figc-lotito figc-lotito

Figc, Lotito rinuncia alla corsa alla presidenza: “Troppe conseguenze per la Lazio”

figc-lotito
Claudio Lotito (Foto Ansa)

ROMA – Mancano quindici giorni al voto della Figc per uscire dalla crisi del dopo Svezia e del dopo Tavecchio. E Claudio Lotito rinuncia. A depositare programmi e candidature tra sabato e domenica sono stati il numero uno dell’Assocalciatori, Damiano Tommasi, e i presidenti della Lega nazionale dilettanti e della Lega Pro, Cosimo Sibilia e Gabriele Gravina.

Gli uffici di via Allegri erano stati preallertati di un arrivo in extremis anche da Claudio Lotito, ma il presidente della Lazio ha rinunciato. Era dato forte di un appoggio della Lega di A e anche della Lega di B, ma nella tarda serata di domenica ha annunciato all’Ansa di non volersi più presentare pur avendo “numeri importanti”.  Una motivazione l’avrebbe confessata ad amici a cena: “Mi ero convinto a scendere in campo, ma ci sarebbero state troppe conseguenze per la mia società. E io questo non lo voglio”.

Lo scenario, probabilmente destinato a cambiare, è comunque complicato e conferma l’estrema frammentarietà del sistema nonostante i numerosi appelli all’unità delle ultime settimane e la precarietà di progetti e programmi di rinnovamento che rischiano di rimanere sulla carta se non supportati da una reale volontà comune.

La scadenza di domenica non è dunque un punto d’arrivo ma una linea di partenza, il cui approdo è probabilmente ignoto a tutti in una situazione molto fluida. Difficile che si arrivi al 29 con più di due nomi sul tappeto, sarebbe la probabile anticamera di un commissariamento che alcuni vedrebbero forse come il male minore.

Il contender più accreditato è Sibilia, forte del 34% dei voti garantitogli dalla sua componente, i dilettanti, che dopo l’esperienza con Carlo Tavecchio gradiscono ribadire il loro peso nel sistema.

“Il calcio di base e quello di vertice potrebbero ricostruire l’asse storico che c’è sempre stato”, è il mantra del deputato di Forza Italia, e non c’è chi non veda che il suo probabile alleato sia Claudio Lotito.

La frenetica opera del presidente della Lazio delle ultime ore, secondo molti, avrebbe come scopo esattamente di rapportarsi con Sibilia come interlocutore forte, per una vicepresidenza e un riconoscimento alle Leghe.

Lotito si era detto certo di undici club in A, secondo altri però a pomeriggio inoltrato si era arrivati solo a nove (Crotone, Atalanta, Genoa, Samp, Napoli, Lazio, Verona, Chievo e Milan).

La Lega di via Rosellini pesa per il 12% al voto, quella di B – dove come patron Salerntina Lotito vanta altri consensi – il 5%: in tutte e due gli ambiti c’è una corrente almeno altrettanto forte pronta a sbarrargli il passo, ed è chiaro che il peso elettorale può essere comunque diverso da quello più ottimistico di queste ore.

“E’ bravo a fare l’imprenditore e il presidente della sua squadra ma servono persone diverse per gestire il bene comune”, ha ribadito di Lotito il presidente del Torino, Urbano Cairo.

Ma l’impegno di Lotito, comunque sia, scompagina anche i piani degli oppositori di Sibilia. Sull’altro fronte ci sono Tommasi (20% dei voti disponibili) e Gravina (17%). Il presidente dell’Aic dovrebbe avere il sostegno dell’Assoallenatori (10%). Renzo Ulivieri si è detto poco propenso a votare uno dei vice di Tavecchio ma come condizione per il voto ai calciatori ha posto un ampio consenso su Tommasi: insomma, i voti degli allenatori non sono blindati.

Se davvero Lotito tratterà con Sibilia, al presidente Aic sarà esclusa quella via e l’unico percorso è un accordo con la Lega Pro: al di là dei voti personali, i club di serie C non sono pronti a votarlo compatti neanche se si ritirasse il loro candidato, Gravina. “Tommasi è una brava persona, ma non credo lo voterei”, ha ufficializzato ancora Cairo, dando voce alla pregiudiziale del calcio italiano. Ancora in alto mare nella soluzione della crisi Mondiale.

Gestione cookie