Eriksen, defibrillatore sottocutaneo, si opera al cuore. Christian Eriksen si sottoporrà a breve a un intervento al cuore per ricevere l’impianto di un Icd cardiaco, ovvero un defibrillatore cardiaco sottocutaneo. La Federcalcio danese ha diramato un comunicato sul suo profilo twitter.
Eriksen, defibrillatore sottocutaneo, si opera al cuore
In pratica, per scongiurare un nuovo arresto cardiaco in seguito al corto circuito elettrico causato dalla fibrillazione ventricolare, il defibrillatore interverrebbe in automatico. Fornendo la scarica elettrica necessaria a far ripartire il cuore.
“Dopo diversi esami si è deciso che Christian dovrà avere un ICD (defibrillatore cardiaco) – si legge nel comunicato diffuso stamattina –.
Questo dispositivo è necessario dopo un attacco cardiaco causato da aritmia. Christian ha accettato la soluzione, specialisti nazionali e internazionali confermano la validità del piano terapeutico. Tutti raccomandano lo stesso trattamento. Incoraggiamo tutti a rispettare la privacy e la serenità di Christian e la sua famiglia”.
Cosa significa, la carriera calcistica di Eriksen è compromessa? La risposta non è definitiva, bisogna innanzitutto attendere ulteriori esami. Da stabilire l’origine della patologia. I medici hanno escluso che l’arresto cardiaco sia avvenuto in conseguenza di un infarto. Se la miocardite fosse di origine congenita Eriksen non avrebbe possibilità di riprendere l’attività agonistica. Più chance se l’origine è virale (meno se batterica).
Daley Blind, difensore dell’Olanda, stesso defibrillatore
A favore del proseguimento della carriera c’è un precedente, quello che riguarda un giocatore della nazionale olandese, Daley Blind. Anche lui è stato sottoposto all’intervento per l’impianto di un defibrillatore automatico.
Contro, c’è innanzitutto un diverso approccio delle diverse nazioni al problema della sicurezza della salute degli atleti: in Olanda l’approccio è più tollerante, è l’atleta in fondo che sceglie (ricordate il caso Kanu?).
Soprattutto, c’è un tema di precauzione preventiva che spinge gli specialisti a guardare al fatto che il calciatore deve ringraziare già il cielo di essere vivo.