Il 5 gennaio 2024 cadrà il primo anniversario della morte di Gianluca Vialli. Al Corriere della Sera Nino Vialli, uno dei quattro fratelli di Luca, ha raccontato quei drammatici giorni:
“Era cosciente che la fine si avvicinava, l’attendeva con impazienza, voleva smettere di soffrire, di lottare. Non era da lui, ma la malattia era durata troppo”.
Le parole del fratello di Gianluca Vialli
“Io, negli ultimi anni, da che mi sono trasferito in Thailandia, Luca l’ho vissuto pochissimo – racconta – Ci sentivamo per telefono. Spesso, dopo che ha scoperto la malattia, non mi rispondeva, a volte neanche ai messaggi, io credo per l’imbarazzo che gli chiedessi ‘Come stai?’. Si faceva sentire quando stava proprio bene, sennò si negava un pochino”.
Il rapporto si è rinsaldato quando la fine del fratello si avvicinava: “Mia moglie Nadia e io siamo stati ininterrottamente a Londra in quei giorni e ho avuto la soddisfazione di riscoprire un rapporto che comunque c’era. Un rapporto da fratello maggiore. Cosa mi ha detto? Era fatto alla sua maniera. Quando siamo arrivati in stanza, ci ha detto: ‘Non preoccupatevi: se voglio qualcosa, ve la chiedo’. Il 27-28 dicembre ci ha rincuorato: ‘Siete i compagni ideali, siete qui, io so che ci siete’. Penso che la sofferenza fosse troppa. Si appisolava sempre più frequentemente, si svegliava poco e noi abbiamo solo potuto stagli vicino. Eravamo tutti lì quando è spirato”.
Poi il fratello di Gianluca ritorna ai ricordi dell’infanzia: “Era superiore alla media. Ci teneva a primeggiare. Era il primo della classe. Era spiritoso, simpatico, estroverso, faceva le gag. Un aggettivo per descrivere mio fratello? Brillante. Dire spiritoso è limitativo, intelligente è limitativo. Brillante forse mette insieme tutta la sua personalità. E perfezionista”.