FIGC, confermato Gabriele Gravina per la terza volta presidente con il 98,68% dei voti. Inizia con un plebiscito bulgaro il terzo regno – votazioni al Waldorf Astoria di Roma – con una schiacciante e prevedibile maggioranza: 481 voti a favore contro solo 6 schede bianche. Un risultato che conferma l’unità ritrovata di cui aveva parlato il presidente uscente. Eletto una prima volta ad ottobre 2018, rieletto nel febbraio 2021, ora con questa conferma si manifesta un messaggio chiaro che va oltre i numeri: 250 i votanti su 274 aventi diritto. Mancava Lotito e la Lazio non ha votato; viceversa De Laurentiis ha seguito la linea comune. Il motto del presidentissimo (“unire e cambiare“) ha fatto centro.
Il nuovo consiglio federale
Ecco i nuovi compagni di Gravina che siederanno per la Lega SerieA al suo fianco: Simonelli membro di diritto come gli altri presidenti delle Leghe. Inoltre: Marotta (Inter), Calvo (Juventus) e Campoccia (Udinese); per la serie B: Bedin e Giovanni Carnevali (Sassuolo); per la Lega Pro: Matteo Marani e Daniele Sebastiani; per la serie D: oltre al presidente Abete anche Bazzerla, Fantazzini, Ortolano, Pedrazzini e Tambaro; per gli atleti: Bernardi, Biondini, Calcagno e Sara Gama; per i tecnici: Camorese e Citta.
La felicità del Ct Spalletti
Big Luciano non si è fatto attendere negli elogi al riconfermato presidente. Ha detto di essere felice “a livello professionale e umano”. Sulla stessa linea il presidente della Fifa Gianni Infantino, presente con quello della Uefa Ceferin. Infantino ne ha approfittato per fare una battuta sull’Italia assente dai mondiali sotto la sua guida: ”Datevi una mossa”. Ha poi insistito sulla priorità degli stadi: “Che siano una priorità lo sanno anche i muri“.
Le parole del presidente federale
Gabriele Gravina non ha nascosto la sua emozione davanti a un risultato eclatante. E pensare che aveva in animo di non candidarsi. Poi ha accettato per “completare il lavoro”. Ha detto: ”Siamo andati in gol, per usare la nostra metafora. Dobbiamo rimanere uniti e centrare tutti gli obiettivi di cui il calcio ha veramente bisogno”. Prima del voto Gravina aveva parlato di “Menzogne, tranelli, calunnie da smascherare attraverso l’unità delle urne”. Concetto condiviso dal n.1 della Lega Serie A, Ezio Maria Simonelli, che aveva detto: ”È finito il tempo delle divisioni e dei personalismi”. Questo si vedrà nel tempo.
Gli obiettivi da centrare
Il presidente Gravina è proiettato su quattro punti ben distinti:
1) Interventi legislativi (Decreto Crescita, Tax Credit, Decreto Dignità, Percentuale su scommesse, legge Stadi).
2) Riorganizzazione del settore tecnico e giovanile scolastico.
3) Nuovi criteri di ammissione dei club professionistici e l’impegno di valorizzare il calcio femminile e giovanile.
4) Sostegno ai 5 Stadi per euro 2032 (sicuri: Milano, Torino, Roma, Firenze). Il quinto stadio è ancora da scegliere. In lizza quattro città: Palermo, Bologna, Cagliari, Bari.
Ma il presidente ha in mente dell’altro. In primis gli aiuti dal Governo. Ha detto: ”Alcuni sport ricevono contributi dallo Stato, noi siamo trattati da Cenerentola e non mi piace”.