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Giuseppe Rossi, niente squalifica per doping: solo una nota di biasimo

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Giuseppe Rossi, niente squalifica per doping: solo una nota di biasimo

ROMA – Ha prevalso la buona fede. Giuseppe Rossi se l’è cavata con un’ammonizione, in gergo giuridico una “nota di biasimo”. Lo ha annunciato, al termine dell’audizione al Tribunale nazionale antidoping di Nado Italia, l’avvocato di ‘Pepito’, Sergio Puglisi Maraja.

“La buona fede di Giuseppe – ha spiegato il legale – è stata compresa, non è stata decisa alcuna sanzione ma solo un richiamo, una nota di biasimo. Che stia più attento. Però lui ancora non si rende conto di come può aver assunto quel prodotto”.

“Oggi è finito un incubo di 4 mesi! Adesso voglio pensare solo al calcio e continuare a fare quello che amo più di ogni altra cosa!”. Con questo breve messaggio su Instagram, accompagnato da una foto con la maglia della Fiorentina, il giocatore ha manifestato la propria gioia. La positività era emersa dopo un controllo del 12 maggio scorso, al termine di Benevento-Genoa. Ora Rossi potrà tornare a cercare un contratto che gli faccia ritrovare il sorriso che aveva perso e che ieri, 1 ottobre, finita l’udienza agli uffici dello stadio Olimpico di Roma, ha accennato, pur preferendo non parlare ai cronisti limitandosi a un semplice “sono felice”.

Poi la nota con cui dichiara di essere “sempre stato pulito, questo è un evidente caso da archiviare. La positività è fondata su un’involontaria contaminazione alimentazione”.

A caldo, invece, ha lasciato la parola al suo avvocato, che ha spiegato la questione legata all’uso della sostanza dopante dorzolamide e i motivi per cui la I Sezione del Tna, presieduta da Adele Rando, ha preferito non infierire sull’attaccante respingendo la richiesta di un anno di squalifica avanzata dal Procuratore Pierfilippo Laviani in sede di deferimento: “Non c’è nessun pericolo di sospensione o squalifica – le parole di Puglisi Maraja – È vero che è stata accertata una colpevolezza, ma è stata inflitta solo una nota di biasimo, una sanzione equa. È vero che è stato rinvenuto l’uso di un prodotto dopante, ma è anche vero che da tutti gli accertamenti non è emersa intenzionalità e l’utilizzo è stato di una dose minima. Quindi parliamo di una colpa minima, tanto che il Tribunale ha ragionato con equità e giustizia”.

Dopo cinque operazioni al ginocchio e una serie di infortuni che hanno fatto della carriera di Rossi un calvario, da oggi Rossi è libero di scegliere la migliore proposta: gli Usa, oppure una nuova chance in Europa. 

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