Figc radia Moggi, Giraudo, Mazzini

ROMA, 15 GIU – Niente piu' calcio per Luciano Moggi, Antonio Giraudo e Innocenzo Mazzini. La Federcalcio ha deciso: i tre attori principali dello scandalo di Calciopoli sono radiati, per loro non sara' mai piu' possibile alcun incarico in nessun rango o categoria della Federazione. Commentatori, spettatori, tifosi, questo si'. E niente piu'. Cinque anni dopo lo scandalo che sconvolse la serie A, la Commissione Disciplinare presieduta da Sergio Artico ha emesso il suo giudizio: la richiesta di messa al bando del procuratore federale Stefano Palazzi e' pianamente accolta. E le motivazioni sono durissime.
La sentenza arriva a ridosso dello scadere dei cinque anni di squalifica e allontana i fantasmi di un ritorno dei due grandi inquisiti del 2006 (anche se possono fare appello alla Corte di Giustizia federale). Perche' Calciopoli non e' stata cancellata in alcun modo dal tempo. I comportamenti dell'ex dg e dell'ex ad Juve, come anche quello dell'ex vicepresidente federale, furono di ''intrinseca gravita''' ed ebbero ''conseguenze aberranti'', sottolinea il dispositivo delle sentenza, secondo la quale la violazione delle regole di lealta', correttezza e probita' ''hanno suscitato un rilevante allarme sociale, tanto piu' a fronte delle implicazioni che il campionato di calcio comporta anche sul piano dell'ordine pubblico''. Al rispetto di quelle regole lo sport non puo' abdicare, ''pena la sua stessa sopravvivenza''. E invece l'attitudine di Moggi, sottolinea la commissione basandosi sulle sentenza della giustizia sportiva nel 2006, era quella di ''falsare la classifica attraverso una continua opera di condizionamento del settore arbitrale'': e se tutto cio' non era divenuto sistema fu solo per il difetto di previsione dell'illecito sportivo associativo. Insomma, la condotta dell'ex dg era ''altamente inquinante della sistematicita' e della stabilita' organizzativa''.
A proposito di Giraudo, si parla di ''istituzioni asservite all'interesse dei pochi''; per Mazzini invece di un ''illecito disegno per favorire i singoli'', con l'aggravante della posizione di garanzia che avrebbe dovuto esercitare.
Le sentenze del 2006 avevano inflitto ai tre protagonisti di Calciopoli 5 anni di squalifica con proposta di radiazione, lasciando pero' in sospeso la sua attuazione: la riforma varata dal commissario Guido Rossi aveva infatti aperto un buco legislativo, perche' il potere di radiazione prima attribuito al presidente federale era passato nel frattempo alla giustizia sportiva. Cosa fare percio' di quella ''proposta di radiazione da sottoporre al presidente'', avanzata dalla Corte federale nel 2006? Al limite del tempo massimo (la squalifica di Moggi e Giraudo era in scadenza) la disciplinare ha potuto decidere dopo diversi pronunciamenti della Corte di giustizia federale e dall'Alta corte Coni: si era nel frattempo ricostruito il percorso giuridico.
Cosi' la disciplinare ha respinto tutte le eccezioni di illegittimita' di giudizio avanzate dai legali di Moggi. L'ex dg aveva sostenuto tra l'altro di non poter essere giudicato due volte per lo stesso illecito: anche questa respinta.
Il dispositivo della radiazione da' inoltre un altro colpo alla linea di difesa mediatica di Moggi. Non regge il ragionamento che ''condotte analoghe di altri tesserati, in ipotesi tutt'ora da accertare'' faccia venir meno la gravita' di quanto contestato all'ex dg. In pratica, il collegio presieduto da Artico dice che eventuali sviluppi del processo di Napoli, nuove intercettazioni, sospetti su club come l'Inter non cambiano la posizione di Moggi. Tutti colpevoli nessun colpevole non ha senso, ammesso che vi siano altre responsabilita'.
Una bacchettata arriva pero' anche a Giraudo. L'ex ad aveva impostato la sua difesa sul silenzio assoluto osservato in questi cinque anni e sul rispetto della sentenza, in contrapposizione al presenzialismo di Moggi. Elemento di merito, sottolinea la disciplinare, che avrebbe avuto un senso prima del giudizio del 2006, non dopo.
Perche' il decorso del tempo non puo' determinare ''un effetto oblio''. Calciopoli non si cancella ne' si dimentica.

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