Giro di Romandia, Sonny Colbrelli ha vinto la seconda tappa, di potenza e di mestiere, 3 italiani fra i primi 10

Il bresciano Sonny Colbrelli, velocista atipico, ha vinto di potenza e di mestiere, la seconda tappa del Giro di Romandia , la Neuveville-Saint-Imer di 165,7 km. Una tappa molto dura di 165,7 km con 3.400 metri di dislivello e ben sei GPM.

Colbrelli ha tenuto duro, è rimasto in una bella fuga di una quarantina di corridori. E dopo lo scollinamento del Col de la Vue des Alps, a 17 chilometri dal traguardo, si è piazzato alle spalle delle ruote veloci aspettando di aprire il gas. 

E all’ultimo chilometro il ragusano Damiano Caruso lo ha pilotato magnificamente ai 200 metri dallo striscione. A questo punto il Cobra è uscito nel vento, con esperienza. Si è buttato sulla sinistra chiudendo la possibile rimonta del neozelandese Patrick Bevin, buon pistard. Il Cobra, ieri secondo dietro Sagan, si è prontamente riscattato. Ed è quinto nella classifica generale. Niente da fare. Colbrelli ha vinto di una ruota. Ulissi quinto, Masnada ottavo.

Bene gli italiani. Tre azzurri nella Top Ten, sette nel gruppo dei migliori. Masnada, Cattaneo e Caruso in corsa per il podio. Rohan Dennis resta il leader della classifica generale. E tutti pensano al Giro d’Italia. A cominciare da Peter Sagan.

Lo slovacco – tra l’altro  è il primo corridore della storia a vincere tre Mondiali consecutivi in linea (2015, 2016, 2017) – ci tiene alla corsa rosa. Ha perso per Covid , riscontrato a inizio febbraio,  la base della preparazione che limava a  Gran Canarie. Ma sta recuperando, come si è visto nella volata di Martigny, battendo Sonny Colbrelli. Lui dice di essere pronto. Vuole lasciare un segno anche nel -Giro di quest’anno. Come l’anno scorso quando ha vinto – in modo spettacolare – la tappa di Tortoreto.

Giro di Romandia test prima del Giro d’Italia

Anche Elia Viviani e Filippo Ganna sono al Romandia per verificare le loro condizioni.

L’olimpionico veronese ( oro a Rio dell’Omnium in pista ) oltretutto  sta completando il recupero dopo lo stop di fine gennaio per un delicato intervento chirurgico al cuore matto ( oltre tre ore sotto i ferri ad Ancona ) .

Andrà a Tokyo, punterà alla conferma a 5 cerchi. Non alza le braccia al cielo  dal 21 settembre 2019. Dal Giro di Slovacchia dove ha battuto il francese Demare e il norvegese Kristoff. È stato il successo numero 78.

Viviani è l’italiano più vincente in attività. Filippo Ganna anche lui non è al top come si è visto nel prologo a cronometro (solo nono). Conta di riscattarsi nelle cronometro conclusiva domenica 2 maggio a Friburgo  ( 16,19 km ).

Poi subito a Torino a preparare la cronometro inaugurale di 8,6 km di un Giro d’Italia impegnativo (3.479,9 km, 48mila metri di dislivello, due crono, otto arrivi in salita). Un Giro che celebra (anche) i 700 anni dalla morte del Sommo Poeta e i 160 dell’Unità d’Italia.

 

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