Fredy Guarin, ex centrocampista colombiano che ha militato, tra le altre, anche nell’Inter, ha rilasciato una lunga intervista a Caracol Television in cui ha parlato dei problemi con l’alcol che l’hanno accompagnato per tutta la sua carriera: “Mi ubriacavo due giorni prima della partita, poi arrivavo in campo e le cose andavano. Lavoravo più di quando non bevevo, forse per il senso di colpa. Bevevo a casa, al ristorante, in discoteca e cercavo compagnia. Champagne ovunque, le migliori modelle… Sapevo che stavo sbagliando”.
“Sentivo che non c’era un limite – ha proseguito – ero completamente immerso nell’alcol. Il mio agente e io ci siamo detti: ‘Bisogna andare via, non si può più restare a Milano'”. Poi la parentesi in Cina e il trasferimento al Vasco da Gama, in Brasile: “Sono stati sei mesi che mi hanno fatto sentire I’uomo più felice del mondo… 50, 60, 70 birre in una notte. E arrivata la pandemia, non c’erano gli allenamenti. Non c’era paura. Andavo nelle favelas, stavo con una ragazza qualsiasi e mi abbandonavo completamente. Ubriaco, poi andavo a cercare il pericolo. Non percepivo il rischio. Mi addormentavo e mi svegliavo con la birra accanto, per poi ubriacarmi di nuovo. Vivevo al 17esimo piano, mi ero disconnesso dalla vita e la mia reazione fu quella di buttarmi. C’era una rete sul balcone, saltai e mi ributtò indietro”.