Il gigante friulano Jonathan Milan, 23 anni, velocista del team Lidl-Trek, l’olimpionico della pista, ha vinto la 11esima tappa del Giro d’Italia. Sprint imperiale sul traguardo di Francavilla al Mare. L’azzurro ha bissato il successo di Andora con una grande rimonta. La concorrenza si è esaurita in un battibecco tra Molano e Merlier, col colombiano che si è lamentato per essere stato chiuso vicino alle transenne. Fuori dalla top 10 Jakobsen in seguito a una caduta a 400 metri dalla linea d’arrivo. Con questa seconda vittoria Jonathan Milan ha consolidato la maglia ciclamino di leader della classifica a punti. Ritirato Uijtdebroeks, era quinto nella generale.
GARA SPETTACOLARE
La 11esima tappa di 207 km (e un dislivello di 1.850 metri) si è rivelata subito più movimentata della precedente. E francamente bastava poco. Partenza da Foiano di Val Fortore (Benevento) alle 12,20 e due minuti dopo va in fuga un terzetto coraggioso (Affini, Van Djike,Champion). Tre atleti di due importanti squadre: Visma e Cofidis. La tappa è divisa in due parti: la prima ha attraversato l’Appennino fino a Termoli; la seconda è stata una lunga galoppata sulla statale Adriatica fino al traguardo di Francavilla al Mare. Dopo due ore di corsa il trio è sempre in fuga: Van Djike è passato per primo sul GPM di Pietracatella (km 48,4) e Champion ha vinto il traguardo volante di Casacalenda (km 74,5). Il gruppo si limita a tenerli sotto controllo.
LA SVOLTA A TERMOLI
Raggiunta la costa Adriatica nel Molise, la corsa ha assunto una diversa fisionomia. Lungomare affollato, la fuga resiste ma fatalmente il vantaggio si assottiglia. Il gruppo alza un poco il ritmo, i velocisti si risparmiano. A San Salvo Marina, Champion ha vinto l’Intergiro; messi in cascina 138 km. I battistrada insistono pur consapevoli di avere solo un margine teorico. A Vasto la situazione è sostanzialmente immutata . Nella discesa verso Casalbordino (Chieti) toccati gli 80 km/h. Ultimi 40 km, il trio fuggiasco è lasciato a 500 metri. Non di più. Allo Sprint di Fossacesia Marina finisce la fuga e comincia la bagarre.
FINALE CAOTICO
Ultimi 20 km, la tensione sale alle stelle,si costeggiano le spiagge, si formano i “treni” per lanciare gli uomini-jet. Quattro ore di corsa se ne sono andate. A Ortona le squadre prendono posizione con punte di velocità sui 74 km/h (vento favorevole). Ultimi 5 km, esplode la ferocia agonistica. Rettilineo finale, brividi, una caduta choc a 900 . Dal “mucchio selvaggio”spunta Jonathan Milan,apre il gas. Potenza pura, esagerata, titanica. Maestosa anche l’esultanza. Vince a braccia alzate. Poi è sommerso dagli abbracci, dai taccuini, dai microfoni. Incontenibile e contagiosa la sua felicità. Ha messo in fila fior di velocisti.
ORDINE DI ARRIVO
1. Jonathan Milan, 2. Tim Merlier, 3. Grovis, 4. Giovanni Lonardi, 5. Pithie, 6. Molano, 7. Van Poppel, 8. Gaviria, 9. Bauhaus, 10. Aniolkowski.
CLASSIFICA GENERALE
Primo Pogacar, 2. Martinez (+2.40), 3. Geraint Thomas (+2.56), 4. O’ Connor (+3.39), 5. Tiberi (+ 4.27), 6. Bardet (+4.57), 7. Fortunato (+5.19), 8. Filippo Zana (+5.23), 9. Rubio (+5.28), 10. Arensman (+5.52).
TAPPA N. 12 CON I MURI DA CLASSICA
Frazione marchigiana di 193 km che inizia in Abruzzo , a Martinsicuro ( Teramo) e poi tocca tutte le cinque province delle Marche: Ascoli Piceno, Fermo, Macerata, Ancona, Pesaro-Urbino. Tappa che termina a Fano, la “Città della Fortuna”, come la chiamavano gli antichi romani che qui hanno fermato i Cartaginesi di Asdrubale (fratello di Annibale) e con Aureliano hanno bloccato le invasioni barbariche. Frazione insidiosa perché, dopo aver fatto annusare il mare, vira all’interno e affronta i popolari “muri” che ricordano quelli delle Classiche. E nel finale c’è l’inedito Monte Giove, l’ultima propaggine dei Monti Ausoni (Antiappennino laziale). Venerdì la Carovana riparte da Riccione.