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Verdetti Serie A: Milan in Champions, Fiorentina e Udinese in Europa League

di admin |19 Maggio 2013 23:20

Terzo posto per il Milan di Allegri (LaPresse)

ROMA – I verdetti del campionato italiano di calcio di Serie A:

Juventus campione d’Italia, Napoli e Milan in Champions League, Fiorentina, Udinese e la vincente della Coppa Italia in Europa League,  Pescara, Palermo e Siena in Serie B.   

Qui la classifica.

Dall’incubo alla gioia. Per quasi 80 minuti, il Milan si ‘vede’ in Europa League. Poi, nel finale, arriva la rimonta firmata da Balotelli e Mexes.

I rossoneri espugnano così il campo di un generoso Siena (1-2) nel match dell’ultima giornata di Serie A e respingono l’assalto della Fiorentina al terzo posto, conquistando i preliminari di Champions League. Partita soffertissima per la squadra di Allegri, contro una squadra già retrocessa ma desiderosa di congedarsi dalla Serie A a testa alta.

Contrariamente a quanto si potesse pensare, è gara vera. Come prevedibile, il Milan si proietta subito in attacco affidandosi al tridente Robinho-Balotelli-Niang.

Dopo due minuti l’ex City prova a spaventare subito la retroguardia senese con un’incursione che culmina in un gran destro deviato in angolo da Pegolo. Ancora lavoro per il portiere bianconero al 21′, quando è chiamato alla gran risposta sul sinistro a giro di Robinho, destinato al ‘sette’.

Gli attacchi rossoneri sono però confusi e il Siena è attentissimo a coprire tutti gli spazi. E a sorpresa i toscani sbloccano il risultato. E’ il 25′ quando, su un cross di Rosina verso il centro, Terzi è liberissimo di staccare di testa per l’1-0. Doccia gelata per i rossoneri, tanto più che contemporaneamente la Fiorentina stravince a Pescara. La reazione del Milan è nella traversa colpita con un colpo di testa di Balotelli quattro minuti dopo, sul cross di Abate.

Gradualmente però la squadra di Allegri sembra spegnersi. Ancora SuperMario, prima dell’intervallo, sfiora il pareggio con una punizione dai 30 metri che trova l’ottima risposta di Pegolo.

Nella ripresa Allegri gioca subito la carta Pazzini e rispedisce in panchina Niang. Al 13′, dentro anche El Shaarawy per Nocerino: rossoneri a quattro punte. Balotelli prova a scuotere i suoi con un destro dal limite (21′), poi è il Faraone ad avvicinarsi alla rete di testa: palla alta sulla traversa (23′). Tegola sui rossoneri un minuto dopo: Ambrosini entra duro su Calello, secondo giallo e doccia anticipata.

L’inferiorità numerica dura giusto due minuti perché Bergonzi mostra il rosso anche a Terlizzi, reo di un intervento su Pazzini. Le avanzate rossonere però sono velleitarie.

La svolta tanto attesa dal Milan arriva al 38′: Felipe atterra in area Balotelli, per l’arbitro è rigore. Decisione che fa infuriare Iachini, espulso per proteste. Dal dischetto si presenta lo stesso attaccante, infallibile: 1-1. Ritrovata la speranza, il Milan trova la rete scaccia incubi al 42′. E’ Mexes, improvvisato goleador, a ribadire in rete sulla respinta di Pegolo per il gol dell’1-2 che spedisce i rossoneri ai preliminari di Champions League.

Si è illusa per 85′ la Fiorentina di poter centrare la clamorosa qualificazione in Champions ai danni del Milan. Il successo a valanga dei viola sul Pescara, con la tripletta di uno scatenato Ljaijc, però, alla fine non è stato sufficiente in virtù del ribaltone nel finale dei rossoneri a Siena. Chissà quanti rimpianti può covare ora la Fiorentina per la gara d’andata contro gli abruzzesi al Franchi: quei tre punti persi in casa alla fine sono costati carissimo. Senza storia la partita  all’Adriatico: un occhio al campo e un orecchio alle radioline ma dopo un quarto d’ora i viola già mettono la freccia grazie a Ljajic, che deve solo appoggiare in rete su cross basso di Cuadrado.

Quando poco dopo Ljajic  firma il raddoppio con un bel diagonale su assist di Matj Fernandez e contemporaneamente arriva la notizia del gol del Siena con Terzi la Fiorentina ci crede. Al terzo gol firmato da Matj Fernandez (tiro ad incrociare da fuori area, prima rete in viola per lui) prima della mezzora inizia un’altra partita, che si gioca solo a Siena. C’è  spazio per la firma di Jovetic al 9′ della ripresa prima della tripletta personale di Ljajic e del gol della bandiera di Vittiglio ma la doccia ghiacciata arriva da Siena. Balotelli e Mexes firmano il successo del Milan e spediscono all’inferno la Fiorentina. Da segnalare nel finale l’esordio in maglia viola di Giuseppe Rossi.

Moratti diserta San Siro e si perde l’ultimo atto di una malinconica stagione: l’Inter viene umiliata 2-5 dall’Udinese che, con l’ottava vittoria di fila,  si qualifica per l’Europa League e mette a nudo per l’ennesima volta i mali dei nerazzurri.

I padroni di casa mancano anche l’ultimo modesto obiettivo, quell’ottavo posto che avrebbe consentito di evitare i preliminari di Coppa Italia ad agosto.

Il pubblico di San Siro contesta ancora una volta la societa’, chiedendo un progetto solido per evitare di ‘buttare un altro anno’ e applaude Toto’ Di Natale che incanta il Meazza con un meraviglioso destro a giro in chiusura di primo tempo. L’unica buona notizia per l’Inter e’ il talento di Mateo Kovacic, giocatore dotato di tecnica, carattere e personalita’. Il croato e’ uno tra i pochi elementi dai quali ripartire.

Una brutta sconfitta, la sedicesima in campionato, che rinfocola i rumors su un avvicendamento in panchina. Stramaccioni e’ sicuro di rimanere e di essere incluso nei piani per il futuro, Moratti glielo ha promesso ma i numeri non sono favorevoli al tecnico. L’ennesima batosta potrebbe convincere il presidente a cambiare rotta. L’arrivo a Milano di Mazzarri potrebbe essere una soluzione.

Che ci sia una differenza di motivazioni tra le due squadre e’ evidente fin dal 1′, quando Juan Jesus regala il pallone agli avversari e si fa superare con troppa facilita’ da Pinzi per il gol del vantaggio esterno. I primi dieci minuti dell’Inter sono da incubo: Cambiasso salva il possibile 2-0 al 9′ con un intervento sulla linea, ma nulla puo’ un minuto dopo quando Domizzi insacca di testa su punizione battuta da Di Natale. Juan Jesus riscatta le titubanze iniziali con la rete del momentaneo 2-1, raccogliendo un pallone in area dopo un batti e ribatti e sfruttando un’incertezza di Brkic.

E’ un fuoco di paglia: la difesa nerazzurra fa acqua da tutte le parti, il giovane Pasa soffre sulle serpentine di Muriel e Di Natale taglia a fette la retroguardia avversaria ogni volta che prova uno scatto. Handanovic sventa il tris al 24′ e i bianconeri sfiorano la beffa quando Rocchi, nel cuore dell’area piccola, non riesce a sorprendere Brkic su imbeccata di Pereira.

Stramaccioni intuisce che la difesa ha bisogno di un nuovo assetto e passa al 4-3-3 avanzando Cambiasso a centrocampo. Una mossa che non serve ad evitare una nuova capitolazione quando Di Natale firma il ventitreesimo gol del suo campionato con una prodezza da fuoriclasse. Il destro a giro dell’attaccante colpisce il palo prima di gonfiare la rete, anche il pubblico di casa applaude la giocata del capitano bianconero.

La debacle e’ totale. L’Udinese completa l’opera nel secondo tempo con il gol al 7′ di Gabriel Silva dopo un’amnesia difensiva di Nagatomo, decisamente il peggiore in campo. L’ingresso di Palacio ravviva gli animi e la produzione offensiva, Rocchi approfitta degli spazi creati dal compagno di squadra e scuote il palo su assist di Guarin.

E’ il 12′, sei minuti dopo l’attaccante raccoglie un cross basso dell’argentino e accorcia le distanze, ma non ha quasi il tempo di esultare. Sotto accusa finisce ancora Nagatomo la cui indecisione con Handanovic permette a Muriel di firmare il 5-2. Il giapponese viene mandato platealmente a quel paese dal portiere interista mentre i fischi del pubblico cadono impietosi su Alvarez al momento dell’uscita dal campo.

Stessa sorte tocca a Schelotto al suo ingresso sul terreno di gioco. La partita scivola via tra un buon possesso palla dell’Udinese e la scarsa reattivita’ dell’Inter che chiude nel peggiore dei modi una stagione brutta e sfortunata. Si infortuna anche Kuzmanovic, ultimo problema fisico di una lunga serie per la squadra di Stramaccioni.

Moratti resta a casa, ha molto su cui riflettere e un progetto su cui lavorare. Per molti nerazzurri potrebbe essere l’ultima a San Siro: Schelotto e Alvarez gli indiziati principali, Cassano rischia di andarsene senza salutare.

Alcuni senatori come Cambiasso, Stankovic e Chivu potrebbero fare un passo indietro a conferma che la stagione del ‘Triplete’ va archiviata definitivamente per iniziare un nuovo ciclo vincente.

Festa per pochi all’Olimpico: vince la Roma, che però per salvare la stagione deve solo vincere la Coppa Italia domenica, non riesce a centrare né la sesta vittoria di fila né il record di punti della sua storia il Napoli. Per il suo  addio a quattro anni di crescita e successi Mazzarri aveva chiesto alla sua squadra l’ultimo sforzo, per entrare ancor di più nella storia e battere un primato risalente ai tempi di Maradona ma la ciliegina non è arrivata anche se resta la torta di un secondo posto da incorniciare. Finisce con il successo della Roma una gara  che non aveva peraltro altri significati che non celebrare l’ultima panchina azzurra dell’allenatore di San Vincenzo ed il risultato ci sta tutto perché dopo un avvio promettente il Napoli si scioglie i giallorossi crescono. Sembrava avere la testa al derby di coppa con la Lazio la  squadra di Andreazzoli che ha quasi tutti i migliori (Totti, De Rossi e Osvaldo) fuori  mentre negli azzurri il turnover è a metà anche se va subito fuori Pandev, infortunato dopo 7′ e sostituito da El Kaddouri.

La partita la fa il Napoli ma  solo a metà: aggressivi e con un pressing alto gli azzurri anche se nel primo tempo sono troppo leziosi, specie negli ultimi 20 metri dove pure si rendono pericolosi con Cavani ed Hamsik prima di protestare per un intervento più che dubbio in area di Torosidis sul Matador. Il brivido maggiore prima dell’intervallo quando Rosati salva sul diagonale di Marquinho e Destro sotto porta colpisce in pieno il palo. A dare una scossa alla gara il gol in avvio di ripresa di  Marquinho, una botta di destro (che non è il suo piede) di controbalzo che fa secco Rosati. Mazzarri inserisce Armero per Britos e passa alla difesa a quattro ma al 13′ si ritrova già sotto di due reti grazie al sesto gol in campionato di Destro che approfitta di una dormita della difesa, aggira Rolando in scioltezza e piega le mani a Rosati. Non vorrebbe chiudere con una sconfitta Mazzarri prima  dei saluti finali e spedice nella mischia anche Calaiò ma il suo Napoli oggi non c’è. C’è però Cavani che riesce a mettere dentro a 6′ dalla fine il suo 29esimo sigillo e chissà che anche il suo non sia un addio.

Il Cagliari onora il campionato fino alla fine della stagione. Decide un gol di Dessena alla mezz’ora della ripresa che manda al tappeto la Lazio. La squadra di Petkovic vede sfumare la possibilita’ di agguantare il quinto posto che valeva l’accesso diretto all’Europa League e scivola al settimo posto in classifica, scavalcata dalla Roma vittoriosa a Napoli.

Ora la Lazio e’ costretta a puntare tutto sul derby di coppa Italia per centrare un piazzamento europeo, soffiatole ancora una volta dall’Udinese, diventata ormai la bestia nera dei biancocelesti. Nel Cagliari, a caccia del decimo posto, il duo Pulga-Lopez sceglie di dare spazio a chi in questo campionato ha giocato meno, con Sau lasciato in panchina. Nella Lazio, costretta a vincere e sperare in uno scivolone dell’Udinese a San Siro, Petkovic si affida in attacco al duo Kozac-Klose. La Lazio, pero’, non riesce a fare la partita. Le redini del gioco le prende in mano il Cagliari, che si rende pericolosa con veloci ripartenze e verticalizzazioni sul perno di Ibarbo. La Lazio manovra per lo piu’ per vie orizzontali, senza riuscire ad alzare i ritmi come dovrebbe. La squadra biancoceleste paga forse le tante partite giocate in questa stagione lunghissima.

La Lazio sfiora il gol con un colpo di testa di Kozak al 17′ che termina di poco a lato e un tiro insidioso di Candreva al 25′, che costringe alla respinta con i pugni Avramov, tra i pali al posto di Agazzi. Nel finale del primo tempo la formazione biancoceleste viene percorsa da un brivido, quello provocato dalla traversa colpita da Avelar, inseritosi in area dopo un bello scambio sulla sinistra. La Lazio corre un gran rischio anche in avvio di ripresa, su un tiro di Eriksson dopo una bella azione del solito Ibarbo. Salva Biava. Il Cagliari prende il sopravvento sul terreno di gioco.

La Lazio da’ l’impressione di aver gettato la spugna. A demotivare i ragazzi di Petkovic, nel corso della gara, anche i risultati in arrivo da Milano, che spengono le speranze laziali di agguantare il quinto posto. L’unico a fare qualcosa in piu’ sembra Cana, autore di un tiro dalla lunga distanza che prende una traiettoria insidiosa e costringe Avramov all’intervento per togliere il pallone dall’incrocio dei pali.

L’estremo difensore del Cagliari prende una brutta botta in testa, ma stringe i denti e resta in campo. Il gol che decide la partita arriva alla mezz’ora. Cossu pennella una punizione dalla sinistra per lo stacco di testa in area di Dessena, lasciato colpevolmente solo in mezzo all’area, proprio davanti alla porta difesa da Marchetti.

E’ festa per tutti: per il Torino, che brinda alla salvezza conquistata una settimana fa; per il Catania, che mette in cassaforte un prestigioso ottavo posto; per i tifosi che si divertono con quattro gol, anche se non sono mancati i mugugni.

E’ festa, anche se d’addio e pertanto triste, per Rolando Bianchi, anima e cuore di questo Torino che ha onorato fino in fondo, con un gol e un palo. Tutti per lui gli applausi finali, anche con un tono polemico verso la societa’ che lo lascia partire. Il suo giro di campo, con l’espressione visibilmente commossa, e’ stato un ennesimo momento vero per questa tifoseria e per questa stagione travagliata ma alla fine positiva.

La festa salvezza del Torino si compie con qualche mugugno dei tifosi che hanno esposto uno striscione di rimprovero per il match non giocato con il Genoa e con il polemico silenzio della curva Primavera all’inizio, che non aveva apprezzato la panchina di Bianchi, al saluto nella sua serata d’addio.

E stata vana l’attesa di vedere in campo qualche giovane promettente, come Menga e Diop, in prospettiva futura: c’e’ solo Bakic, all’esordio, che alla fine risultera’ uno dei peggiori. Almeno questa sera c’e’ stata la voglia di giocare al calcio. Al 9′ si teme il peggio per Cerci, travolto da Frison in uscita poco fuori dall’area. Cerci si riprende benissimo e scalda la mani poco dopo al portiere e si ripete al 23′ su punizione.

Il Catania passa alla prima azione manovrata: Castro si libera a destra e scarica su Almiron solissimo in area. Cerci e’ scatenato e segna anche di testa, ma sul lancio di Basha e’ in fuorigioco. Il Catania molla un po’ la presa e il Toro pareggia con il suo uomo migliore, Cerci. Ma c’e’ un altro presunto gioiello, Ogbonna, che pasticcia colpevolmente in area e consegna a Bergessio la palla del 2-1. Troppo invitante la circostanza per non approfittarne, anche se ormai gli etnei avevano accettato il pari, che non avrebbe cambiato nulla.

L’ultimo brivido e’ il palo di Bianchi, il granata che il pubblico avrebbe voluto di piu’ in gol. Ma lui lo accontenta un minuto dopo e mette in porta il 2-2, dopo azione travolgente di Cerci. Adesso le due societa’ pensano al futuro: il Catania con qualche cessione eccellente ma con la solita perizia di andare a pescare in Sudamerica talenti giovani e poco costosi. Il Toro dovra’ pensare a sostituire Bianchi, che comunque la storia consegna come il decimo marcatore granata di tutti i tempi.

Provera’ a trattenere Cerci, anche questa sera dimostratosi perla di assoluto valore. Provera’ a mettere sul mercato Ogbonna, che stasera ha fatto di se stesso uno spot negativo. Provera’ infine a pescare qualche giovane per ritrovarsi in serie A con nuove aspettative e un pubblico sempre paziente, appassionato, esigente, talvolta anche troppo pressante, ma certo sempre stimolante.

Palermo saluta con una sconfitta, la diciottesima di quest’anno, la serie A. Il Parma, sornione, subisce la sfuriata dei rosa all’inizio del primo tempo prima di infilare tre gol negli ultimi sette minuti. Nella ripresa Miccoli firma la rete numero 74 col Palermo e al termine della gara il suo saluto ai tifosi sembra un addio.

La curva, pero’ lo invoca e lo difende con foto e striscioni fin dai primi minuti della partita, nonostante i guai giudiziari che lo vedono coinvolto in un’inchiesta della Procura di Palermo, e Miccoli risponde. Controllo volante e tiro al 2′, ma il sinistro a incrociare viene deviato in angolo da Mirante. Al 9′ il capitano ci riprova e l’estremo difensore si fa trovare di nuovo pronto sulla conclusione potente.

Il Palermo vuole regalare una vittoria ai suoi tifosi dopo un’annata deludente e pigia sull’acceleratore. Al 12′ ha un’altra occasione clamorosa per passare in vantaggio con Hernandez che di sinistro colpisce il palo, Formica trova Mirante sulla ribattuta e poi tira fuori. Il Parma sembra gia’ in vacanza, mentre i rosanero, con orgoglio, si spingono in avanti e creano gioco e occasioni anche con il giovane Viola che sfiora la rete.

Il Parma si affaccia alla mezz’ora con un colpo di testa di Amauri che per poco non beffa Benussi. La doccia fredda per il Palermo arriva al 38′ con uno splendido schema su punizione: Valdes alza per Gobbi che tira al volo e insacca. Il cileno fa tutto da solo tre minuti piu’ tardi con un sinistro a giro che non lascia scampo a Benussi.

Niente da fare per il Palermo che ha costruito almeno cinque nitide occasioni da rete, trovando sempre Mirante che poi deve lasciare il campo per un infortunio. Al suo posto Bajza. La squadra di Sannino, stordita dal micidiale uno-due del Parma, si disunisce e subisce anche la terza rete.

E’ Belfodil a sfruttare il contropiede e trafiggere Benussi con un destro preciso e potente.     I rosanero vanno negli spogliatoi tra i fischi e al loro rientro in campo sono accolti dai cori contro il presidente Maurizio Zamparini. Sannino cerca di aumentare il potenziale offensivo inserendo Faurlin e Dybala per Aronica e Formica, ma i piu’ pericolosi sono sempre Miccoli ed Hernandez. Gli emiliani ci provano ancora da fuori con Parolo, stavolta Benussi mette in angolo e al 15′ potrebbe arrivare anche il 4-0 se Roca non annullasse la rete per controllo con la mano di Belfodil.

Dall’altro lato Miccoli continua la sua battaglia personale con la porta del Parma, ma al 20′ e’ il palo a negare al salentino quella che potrebbe essere la sua ultima rete a Palermo.

La trova al 30′ con una delle sue punizioni chirurgiche. Il capitano non ha nemmeno la forza di esultare, mentre la curva continua a rincuorarlo.

I siciliani potrebbero accorciare ulteriormente le distanze al 37′ con Hernandez che interviene sulla respinta di Bajza sul tiro ancora di Miccoli da fuori, ma il portiere riesce a tornare sul pallone.

Si esauriscono qui le speranze del Palermo di vincere l’ultima gara della stagione. Il Parma consolida il decimo posto.

PESCARA-FIORENTINA 1-5 Ljajic 18′, 27′ e 71′ (F), Fernandez 33′ (F) e Jovetic 54′ (F), Vittiglio 78′ (P)

Pescara (4-2-3-1): Perin; Zauri, Cosic, Capuano, Bocchetti; Cherubini, Togni; Celik, Bjarnason, Rizzo; Sforzini.
A disp.: Falso, Zanon, Vittiglio, Mbodj, Iannascoli, Karkalis, Mancini, Catalano, Di Francesco. All.:Bucchi
Squalificati: Balzano (1)
Indisponibili: Sculli, Vukusic, Kroldrup, Bianchi Arce, Caraglio, D’Agostino, Modesto, Weiss, Caprari, Pelizzoli, Quintero, Abbruscato, Cascione, Blasi

Fiorentina (4-3-3): Viviano; Roncaglia, Rodriguez, Savic, Pasqual; Aquilani, Pizarro, B. Valero; Cuadrado, Jovetic, Ljajic.
A disp.: Neto, Lupatelli, Hegazy, Tomovic, Compper, Wolski, Romulo, Mati Fernandez, Migliaccio, Llama, Rossi, Toni. All.: Montella
Squalificati: nessuno
Indisponibili: Sissoko, Camporese, El Hamdaoui

TORINO-CATANIA 2-2 Almiron 27′ (C), Cerci 55′ (T), Bergessio 63′ (C), Bianchi 84′ (T)

Torino (4-2-4): Coppola; Darmian, Glik, Ogbonna, Caceres; Bakic, Gazzi; Cerci, Meggiorini, Bianchi, Birsa.
A disp.: Gillet, Rodriguez, Diop, Di Cesare, Masiello, Basha, Gomis, Brighi, Menga, Vives, Jonathas. All. Ventura
Squalificati: nessuno
Indisponibili: Stevanovic, Santana, D’Ambrosio, Barreto

Catania (4-3-3): Andujar; Augustyn, Bellusci, Spolli, Capuano; Izco, Biagianti, Almiron; Barrientos, Bergessio, Gomez.
A disp.: Frison, Terracciano, Cabalceta, Ricchiuti, Cani, Sciacca, Salifu, Castro, Petkovic, Keko, Doukara. All.: Maran
Squalificati: nessuno
Indisponibili: Potenza, Alvarez, Legrottaglie, LodiRolinMarchese

PALERMO-PARMA 1-3 Gobbi 34′ (PR), Valdes 37′ (PR), Belfodil 45′ (PR), Miccoli 77′ (PL)

Palermo (3-5-2): Benussi; Von Bergen, Donati, Aronica; Nelson, Faurlin, Viola, Sanseverino, Morganella; Hernandez, Miccoli.
A disp.: Brichetto, Fulignati, Muñoz, Mantovani, Aquino, Anselmo, Kosnic, Petermann, Sperduti, Formica, Dybala. All.: Sannino
Squalificati: Kurtic (1), Garcia (1)
Indisponibili: Dossena, Ilicic, Sorrentino, Fabbrini

Parma (4-3-3): Mirante; Benalouane, Paletta, Lucarelli, Gobbi; Parolo, Valdes, Ampuero; Biabiany, Amauri, Belfodil.
A disp.: Pavarini, Bajza, Coda, Rosi, Mesbah, Morrone, Palladino, MacEachen, Galloppa, Ninis, Sansone, Boniperti. All.: Donadoni
Squalificati: Marchionni (1)
Indisponibili: Mariga, Santacroce, Strasser

INTER-UDINESE 2-5 Pinzi 1′ (U), Domizzi 10′ (U), Juan 12′ (I), Di Natale 44′ (U), Silva 61′ (U), Muriel 70′ (U), Rocchi 72′ (I)

Inter (4-3-2-1): Handanovic; Nagatomo, Pasa, Juan Jesus, Pereira; Kuzmanovic, Kovacic, Cambiasso; Guarin, Alvarez; Rocchi.
A dis.: Carrizo, Belec, Schelotto, Spendlhofer, Ferrara, Olsen, Benassi, Garritano, Palacio, Forte. All.:: Stramaccioni
Squalificati: nessuno
IndisponibiliCassanoChivu, Jonathan, Obi, Mudingayi, Milito, Castellazzi, Stankovic, Mbaye, Gargano, Samuel, Silvestre, Zanetti, Ranocchia

Udinese (3-4-2-1): Brkic; Benatia, Danilo, Domizzi; Basta, Allan, Pinzi, Gabriel Silva; Pereyra, Muriel; Di Natale.
A disp: Padelli, Pawlowski, Angella, Heurtaux, Ranegie, Campos Toro, Merkel, Badu, Pasquale, Zielinski, Maicosuel, Rodriguez. All. Guidolin
Squalificati: nessuno
Indisponibili: Lazzari, Faraoni

CAGLIARI-LAZIO 1-0 Dessena 83′ (C)

Cagliari (4-3-1-2): Agazzi; Dessena, Rossettini, Astori, Avelar; Ekdal, Conti, Nainggolan; Cossu; Pinilla,Sau.
A disp.: Avramov, Russu, Eriksson, Deiola, Casarini, Thiago Ribeiro, Ibarbo, Nenè. All.: Pulga-Lopez
Squalificati: nessuno
Indisponibili: Pisano, Murru, Perico, Cabrera, Ariaudo

Lazio: (3-4-3): Marchetti; Biava, Cana, Dias; Konko, Ledesma, Gonzalez, Lulic; Candreva, Floccari, Klose.
A disp.: Bizzarri, Strakosha, Ciani, Crecco, Mauri, Stankevicius, Onazi, Kozak, Saha, Ederson. All.: Petkovic
Squalificati: nessuno
Indisponibili: Brocchi, Pereirinha, Hernanes, Saha, Radu

BOLOGNA-GENOA 0-0

Bologna (4-2-3-1): Stojanovic; Garics, Sorensen, Naldo, Morleo; Perez, Taider; Kone, Diamanti, Gabbiadini; Gilardino.
A disp.: Agliardi, Lombardi, Motta, Natali, Abero, Pazienza, Pulzetti, Christodoulopoulos, Guarente, Pasquato, Moscardelli, Krhin. All.: Pioli
Squalificati: nessuno
Indisponibili: Cherubin, Curci, Antonsson, Carvalho,

Genoa (4-3-1-2): Donnarumma; Pisano, Portanova, Manfredini, Moretti; Rigoni, Jankovic, Toszer; Bertolacci; Floro Flores, Borriello.
A disp.: Cassani, Said, Stillo, Alhassan, Antonelli, Nadarevic, ImmobileAll.: Ballardini
Squalificati: nessuno
Indisponibili: Rossi, Jorquera, Olivera, Ferronetti, Bovo, Ganqvist, Kucka, Frey, Matuzalem, Tzorvas

ATALANTA-CHIEVO 2-2 Stendardo 8′ (A), Thereau 77′ e 93′ (C) e Giorgi 84′ (A).

Atalanta (4-3-1-2): Consigli; Bellini, Stendardo, Capelli, Brivio; Carmona, Cigarini, Biondini; Bonaventura; Parra, Denis.
A disp: Polito, Scaloni, Canini, Lucchini, Moralez, Del Grosso, Contini, Giorgi, De Luca, Radovanovic,LivajaAll. Colantuono
Squalificati: nessuno
Indisponibili: Budan, Cazzola, Raimondi, Marilungo, Brienza, Troisi

Chievo (5-3-2): Squizzi; Sardo, Papp, Andreolli, Cesar, Dramè; Cofie, Vacek, Guana; Stoian, Thereau.
A disp.: Provedel, Sampirisi, Coulibaly, Jokic, Toskic, Djiby, Sowe, Da Silva, Farkas, Hauche. All. Corini
Squalificati: nessuno
Indisponibili: Ujkani, Spyropoulos, Pellissier, Paloschi, Puggioni, Dainelli, Frey, Luciano, Hetemaj

SIENA-MILAN 1-2 Terzi 28′ (S), Balotelli 85′ (M) e Mexes 87′ (M)

Siena (3-4-2-1): Pegolo; Terzi, Terlizzi, Felipe; Vitiello, Calello, Della Rocca, Rubin; Rosina, Sestu; Emeghara.
A disp.: Farelli, Paci, Uvini, Bolzoni, Angelo, Belmonte, Matheu, Valiani, Verre, Agra, Paolucci, Bogdani.All.: Iachini
Squalificati: nessuno
Indisponibili: Vergassola, Matheu, Pozzi, Grillo, Reginaldo

Milan (4-3-3): Abbiati; Abate, Zapata, Mexes, De Sciglio; Flamini, Montolivo, Ambrosini; Robinho, Balotelli, El Shaarawy.
A disp.: Gabriel, Amelia, Yepes, Bonera, Antonini, Zaccardo, Constant, Salamon, Nocerino, Pazzini, Traoré, Niang. All.: Allegri
Squalificati: Muntari (2)
Indisponibili: De Jong, Bojan, Boateng

ROMA-NAPOLI 2-1 Marquinho 47′ (R), Destro 59′ (R), Cavani 83′ (N)

Roma (4-3-2-1): Lobont; Piris, Romagnoli, Burdisso, Dodò; Perrotta, Tachtsidis, Florenzi; Marquinho, Lamela; Osvaldo.
A disp.: Goicoechea, Svedkauskas, Castan, Torosidis, Taddei, Lucca, Bradley, Pjanic, Destro, Lopez.All.: Andreazzoli
Squalificati: Totti (1), Guberti (fino ad agosto 2015).
Indisponibili: Stekelenburg, MarquinhosBalzarettiDe Rossi.

Napoli (4-3-1-2): De Sanctis; Gamberini, Cannavaro, Britos; Maggio, Behrami, Dzemaili, Zuniga; Hamsik; Cavani, Pandev.
A disp.: Rosati, Colombo, Grava, Mesto, Rolando, Inler, Radosevic, Donadel, Armero, El Kaddouri, Calaiò. All.: Mazzarri
Squalificati: Insigne.
Indisponibili: Campagnaro.

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