Il velocista danese Mads Pedersen, 27 anni, uomo jet del team Trek-Segafredo, ha vinto in volata la sesta tappa del Giro d’Italia, nettamente primo sul prestigioso traguardo di Napoli. Il campione del mondo in linea 2019 (nello Yorkshire) ha fatto valere la sua potenza e il suo talento cristallino regolando fior di velocisti come Milan (2), il tedesco Ackerman (3), Groves (4), Gaviria (5), Matthews (6), Albanese (7),Mairhofer (8), Rota (9), Simone Velasco )10). Immutata la classifica generale. Sempre in maglia rosa il norvegese Andreas Leknessund. Secondo Evenepoel a 28”, terzo Paret-Peintre a 30”. A seguire Almeida (+1’), Roglic (+ 1,12”). Primo degli italiani Albanese, decimo a 1’39”).
Sesta tappa del Giro d’Italia. Frazione di 162 km. Partenza e arrivo a Napoli. Clima da festa bis, sette giorni dopo la conquista del terzo scudetto. Tappa con 3.170 metri di dislivello e due GPM di tutto rispetto: il Chiunzi (656 metri dopo 48,8 km), e il Picco Sant’Angelo (469 m. dopo 95,9 km, una dozzina di km prima di Sorrento). Ne è uscita la corsa che ci si aspettava dopo le rocambolesche scene del giorno precedente. Su tutte le due cadute di Evenepoel (la prima colpa di un cane) e il singolare modo con cui Cavendish ha tagliato il traguardo disteso come un manifesto in seguito ad una caduta a tre metri dalla linea d’arrivo; scivolone che comunque gli ha permesso di salvare il quarto posto. La Napoli-Napoli è risultata tutta un’altra. Oltretutto nel sole.
Partenza alle 13.25, fuga di giornata di un quintetto tosto, tra cui Gavazzi e De Marchi. Con Clarke,Delettre, Quartermann. Magico il passaggio di Amalfi, Furore,Positano; scenari mozzafiato. I cinque sempre in fuga. Strade strette, curve frequenti e insidiose a strapiombo sul mare. Volano al comando De Marchi e Clarke. Picchiata su Sorrento (-54,2 km al traguardo), gran folla sotto gli striscioni azzurri, bandiere al vento; autentica festa di popolo. Il tandem Italo-australiano è sempre in testa ai -30 km e passa in solitaria Castellamare di Stabia (sud di Napoli).
A Torre Annunziata i battistrada conservano un paio di minuti di vantaggio. Il gruppo accende la caccia. Ai -20 km il gap è sceso a 1’38”. A Torre del Greco è sceso ancora (1’17”). Ai -15 il distacco è di 1’14”, a Portici è sul minuto. Ultimi 10 km da copione: bagarre secca. Gruppo a 59”. Finale palpitante, ai -7 km il gap è di 49”. Le rotonde rallentano la caccia ai fuggitivi. Ultimi 3 km, il margine è sul filo dei 30”. Ultimo km, i battistrada vengono ripresi a 300 metri, dopo una fuga di 160 km, dalla linea d’arrivo. Una beffa atroce. Campo libero per gli uomini jet. Sprint regale. Pedersen brucia Milan, Ackerman.
Da Capua al Gran Sasso d’Italia. Tappone di 218 km, traguardo sul mitico Campo Imperatore posto a 2.130 metri di altitudine. Frazione che si snoda in tre regioni (Campania, Molise, Abruzzo). Importanti passaggi a Roccaraso e Sulmona. Due traguardi volanti e tre GPM. Suggestivo l’arrivo a Campo Imperatore, provincia dell’Aquila, noto anche come “Piccolo Tibet”. I tifosi potranno salite solo con la funivia . C’è il rischio maltempo. Si teme un arrivo con pioggia mista a neve.
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