Euro 2012; tre su otto gli stadi pronti

– ROMA, 11 GIU – Due stadi di recente costruzione
pronti all'uso e gli altri due in cantiere in Ucraina; un
impianto fresco di restyling e gli altri tre con gli operai
ancora in giro per quanto riguarda la Polonia. Questa, in
estrema sintesi, la situazione rilevata dall'Uefa nel tour delle
otto citta' ospiti del prossimo Europeo: ricognizione effettuata
nella settimana che ha segnato il superamento del traguardo di
un anno al calcio d'inizio: l'8 giugno 2012.
Fra i dirigenti di Nyon, dopo la grande paura di un anno e
mezzo fa (quando il rischio che l'Ucraina perdesse
l'organizzazione dell'evento fu concreto), qualche apprensione
per i ritardi nei lavori permane. Ma e' anche loro convinzione
pressoche' unanime che i progressi degli ultimi mesi siano stati
notevoli e, quindi, assolutamente rassicuranti. L'invito per
tifosi e addetti ai lavori, insomma, e' quello di esser pronti –
una volta scattato il torneo – a chiudere un occhio sulle
imperfezioni che emergeranno qua e la'. Gli organizzatori
locali, da parte loro, ricordano che c'e' pur sempre ancora un
anno di tempo.
Dagli otto stadi, fosse anche dato l'ultimo ritocco a qualche
ora dalla prima partita, non dovrebbero arrivare brutte
sorprese. Autorita' e costruttori locali sono pronti a giurarci.
Quelli piu' indietro con i lavori, comunque, si trovano nelle
capitali Varsavia e Kyiv (dove si giocheranno rispettivamente la
gara d'apertura e la finale) e, soprattutto, nell'altra citta'
ucraina di Lviv (Leopoli). Va meglio nei cantieri di Gdansk
(Danzica) e Wroclaw (Breslavia), mentre gia' pienamente
operativi sono gli impianti di Donetsk (la Donbass Arena del
ricco Shakhtar), Kharkiv (il Metalist Stadium, dove si sta
rifacendo il manto erboso) e Poznan (che ha in corso di
risistemazione la viabilita' circostante). Tre campi, questi
ultimi, che nella scorsa stagione non hanno portato fortuna ad
altrettanti club italiani nelle Coppe.
E' invece da infrastrutture e servizi che arrivano le
maggiori preoccupazioni: come gia' per il Mondiale in Sudafrica,
anche un Europeo non puo' certo limitarsi a contare solo sulla
disponibilita' degli stadi. A fronte delle poche partite che
ogni citta' ospitera' (al massimo cinque), grande invece dovra'
essere lo sforzo organizzativo: viabilita', trasporti pubblici e
ricettivita' alberghiera, ad esempio, sono tre voci chiave per
la buona riuscita dell'evento. Ma la situazione attuale, in
diverse citta' dalla vocazione turistica non elevatissima,
lascia piu' di qualche dubbio.
Le maggiori difficolta', come facilmente intuibile, sono in
Ucraina. Emblematico il caso di Lviv, citta' dal fascino
mitteleuropeo di circa 760mila abitanti: lo stadio in
costruzione e' lontano dal centro, ma non c'e' metropolitana e
il nuovo terminal dell'aeroporto e' ancora un cantiere. Per
quanto riguarda i mezzi pubblici, va meglio nella lontana
Kharkiv (dove ci sono ben tre linee di metro) e a Donetsk; ma
qui i problemi potrebbero riguardare l'accoglienza, in due
citta' non certo abituate a flussi di visitatori. A Kyiv,
ufficialmente sotto i tre milioni di abitanti, saranno da
arginare soprattutto le congestioni da traffico veicolare
privato.
La buona notizia, di fronte a tutto cio', e' che i tifosi –
avveduti o meno che siano – non sembrano essere frenati dalle
eventuali difficolta' logistiche: nello scorso mese di marzo, fa
sapere infatti l'Uefa, il numero di biglietti richiesti via
internet per le trentuno partite del torneo ha superato
abbondantemente quota 12 milioni.

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