Egitto-Algeria, sfida decisiva in Sudan. Calcio o guerra?

Una compagnia telefonica egiziana invita i tifosi a pregare per la Nazionale

In Sudan di guerre ne hanno abbastanza, o forse no, visto che sarà il paese africano ad ospitare la partita tra Algeria ed Egitto. Una sfida che, purtroppo,  sembra avere tutte le premesse per  diventare una nuova “guerra del calcio”.

La gara è in programma per il 18 novembre, e in palio c’è un posto per la fase finale dei Mondiali sudafricani. Egiziani e algerini, si affronteranno in Sudan, allo stadio di Omdurman, la città gemella della capitale sull’altra sponda del Nilo, teatro dello spareggio finale dopo la vittoria per 2-0 dell’Egitto al Cairo. Sperando, ma sarà difficile visti gli scontri di questi ultimi giorni, che sia solo una partita di calcio.

Le domande aperte, però, sono tante. A cominciare dal perché, visti gli scontri, ci si sia limitati ad optare per il campo neutro senza considerare l’ipotesi di una partita a porte chiuse. Anche la sede dello spareggio lascia perplessi: perché si è scelto il Sudan, un Paese che di problemi interni non ne ha certo pochi.

I 41.000 posti disponibili dello stadio sono stati ridotti a 35.000 per motivi di sicurezza. Schieramento record anche di forze di polizia: gli agenti messi a disposizione dalle autorità sudanesi saranno  15.000, poco meno di uno ogni due tifosi. Uno sproposito in uno stato dove non è certo facile garantire la sicurezza “ordinaria”.

Ad arrivare da Egitto e Algeria, con 40 voli supplementari dal primo Paese ed aerei anche militari dal secondo, per ora sono stati in 18.000. Ed i restanti spettatori – che fin da domenica si sono accalcati ai punti vendita per conquistarsi un biglietto – sono anch’essi divisi tra i due campi, tanto che vi sarebbero anche già stati i primi scontri.

Un “assaggio” di quello che potrebbe avvenire domani, 18 novembre, il giorno della partita, come ha ammonito dal Cairo il magnate della telefonia Naguib Sawiris, contando i danni subiti dalle sue imprese in Algeria e lanciando un appello per il rinvio del match in attesa che gli animi si calmino.

Tifoso algerino

Certo è che molti tifosi già giunti in Sudan si sentono con il coltello fra i denti, visto che anche oggi la tensione, invece di diminuire come inutilmente auspicato da più parti, è sembrata aumentare. A dimostrarlo il fatto che proprio da Khartoum, come riporta l’Afp, il presidente della Federazione calcio algerina, Mohamed Raouraoua, ha accusato il suo omologo egiziano di essere all’origine delle violenze, a cominciare dalla aggressione all’autobus della squadra dei Verdi che, oltre a fare tre feriti tra i giocatori, avrebbe anche demoralizzato il resto della truppa.

E certo i vertici delle due federazioni non hanno dato il buon esempio se nemmeno davanti al presidente sudanese Omar El Bashir, che li aveva ricevuti, Raouraoua non ha voluto stringere la mano al ‘rivale’ Samir Zaher. Il resto per ora è anche colore, con le bandiere delle due squadre a sventolare dai risciò motorizzati di Omdurman o in mezzo ai gruppi di tifosi che percorrono le strade urlando slogan. Ma anche tanta, tangibile preoccupazione delle autorità locali come degli allenatori delle due squadre.

Oggi intanto in Egitto si è cercato di gettare altra acqua sul fuoco. Dopo le autorità di governo si sono messi anche i rappresentanti del Parlamento, con il comitato per gli affari arabi dell’Assemblea ad invitare i media a non esacerbare le tensioni e il presidente ad invitare il suo omologo algerino a fare altrettanto. Stesso messaggio anche dalla federazione dei dei giornalisti arabi, che hanno richiamato all’ordine i colleghi dei due Paesi, sostenendo che, in fondo, solo di un incontro sportivo si tratta. Chissà se anche i tifosi ne sono così convinti.

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