I 50 anni di ‘Tutto il calcio’ raccontato da Riva, Rivera e Mazzola

Da “Scusa Ameri…” a “che incanto quello” alle domeniche di oggi, dove il calcio di vede ovunque ma si sente soprattutto grazie alla trasmissione che con i suoi radiocronisti ha scritto la storia dello sport nazionale
Sandro Ciotti

‘Tutto il calcio’  compie 50 anni. Tanti auguri alla trasmissione radiofonia che ha regalato a milioni di italiani le immagini di quel calcio che allora era solo suoni e parole come la mitica «Scusa Ameri…». Ma ‘Tutto il calcio’ fu anche  la trasmissione fatta di uomini come ‘Mazzolino’, ‘Abatino’, ‘Rombo di tuono’, mostri sacri di un calcio che non ritornerà mai più.

E per queste ‘nozze d’oro’ il tributo arriva da quegli uomini che hanno fatto la storia del calcio per quegli uomini che la storia del calcio l’hanno raccontata: Ameri, Ciotti, Carosio, Provenzali, Ferretti, Luzzi, Bortoluzzi, nomi che tutti hanno imparato a memoria.

«E’ chiaro che, quando giocavo, non ascoltavo la trasmissione – ricorda Sandro Mazzola – ma se ero infortunato non potevo farne a meno. Ameri e Ciotti erano personaggi eccezionali, ai quali mi legano numerosi episodi. Ricordo ancora le partite a scopa e le sfuriate di Ciotti: una volta eravamo compagni e, all’ultimo giro, capì che non sapevo quale carta calare, quindi cominciò ad arrabbiarsi, ma era troppo tardi, perche calai sul tavolo la carta giusta e fu costretto a rimangiarsi quello che aveva detto. Mi resi conto, però, di avere corso un grande rischio. Con Ciotti successivamente ho anche giocato a calcio da vecchia gloria: era forte, correva tanto, nonostante fumasse tantissimo. Il mio preferito? C’era più feeling con Ameri, ma andavo d’accordo con tutti».

Carosio, invece, lo chiamava ‘Mazzolino’, per distinguerlo dal padre Valentino, morto nella sciagura di Superga e indimenticata bandiera del Grande Torino. «Io e mio fratello Ferruccio da bambini giocavamo a fare Carosio, a commentare la partita come faceva lui, che poi invece avrebbe raccontato le mie partite. Un giorno mi disse che aveva raccontato anche le imprese di mio padre, che aveva custodito un orologio che gli regalò di ritorno da una trasferta e che lui non era riuscito a comprare».

Gianni Rivera liquida ‘Tutto il calcio minuto per minuto’ con un «per fortuna l’ho ascoltata poco, segno che giocavo sempre». Gigi Riva, invece, racconta di avere ricevuto un bellissimo regalo proprio da Sandro Ciotti. «Si tratta di un disco che contiene le registrazioni delle sue radiocronache delle partite del Cagliari ed anche le interviste». La chicca è rappresentata dalla sfida dell’Amsicora del 12 aprile 1970, contro il Bari, che consegnò lo scudetto ai sardi. «Quel giorno allo stadio c’era proprio Ciotti», ricorda Riva.

L’ultimo episodio estrapolato dall’album dei ricordi di ‘Rombo di tuono’ è legato a Nicolò Carosio: l’11 giugno 1970, durante Italia-Israele, diede del ‘negraccio’ ad un guardalinee etiope che annullò due gol a Riva. Per questo la Rai gli tolse la telecronaca delle partite della Nazionale, affidandola a Nando Martellini. «Gli diedi anch’io del negraccio a fine partita», rivela Riva. Ma fu tutto inutile: l’Italia si qualificò lo stesso per i quarti contro il Messico.

Il 10 gennaio ‘Tutto il calcio’ soffia su ben 50 candelini e oggi come allora regala ancora gioie e dolori, ma anche tanto amato calcio.

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