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Giro d’Italia, Pogacar Superman, trionfa nella tappa regina, primo in solitaria al traguardo di Livigno

Pogacar Superman. Trionfa nella tappa regina del Giro d’Italia, primo in solitaria al traguardo di Lìvigno. Percorre l’ultimo km accompagnato dagli sbandieratori sloveni nel delirio popolare, in una cornice di pubblico rapito da un marziano. È  arrivato dopo sei ore di corsa, ha salutato tutti dispensando sorrisi contagiosi e felicità. Puro spettacolo.

Mai visto una cosa del genere. Ha vinto alla sua maniera. Cioè di forza, sapienza tattica, furore agonistico. A 10 km dall’arrivo, ad 1 km. dal GPM di Foscagno, ha aperto il gas e ha annullato i 50” di distacco dal battistrada Quintana in un amen. Il sudamericano è riuscito ugualmente a scollinare per primo ma,nella breve discesa del Mottolino,  Pogacar lo ha raggiunto come un falco  e superato. Superman e’ arrivato sulla pista da sci a 2385 m. superando gli  ultimi tratti al 19% con la levita’di una farfalla. Tifo da Maracana, quando giocava Pelé.

ORDINE DI ARRIVO
1. Pogacar, 2. Quintana (+0.29), 3. Stenhauser (+2.32), 4. Bardet (+2.47), 5. Martinez (+2.50), 6. Geraint Thomas (+2.50), 7. Rubio (+2.58), 8. O’Connor (+2.58), 9. Aresman (+3.05), 10. Hirt (+3.20).

CLASSIFICA GENERALE
1. Tadej Pogacar, 2. Geraint Thomas (+6.41), 3. Martinez (+6.56), 4. O’Connor (+7.43), 5. Tiberi (+9.26), 6. Aresman (+9.45), 7. Bardet (+10.49), 8. Zana (+11.11), 9. Rubio (+12.13), 10. Hirt (+13.11).

LA TAPPA PIÙ DURA DEL GIRO
Da Manerba del Garda a Livigno, frazione di 222 km con dislivello di 5.400 metri. E cinque premi della montagna due dei quali di prima categoria: Mortirolo (1.854) e Foscagno (2.291) con l’arrivo al Mottolino (2.385). Ne è uscita una tappa come da copione: dura, selettiva,oltremodo difficile.
Partenza alle 10.49 con 152 corridori (42 italiani). Due GP nei primi 64 km: Lodrino e San Zeno.; il terzo (Malonno)al km 130. Avvio consueto, dodici all’attacco, ripresi da altri contrattaccanti. Dopo due ore di corsa al comando si trova un gruppone di 50 uomini ,la maglia rosa è a 5 minuti.

LA SALITA-TOTEM VINTA DA CHRISTIAN SCARONI
Il Mortirolo è scalato  – dopo 3 ore e mezza di corsa – dal versante bresciano, da Monno, comune della Val Camonica. Sono 12,6 km con 962 metri di dislivello con una pendenza media del 7,6% e tratti micidiali al 19%. Scollinamento a 1.850 metri al km 155. Restano da fare 67 km. Come la prima volta (1990, Bugno maglia rosa), il Mortirolo ha regalato forti emozioni. È stato affrontato da un terzetto di audaci (Scaroni, Tonelli, Pellizzari) tallonato da due corazzate: UAE e Ineos. A 7,2 dalla vetta molla Tonnelli,gli subentra Conci. Il prestigioso Mortirolo è vinto dal bresciano Christian Scaroni, scalatore Astana; secondo Pellizzari, terzo Conci. Tre azzurri primi sulla vetta iconica. Ricongiungimento immediato: restano in 18 al comando  a vanno all’attacco degli ultimi scogli. Nell’ordine: Le Motte(1.422), Isolaccia (1.345), Foscagno (2.291). A 40 km dal traguardo salta l’accordo tra i battistrada. Comincia un’altra corsa. Un altro show. Sale alla ribalta la maglia rosa Pogacar con una rimonta titanica.

TAPPA N.16, CANCELLATO LO STELVIO
Dopo il riposo di lunedì 20, il Giro d’Italia comincia la sua terza ed ultima settimana. Sono le ultime 6 tappe: cinque al Nord e gran finale a Roma, domenica 26. Martedì 21 si corre la Livigno-Santa Cristina Valgardena (Monte Pana). Una frazione di 206,6 km, modificata all’ultimo momento. Le recenti nevicate sul passo dello Stelvio, e il successivo aumento delle temperature ha fatto crescere il rischio di slavine .

Pertanto l’organizzazione del Giro d ‘Italia, per salvaguardare la sicurezza della Carovana Rosa, ha deciso di fare delle modifiche. La Cima Coppi , che in precedenza era lo Stelvio, martedì diventa il Giogo di Santa Maria/ Umbrailpass a quota 2.489 metri. Da lì a Tubre si percorrono 18 km. in territorio elvetico.  Una tappa di pura, alta montagna attraversata dalla valle dell’Adige e dell’Isarco che la rendono composta da tre parti distinte.

LA CIMA COPPI
La Cima Coppi e la più alta montagna da scalare per ogni edizione del Giro d’Italia. Cambia di anno in anno, in relazione al profilo altimetrico e si identifica spesso proprio con il passo dello Stelvio, che con i suoi 2.758 metri, è il punto più alto mai raggiunto dal Giro, nonché il valico stradale più alto d’Italia. Il transito sullo Stelvio è stato oggetto di tante problematiche nella storia del Giro, come nella edizione 1965 quando la scalata si fermò a 800 metri dalla cima causa slavina. Mercoledì 22 c’è la tappa “ cattiva” con l’arrivo al Passo Brocon (1610 metri).

Marco Benedetto

Ha fondato Blitz e lo ha diretto fino al 2018. Ha anche firmato oltre 200 articoli. Ora si è ritirato, come conviene all’età, ma ogni tanto non perde l’occasione per dire la sua.

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