Foggia, il presidente Biancofiore: “Chiediamo la radiazione dell’arbitro”

FOGGIA, 5 APR – ”L’arbitro e’ un uomo, puo’ sbagliare. Ma quando un arbitro fin dall’inizio della gara offende i nostri giocatori e li minaccia, allora non ci sto. Abbiamo chiesto e chiediamo con forza che sia radiato.

Stiamo valutando tutte le opzioni per perseguire con ogni mezzo questo obiettivo”. Lo afferma all’ANSA il presidente della squadra di calcio del Foggia (Lega Pro), Matteo Biancofiore, a proposito dell’operato dell’arbitro Gianluca Barbiero, che domenica scorsa ha arbitrato la gara tra il Siracusa e il Foggia. Gara durante la quale, a detta dei giocatori rossoneri, di Biancofiore, e dello stesso Zdenek Zeman, il direttore di gara avrebbe tenuto un comportamento tutt’altro che corretto nei confronti dei giocatori foggiani ingiuriandoli e persino bestemmiando.

La rabbia nella societa’ foggiana non s’e’ ancora sopita. ”Stiamo esaminando tutte le possibilita’ – ha detto Biancofiore – per evitare che accadano ancora certe cose nel calcio, in genere. Sulle questioni tecniche non sono mai entrato e non voglio farlo neppure ora. Se c’era un rigore a nostro favore che non e’ stato fischiato, non mi importa”. L”invito’ rivolto dalla societa’ due giorni fa al Presidente dell’Aia, Marcello Nicchi, al designatore della Lega Pro, Stefano Farina, al presidente federale, Giancarlo Abete, e al presidente della Lega Pro, Mario Macalli, era stato abbastanza esplicito: ”tenete fuori dal calcio personaggi come l’arbitro di Siracusa-Foggia”. Dopo aver parlato di ”clamorosi torti” gia’ subiti nel corso del campionato, nella nota si sottolinea che l’arbitro, oltre ad aver negato ”al Foggia un rigore netto” aveva ”intimidito continuamente i giocatori (ammonendone ben cinque) rivolgendo loro continue bestemmie ed ingiurie gratuite”.

”La regola vuole – aggiungeva la nota – che, se un calciatore bestemmia in campo, deve essere immediatamente allontanato dal terreno di gioco; allora e’ giusto che lo stesso metro di giudizio venga utilizzato nei confronti di chi e’ incaricato a far si’ che cio’ non avvenga”.

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