Prete e goleador. Prima la messa e poi i gol. È l’ultima storia che vive la terra di Peppone e don Camillo. Cioè Emilia, bassa reggiana, lunghi filari di pioppi, i pinnacoli del Po. Protagonista don Francesco Ametta, 29 anni, vice parroco di San Maritino in Rio, il paese dell’immenso clarinettista Henghel Gualdi (1924-2005) e del commentatore Rai Lele Adani. Don Francesco gioca e segna in Promozione, la serie A dei dilettanti. Lascia la tonaca in sagrestia e infila la casacca della Sammartinese; mercoledì scorso ha fatto gol in Coppa Italia. Il talento non gli manca: corsa elegante, falcata da autentico esterno d’attacco, tiro secco. Nonni foggiani, genitori di Reggio Emilia, famiglia di sportivi; Gabriele, il fratello gemello, è cresciuto nelle giovanili della Reggiana oggi in serie B con 6.710 abbonati, più del Modena e della Cremonese. Record storico, cifre che fanno capire quanto il calcio sia ancora polarizzante da queste parti.
Non solo bomber, don Francesco è anche padre spirituale, specie quando – come ha confessato in una recente intervista a QN – volano parolacce e blasfemie in campo e dice: ”Quando sento bestemmiare i compagni, li riprendo. Ma devo ringraziare i ragazzi che sono molto rispettosi e non mi sminuiscono. Gli avversari? Chi sa che sono un prete mi dice spesso, magari per recriminare un fallo: tu non puoi dire le bugie”. Anche la la diocesi Reggio Emilia-Guastalla a cui appartiene, è d’accordo con la sua attività sportiva, ma prima di tesserarsi il vice parroco ne ha parlato a lungo con i suoi superiori. Che prontamente hanno dato parere positivo. Aggiunge don Francesco: ”È stata vista come una opportunità, il calcio per me è sempre stato un luogo di incontro e di socialità. La bellezza di vivere lo spogliatoio è una grande metafora della vita. Voglio dire: le difficoltà si affrontano in gruppo. Anche questa per me è una missione pastorale“.
Don Francesco dice che un bel giorno gli arrivata “la convocazione speciale del Signore. La mia storia d’amore con Dio l’avevo già intuita alle scuole superiori quando frequentavo la parrocchia ad Albinea grazie a don Gigi Lodesani che mi ha aiutato nel cammino. Ma la scintilla è arrivata durante una serata di adorazione: mi sono sentito guardato dal Signore come mai nessuno. E ho deciso: a 19 anni sono entrato in seminario per 7 anni a Reggio, e ho lasciato il calcio. Sono stato ordinato nel 2022: mi hanno mandato a San Martino e qui ho chiesto all’allenatore Mauro Reggiani di potermi allenare con loro. Volevo solo tenermi in forma”. E invece quest’anno è stato tesserato dalla Sammartimese e mercoledì ha segnato il primo gol da quando è sacerdote, anche se lui al campo ci va in tuta e senza collarino per rendere tutto normale.
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