Gabriele Gravina, il numero uno del calcio, è finito nel tritacarne della inchiesta di Perugia, alias lo scandalo del (presunto ) dossieraggio. Il presidente della FIGC è accusato di appropriazione indebita e autoriciclaggio. I fatti risalgono al 2018 quando guidava la Lega Pro. L’ipotesi è che il giro di denaro nascondesse una tangente. Nel mirino c’è una transazione di 250 mila euro usata per un acquisto immobiliare.
Gabriele Gravina, classe 1953, pugliese di Castellaneta (Taranto), mercoledì è stato ascoltato dai PM della Procura di Roma per un’ora. Gravina è finito nell’inchiesta “ dossieraggio” della Procura di Perugia come vittima ( assieme alle altre decine di politici, sportivi e Vip spiati). L’interrogatorio è stato voluto con tempestività dallo stesso Gravina che si è presentato a Piazzale Clodio con i suoi avvocati per fare chiarezza sulla propria posizione. Gravina ha portato a sua difesa “diverse decine di pagine” di prove, tracciamenti, documenti che lo scagionerebbero da ogni accusa relativa al bando del 2018 sui diritti televisivi della Lega Pro, la compravendita di libri antichi (mai conclusa) che avrebbe portato a un guadagno solo per le caparre tra i 250 e 350.000 euro e l’acquisto di una casa a Milano per la figlia della sua compagna. Tre circostanze che, secondo i Pm, potrebbero essere tra loro collegate e costituire vari reati.
Tutto è cominciato (ottobre 2022) da un esposto del ministro Crosetto che ha fatto partire una inchiesta (aprile 2023) su accessi sospetti alle banche dati. La Procura di Perugia competente per territorio si è messa al lavoro e tra gli indagati, ha indicato il finanziere Striano e il Pm Laudati. Tra gli spiati del così detto “sistema dei dossier” (secondo il Pm Melillo) c’è una regia occulta dietro lo spionaggio, addirittura un mercato di informazioni. Insomma Striano non è da solo. Tra gli spiati c’è appunto Gravina. È il caso di ricordare che i Pm di Roma hanno aperto un fascicolo senza ipotesi di reato ne’ indagati. Tutto è ancora in alto mare anche se maggioranza e Pd sollecitano chiarezza. Laconico il presidente del CONI Giovanni Malagò: “Dico la verità. A sentire parlare di dossier e calcio coinvolto, provo una grande tristezza”.
Gabriele Gravina è prima di tutto un grande appassionato di calcio. Lo è da sempre, fin dal 1984 quando era proprietario della squadra del Castel di Sangro di cui è poi stato presidente fino al 2000. In quel periodo Gravina è diventato consigliere della Lega Professionisti serie C e poi consigliere federale della FIGC. Dopo essere stato per 2 anni membro della Commissione della Uefa, ha successivamente ricoperto la carica di capo delegazione della Nazionale Under 21 guidando gli azzurrini ai giochi olimpici di Atene e di Pechino. Dall’ottobre 2018 è presidente della Federcalcio. Dal 5 aprile 2023 e anche vice presidente della Uefa. Questa estate è entrato di prepotenza nelle cronache con la gestione del passaggio di consegne tra Mancini e Spalletti. La sua difesa considera la vicenda intrisa di “accuse lunari” e sostiene che la deposizione volontaria abbia chiarito tutto.
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