Ecco il Giro d’Italia 2023: partenza in Abruzzo, arrivo a Roma, partita la caccia ai campioni, ma chi verrà?

il Giro d’Italia 2023 finirà a Roma il 28 maggio dopo21 tappe e 3.448 km. È una sorpresa. Soltanto altre quattro volte era accaduto dal 1909. Buon segno.

La Corsa Rosa è alla ricerca dell’antico fascino, di una “internazionalità “ annebbiata da una concorrenza sontuosa (Tour de France) e aggressiva (Vuelta di Spagna). La Capitale può contribuire ad arricchire il prestigio di un Giro comunque alto, media-seducente (200 Paesi collegati), con un numero crescente di appassionati e praticanti.

PERCORSO DEL GIRO DA APPLAUSI, MOLTO IMPEGATIVO

Oltre 50 mila km di dislivello complessivi, sei arrivi in salita, sette vette sopra i 2.000 metri, tapponi nell’ultima settimana (Bondone, Zoldo Alto, Tre Cime di Lavaredo), 70 km in tre cronometro. Passerella finale a Roma sui Fori Imperiali.

Premiazioni sotto le stelle al Campidoglio. Uno show  (sulla carta, almeno). Fidiamoci del giudizio di Alberto Contador:”Sì,  è un Giro da 10”.

Di più: torna Napoli con una spettacolare tappa tra Pompei, Costiera Amalfitana, Positano, Sorrento. La Tappa più ostica? La cima Coppi, il punto più alto del Giro (Gran San Bernardo).

Partenza il 6 maggio 2023 in Abruzzo con una cronometro lungo la Costa dei Trabocchi, un litorale meraviglioso e quegli insoliti giganti – appunto i Trabocchi – che emergono dalle acque.

UN RICHIAMO PER I CAMPIONI: MA CHI VERRÀ?

Quali stelle del ciclismo internazionale verranno? Non si sa. Questo è il problema. È fondamentale avere delle star come Evenepoel o Roglic. Fondamentale per il successo organizzativo, mediatico, sportivo. Per offrire agli sponsor la migliore visibilità. E richiamare le folle.

Gli organizzatori da tempo stanno trattando gli inviti altisonanti e questo è il periodo giusto per gli ingaggi. Diceva Vincenzo Torriani, il “papà “ del Giro d’Italia: ”Il percorso è la tela, ma il quadro lo dipingono i corridori “. Concetto che mi ripeteva spesso Rino Bulbarelli, papà di Auro (per anni la voce Rai della Corsa Rosa). Insomma senza i grandi nomi non può essere un grande Giro, ma solo una carovana pubblicitaria. Concludendo: fatto il Giro, ora bisogna “fare” i girini.

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