Guarda Mourinho che Tagliavento ha ragione…

Josè Mourinho

Ok, tanto so già come andrà a finire: da una parte i tifosi interisti a ipotizzare complotti, arbitri corrotti e scelte di campo (altrui).

Dall’altra chi guarderà all’arbitraggio di Tagliavento come a un esempio nel quale il regolamento è stato interpretato perfettamente. E alla lettera.

Io mi metto con un piede da una parte e un piede dall’altra: e provo a fare un ragionamento con voi.

Provo a dire che ogni tanto, almeno ogni tanto, Mourinho dovrebbe anche provare a smorzare i toni: e abbassare in particolare il loudness della polemica a priori, quella del giorno prima.

Per carità, su quello che dichiara il tecnico dell’Inter abbiamo modo di riempire siti e giornali per giorni: ma non credo che questo atteggiamento faccia sempre bene alla sua squadra.

E’ vero, l’Inter vive anche di energie nervose: ma se non avesse avuto la forza dei nervi saldi di Milito, Cambiasso e l’intelligenza tattica di Stankovic, forse non sarebbe riuscita a pareggiare  contro una Samp che per altro non ha neppure provato a vincere, nonostante 37′ in doppia inferiorità e quasi un’ora in dieci contro nove.

Ma ora questo spreco di energie fisiche e nervose rischia di costare carissimo nel momento più importante della stagione, la sfida contro il Chelsea.

Non credo che le colpe del pareggio con la Sampdoria, in una partita davvero brutta, spezzettata e per ampi tratti quasi incomprensibile, siano solo nella fiscalità di Tagliavento.

Fiscale certo, magari troppo: ma più nel non concedere un’occasione di cross a Eto’o allo scadere del primo tempo, che nell’espellere Cordoba e Samuel.

Aveva ammonito Pozzi per un’entrata evitabile su Stankovic e ha proseguito su questo metro di valutazione di conseguenza senza uscire per un istante da binari magari ostinati, ma coerenti: se è vero che una delle regole non scritte che dovrebbero consigliare un arbitro è il buon senso (magari quello di strigliare Cordoba a muso duro senza estrarre un secondo giallo), la prima regola scritta è quella di applicare il regolamento. E Tagliavento l’ha fatto.

Civile e appassionata la panolada di San Siro: ma le manette no… per favore. In tutta onestà non mi è sembrato il modo migliore per preparare la partita contro il Chelsea: a cominciare dalle dichiarazioni prepartita di Mourinho che ha alzato i toni di uno scontro verbale (parlando con toni sarcastici di Ranieri e di aree di 25 metri) che portano la tifoseria interista a non accettare più nessuna decisione che non sia favorevole.

Calma un attimo… si può ragionare? E’ sicuro: l’Inter ha avuto un arbitraggio non adeguato nel derby, ma questo non deve portare a un isterismo che comincia dal campo, porta agli spalti e non si sa dove può andare a finire.

Contro il Chelsea servirà l’Inter migliore, e forse anche un po’ più di calma. Perché non è sempre detto che la logica dei nervi tesi sia quella più produttiva.

Certo, se la palla di Eto’o fosse entrata e l’Inter avesse vinto anche questa, sarebbe stato il capolavoro di Mourinho. Che nel silenzio stampa per i giornalisti italiani ha dichiarato alla stampa inglese che l’Inter può perdere solo se rimane in sei.

Può avere ragione, e può essere una teoria affascinante: ma bisogna per forza arrivare in sette a fine partita per dimostrare che si è più forti di tutto e di tutti?

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