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Iga Swiatek positiva al doping, la tennista fuori per un mese. Similitudini e differenze con il caso Sinner

Altra clamorosa tegola sul tennis: squalificata per doping Iga Swiatek, 23 anni, polacca di Varsavia, ex numero uno del mondo, cinque grandi Slam vinti tra cui Wimbledon e Roland Garros più un oro Olimpico in doppio a Buenos Aires e un bronzo ai Giochi di Parigi nel singolare. Un mito per la Polonia (e non solo).

In sintesi: un mese di squalifica, 390 punti WTA persi. Pena minima perché le è stata riconosciuta la “non negligenza“. Pena comminata dalla ITIA di Londra, l’agenzia internazionale per l’integrità del tennis. Iga ha assunto un integratore per il fuso orario che conteneva una sostanza proibita: la Trimetazidina. Una contaminazione fatale. Beccata il 12 agosto a Cincinnati (Ohio) ad un controllo anti-doping, ha dovuto saltare i tornei cinesi di Pechino e Wuhan. E forse non è finita qui: sia la WADA di Losanna (Agenzia mondiale antidoping) che l’agenzia Polada di Varsavia possono appellarsi alla decisione.

La tennista polacca Iga Swiatek
Iga Swiatek (nella foto Ansa) positiva al doping, la tennista fuori per un mese. Similitudini e differenze con il caso Sinner – Blitz Quotidiano

Odissea alla Sinner per la Swiatek

Il caso Swiatek richiama in qualche misura la vicenda Sinner. Ci sono similitudini ma anche differenze. In comune i due casi hanno la rilevanza globale, entrambi hanno scosso il tennis mondiale, entrambi sono risultati positivi all’antidoping, seppur per sostanze diverse; entrambi di fatto hanno subito un periodo di squalifica.

Ma ci sono anche delle differenze. Ad esempio la polacca ha subito un solo test, Jannik invece due (10 e 18 marzo). Sinner ha tempestivamente fornito una ragionevole spiegazione al tribunale argomentando come il famigerato Clostebol fosse finito nel suo corpo. Sinner è riuscito a dimostrare che l’assunzione di Clostebol è avvenuta attraverso una terza persona, il famoso fisioterapista Giacomo Naldi. Ma soprattutto Jannik è riuscito a dimostrare che non poteva sapere e non poteva sospettare che Naldi avesse avuto a che fare con quella sostanza. Da qui il principio del “Sinner non poteva sapere” e dunque la successiva assoluzione totale e l’assenza di squalifica.

Diverso e il caso di Iga Swiatek perché la polacca è stata squalificata in maniera preventiva il 12 settembre e, a differenza di Jannik, Iga ha impiegato almeno 10 giorni per fornire una spiegazione. E poi c’è una differenza sostanziale: la polacca ha ammesso di aver assunto in prima persona la melatonina ( poi risultata contaminata), Jannik ha fatto un percorso diverso.e più rapido. Insomma lei avrebbe potuto evitare l’assunzione; viceversa Sinner non ha assunto niente direttamente.

Sentenza Jannik dopo l’11 febbraio

Il tribunale arbitrale dello Sport con sede a Losanna (Tas) contro la decisione assunta dall’ITIA, ha diramato la lista dei casi che affronterà entro l’11 febbraio. Altro non si sa, nemmeno chi saranno gli arbitri o se c’è la possibilità di un patteggiamento. Prende però quota, in queste ultime ore, la teoria illustrata dall’avvocato milanese Marco Consonni: “Le parti potrebbero rendersi disponibili a una mediazione per trovare una composizione della controversia al di fuori del Tas”. È significativo il fatto che la sanzione Swiatek sia stata in qualche modo concordata. Uno spiraglio in più per Sinner.

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