ROMA – “Ma quale omofobo, ho anche un amico gay”. L’ormai ex presidente della Lega dilettanti di calcio, Felice Belloli, risponde così a una domanda durante una intervista con il Corriere della Sera. Belloli è stato sfiduciato dalla Lega dopo quella sua frase sulle giocatrici italiane: “Basta soldi a queste quattro lesbiche”.
“Basta, voglio spiegare – ha detto Belloli – lo devo soprattutto a mia moglie, ai miei figli, ai miei nipotini. Mi hanno pure accusato di molestie sessuali nei confronti di due dipendenti… È tutto falso. Sa cosa dissi una volta a una di loro? Dissi: “Mangia l’uccello pasquale…”. Ma intendevo dire la colomba, il dolce tipico di Pasqua. L’ho sempre chiamata così, io, la colomba. Questa cosa la dicevo anche alla maestra di mio figlio, quando l’andavo a prendere a scuola…”.
“Guardi, io sono completamente d’accordo con Giovanni Malagò, il presidente del Coni: lui ha detto che se quella frase è stata detta, sarebbe gravissimo. Ecco, appunto: sarebbe gravissimo, se io l’avessi detta. Ma io non l’ho detta! Perché questo è un golpe, non l’avete ancora capito? Mi hanno fatto fuori. Però io ho rimesso il mandato, non mi sono mica dimesso. Io nella mia vita mi son dimesso solo due volte: dalla mia banca, dopo 40 anni di onorato servizio, per aver raggiunto l’età pensionabile. E poi dal Bareggio calcio, la squadra del mio paese, in Lombardia, perché dopo 24 anni di presidenza avevo deciso che ero stanco. Stop. Solo due volte.
E certo non mi dimetto adesso, per una frase che non ho detto. Ho 65 anni, non ho mai preso “stecche” e non ho mai rubato in vita mia, dopo 40 anni di banca oggi posso contare su una discreta pensione, non ho bisogno per vivere dei soldi del calcio, dei contributi federali. Facciano come credono. Ma io omofobo proprio no! Come si fa a dire che ce l’ho con gay e lesbiche: uno dei miei amici da oltre 30 anni è omosessuale e ogni tanto scherziamo, lui mi dice “non sai cosa ti perdi…” e io sto al gioco, facciamo battute”.