I legali di Fagioli hanno raggiunto l’accordo con la Procura della FIGC sulla durata della squalifica per aver scommesso sul calcio. 8 mesi di stop, con altri 5 mesi ulteriori di “pene accessorie”, in cui Nicolò andrà nelle scuole per educare sui rischi del gioco d’azzardo.
Il ragazzo sembra aver scelto la soluzione più ragionevole, ben consigliato dal suo entourage. Si è autodenunciato, ha riconosciuto di avere un problema di ludopatia, ha patteggiato una pena tutto sommato più abbordabile di quello che poteva paventarsi.
L’articolo 24 del Codice di Giustizia Sportivo indica nella squalifica “non inferiore a tre anni” la pena per chi scommette sul calcio. Fagioli, appena varcata la soglia del calcio che conta, è scampato a una lunga squalifica con conseguenze immaginabili per il futuro della sua carriera.
Il sito Fanpage.it ci ragguaglia sul suo percorso riabilitativo. Fagioli si è volontariamente affidato da due mesi al Dottor Paolo Jarre, un luminare sul gioco d’azzardo patologico, già direttore del Dipartimento di patologia delle dipendenze dell’Asl Torino 3.
Intanto emergono sulla stampa altri particolari. Il quotidiano la Repubblica afferma che della questione Fagioli sapesse Leo Bonucci che però è estraneo alle scommesse. La Juve del resto ha già reso noto di avere informato la Figc, non appena saputo dell’eventuale coinvolgimento di Fagioli.
“Siamo dispiaciuti per lui, noi ci siamo subito attivati con la Procura federale. Non servirà solo punire il ragazzo, ma serve rieducare il sistema”, dice il suo direttore sportivo, Cristiano Giuntoli, che parla dal Festival dello sport di Trento.