Storica vittoria di un africano di colore al Tour de France. Per la prima volta un ragazzo eritreo, Benjamin Girmay, 24 anni, ha vinto in volata la terza tappa della Grand Boucle. Primo sul traguardo di Torino con una volata coraggiosa e strepitosa. Ha battuto i più grandi velocisti del mondo. Storica anche la prima maglia gialla in Equador: l’ha indossata Carapaz.
Girmay, la “freccia di Asmara”, alfiere del team Intermarché-Wanty, si è confermato ancora una volta l’uomo principale della svolta ciclistica africana. Anni fa è stato il primo africano di colore a vincere una tappa in un Grand Tour; si è ripetuto a Torino nella corsa più prestigiosa al mondo.
Richard Carapaz, 31 anni, stella dell’Equador, oro olimpico a Tokyo e vincitore del Giro d’Italia 2019, ha ereditato la maglia gialla da Pogacar in virtù dei migliori piazzamenti nelle tre prime tappe. Festa grande a El Carmelo, la sua città natale, e cori e balli a Torino di tifosi ecuadoriani.
La Piacenza-Torino di 230 km, la tappa più lunga del Tour – la prima in giallo di Tadej Pogacar, la terza in Italia- ha mantenuto le promesse: frazione combattuta solo nel finale, 3 GPM di quarta categoria, l’omaggio a Fausto Coppi nelle sue terre, la preparazione dei “treni” per i propri velocisti, la folla lungo le strade del Campionissimo (vincitore di due Tour). E una vittoria storica. Partenza alle 11.41, calma piatta , andatura lenta, gruppo rilassato. Primo GPM a Tortona dopo 71 km (vittoria della maglia verde Abrahamsen).
Ad Alessandria lo sprint intermedio e Pedersen si prende i 20 punti in palio; Philipsen, secondo, 17. Gruppo sempre compatto. Mancano 120 km al traguardo. Il secondo GPM (Barbaresco, 263 metri, primo Sobrero) al km 156; il terzo (Sommariva Perno, 368 m.) è al km 181. Atmosfera gioviale in gruppo, andatura soporifera tra i meravigliosi vigneti delle Langhe. Poco prima di Alba evade il francese Grellier, prende il largo e gli applausi, resta in fuga, supera l’ultimo GPM di giornata in solitaria con un vantaggio di 49” e tira dritto, consapevole di essere assorbito dal plotone quanto prima. Ma resiste a beneficio delle telecamere. Ed infatti dopo Ceresole viene inghiottito.
Il gruppo, compatto, si prepara al gran finale. Il serpentone entra nel Torinese a 50 km/h. Tutta un’altra musica. I “treni”centellinano le energie tenendo al coperto i loro uomini-jet e si marcano stretti. Volano sportellate a 65 km/h. A Vinovo (15 km al traguardo) vengono superate pericolose rotonde. Cadono Philipsen e Amirail; fora Van der Poel a 6 km dall’arrivo. Pogacar e Vingegaard nelle prime posizioni per non correre eccessivi rischi. Ai -2,5 km un’altra brutta caduta. Volatona storica: vince l’eritreo Girmay, infilandosi con coraggio sul lato transenne. Un lampo. È il primo africano a vincere una tappa al Tour. Maglia gialla a Carapaz, il primo ciclista dell’Ecuador in giallo.
1. Girmay, 2. Gaviria, 3. De Lie, 4. Pedersen, 5. Gronewegen, 6. Bauhaus, 7. Jakobsen, 8. Ballerini, 9. Sam Bennett, 10. Coquard.
1. Carapaz, 2. Pogacar, 3. Evenepoel 4. Vingegaard ( tutti con lo stesso tempo), 5. Bardet (+0.6), 6. Pello Bilbao (+0.21)E con lo stesso tempo: 7. Martin , 8. Bernal, 9 Hindley, 10. Vlasov.
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