Il padrone assoluto del Giro d’Italia 2021 è il colombiano Egan Bernal, primo a Cortina per distacco. Come a Campo Felice, mattatore della nona tappa. A Cortina concede il bis. Con una sicurezza quasi spavalda. Prima di tagliare il traguardo si toglie la mantellina per mostrare orgoglioso la maglia rosa. E a beneficio dei fotografi e delle tivù sudamericane allarga le braccia sfoderando il sorriso di circostanza.
Egan Bernal sempre più protagonista al Giro d’Italia
Ha blindato la Corsa Rosa. Non c’è n’è per nessuno. I fan colombiani, sempre presenti e caciaroni, improvvisano una rumba. Sono al settimo cielo. Sono straripanti. Sono incontenibili. Secondo, in compagnia dell’ottimo Caruso, arriva il francese Bardet. Poi alla spicciolata, come frati minor vanno per via, arrivano tutti gli altri. Yates prende una bella scoppola e perde il secondo posto in classifica generale. Gli subentra il ragusano Caruso. Ciccone sesto a 4’31”.
Il maltempo ha costretto gli organizzatori, d’accordo con le squadre, di cancellare due Passi Fedaia e il mitico Pordoi) accorciando il percorso di 59 durissimi km. E così la Sacile-Cortina è passata dai temuti 212 km ai più abbordabili 153 km. E’ rimasto il Passo Giau ( 2.233 metri ) dove Bernal ha iniziato a fare il vuoto rafforzando la classifica generale . È partito a doppia velocità. Lo hanno rivisto al traguardo.
Da notare che alla partenza (ritardata di una quarantina di minuti) è stato osservato un minuto di silenzio per ricordare le vittime della tragedia del Mottarone.
Giro, sorpresa sudafricana: Contador regista della banda ragazzi
La rivelazione del Giro 104 è il team sudafricano “Qhubeka Assos”. Tre vittorie in cinque giorni: a Montalcino con Schmid , a Verona con Nizzolo e a Gorizia con Campenarts. .Tre vittorie limpide. Inattese. Assolutamente imprevedibili. Perché è un team debuttante, nato da poco, ha licenza UCI World Tour dal 2016, le risorse sono quelle che sono. Anzi, per restare in vita è già alla ricerca di uno sponsor. Mica facile di questi tempi pandemici. Però il team è interessante.
Tanti ragazzi, due “chiocce” (Pozzovivo e Nizzolo ), qualche buon nome come Fabio Aru, lo stesso Campenarts che il 16 aprile 2019 , sulla pista messicana di Aquascalientes (1.900 metri) ha centrato il record dell’ora con 55,089 km; naturalmente Nizzolo, campione d’Italia e d’Europa, che a 29 anni sa regalare volate esplosive. E poi c’è il regista madrileno Alberto Contador, 40 anni, uno dei sette corridori ad aver vinto i tre grandi Giri ( Tour, Italia, Vuelta) . Con Ivan Basso ha fondato questa squadra. Una garanzia. Basterà?
Mercoledì 26 maggio la tappa Canazei-Sega di Ala
Dopo il riposo di martedì 25, va in scena una tappa tutta trentina, da Canazei a Sega di Ala. Un altro tappone di 193 km con tre GPM. La salita finale è dura come lo Zoncolan. Con pendenze Gino al 17%. Gli ultimi 10 k) presentano 1.100 metri di dislivello. Si attraversano in sequenza Val di Fassa, Val di Fiemme e l’Altopiano di Pinè. La classifica generale potrebbe registrare altri scossoni. Negli ultimi 38 chilometri c’è il Passo di San Valentino ( 1.315 metri ) e poi, dopo una discesa molto tecnica, l’impennata brusca che porta alla linea d’arrivo.