo agente. Il 15 gennaio il ministro della immigrazione revoca il visto “per motivi di salute pubblica “ e Djokovic è ricondotto al Park Hotel.
Sabato l’interrogatorio in streaming e il verdetto preso all’unanimità dai tre giudici della Corte Federale: espulsione!
ÈIl torneo comincia lunedì 17
Al via le migliori racchette del mondo. Agguerrita la rappresentanza azzurra: 9 uomini, 4 donne. In testa Berrettini, Sinner, Sonego, Fognini.
Il caso Djokovic è stato commentato in Italia in diversi modi: più favorevoli alla sentenza che contrari. Cattelan, in un post su Twitter ha riassunto i termini di una dilagante discussione: “ Djokovic ha tutto il diritto di non vaccinarsi ma non è un martire”.