A Salerno, dopo il gol di Mateo Retegui, dagli spalti è piovuto in campo più o meno di tutto contro i calciatori del Genoa tra cui uno snack, che Kevin Strootman ha scartato e mangiato con intelligenza e ironia per stemperare un po’ la situazione e un sasso. Esatto: un sasso. La pietra, tra l’altro non piccolissima, è stata poi presa e consegnata al quarto uomo dall’arbitro Orsato. La sera prima e un bel po’ di chilometri più a nord, a Udine per la precisione, il portiere francese del Milan, Mike Maignan, ha giustamente deciso di abbandonare il campo dopo alcuni cori razzisti contro di lui. “Mi hanno fatto i versi della scimmia” racconterà poi il portiere. La partita, sospesa per qualche minuto, alla fine è poi ripresa.
Questo è quel che è successo in un weekend di ordinaria follia del calcio italico. Di questi episodi poi, fuori dai riflettori, nei vari campi di periferia, ne succedono più o meno ogni ora del sabato e della domenica. E in tutte le categorie: dai trentasettenni della prima categoria ai pulcini. E in tutte le zone del campo: dentro i confini, in panchina e sugli spalti. Tutta questa idiozia per quarantaquattro gambe che corrono dietro a un pallone. Questa è una delle tante fotografie del degrado in cui riesce facilmente ad abbandonarsi l’essere umano. Questa è una delle tante fotografie del degrado della nostra disgraziata comunità. Sempre se così vogliamo ancora ostinarci a definirla.