Fabio Cannavaro attacca Balotelli: “Mario è più famoso che bravo”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 30 Giugno 2014 - 19:35 OLTRE 6 MESI FA
Fabio Cannavaro attacca Balotelli: "Mario è più famoso che bravo"

Fabio Cannavaro attacca Balotelli: “Mario è più famoso che bravo” (LaPresse)

RIO DE JANEIRO, BRASILE – “Finora sì, Mario Balotelli è stato più famoso che bravo. L’importante è quello che si fa in campo, è vincere, come si vince. Finora Balotelli, che è giovane e ha grandi qualità, non si è espresso. Oggi Balotelli è molto famoso, ma per aver giocato nell’Inter, nel Manchester City e nel Milan, non per aver fatto cose straordinarie come Neymar, Messi o Robben in questo Mondiale

Da Rio de Janeiro, dove segue il Mondiale come opinionista di Sport Tv assieme ad altri capitani campioni del mondo (Carlos Alberto e Lothar Matthaeus)

Fabio Cannavaro spiega quali siano, a suo giudizio, i problemi del Brasile, evidenziati anche ieri dal match vinto ai rigori contro il Cile. “Certamente finora non abbiamo visto il migliore Brasile: secondo me, la Selecao gioca con troppa pressione addosso e questo la condiziona”.

“Quando questa pressione diminuirà, e se diminuirà, vedremo una nazionale brasiliana diversa – dice Cannavaro -. Il fatto che il peso delle aspettative li stia condizionando si vede dal fatto che calciatori che in Europa vanno sempre molto bene, qui ancora non hanno reso secondo le loro possibilità. Un esempio? Thiago Silva per me è un difensore straordinario, ma qui non l’ho ancora visto giocatore come fa nel Paris Saint-Germain.

O anche lo stesso Neymar: non lo vedo tranquillo come nel Barcellona. Con certezza, la pressione che i giocatori della Selecao sentono addosso per il fatto di essere il team di casa ne sta pregiudicando il rendimento”.

“Spero che la vittoria di ieri e lo spavento che si sono presi, basti pensare alla traversa di Pinilla – aggiunge il capitano azzurro del Mondiale vinto nel 2006 -, svegli la Selecao, e ne cambi la mentalità. Serve più tranquillità: il Brasile ha sempre giocato divertendosi, ed è proprio questo che adesso gli manca”.