Marziano Pogacar! Ha vinto in solitaria il mondiale di Zurigo, corsa in linea di 274 km. Impresa pazzesca: ha attaccato a 100km. dal traguardo è ha infilato la vittoria forse più bella della sua straordinaria carriera.
Lo sloveno si è preso il primo titolo iridato della sua carriera. Ha coronato una annata straordinaria, da fenomeno: apertura col botto con le Strade Bianche, la Volta Di Catalogna e la conquista della Liegi. Poi la straordinaria doppietta Giro d’Italia – Tour de France. E prima del mondiale ha collezionato un’altro successo alla Grand Prix di Montreal. Siamo di fronte ad uno dei più grandi ciclisti della storia.
Tracciato duro e selettivo di 274 km, da Wimterthur a , Zurigo con un dislivello di 4.470 metri.Una corsa disegnata su un circuito di 27 km ripetuto 7 volte. Con due asperità insidiose: il Zurichbergstrase e il Witicon. Il primo micidiale: solo 700 metri ma con una pendenza tremenda , dall’8,4% al 17%. Il secondo di 1.900 metri dal 6,2% al 10%.
Dal km 64 all’arrivo per sette volte i corridori hanno affrontato questi “scogli”. Ne è uscita una fatale selezione. E qui il marziano Pogacar ha fatto la differenza: prima ha allungato in compagnia di Sivakov ad un centinaio di km dal traguardo; poi a 50 km dalla linea d’arrivo ha salutato il compagno e se ne è andato in perfetta solitudine.
A 20 dal traguardo aveva un vantaggio di 1’03 sui più immediati inseguitori. Una galoppata tra due ali di folla impazzita, testimone di una impresa mai vista. Evenepoel e Van der Poel gli cedono 1’05. Dietro Tadej, Mas e Hirschi inseguono Healy e Skujins che bracccano lo sloveno in leggera flessione.
A 15 dalla fine è bagarre. Si riaccende la corsa. Gli inseguitori non mollano convinti di poter raggiungere il marziano in fuga da ore. Affiora la stanchezza di Pogacar che stringe i denti e spesso si gira per controllare gli avversari.
Ai -8 Tadej conserva un margine di sicurezza che oscilla sui 45”. A 5 km dalla fine Pogacar affronta l’ultimo scoglio con immutato vantaggio e con la consueta ferocia agonistica. E vola al traguardo con rinnovato vigore. Alle sue spalle sette corridori si contendono il podio. Pobacar chiude dopo 6h27’29”.
E al traguardo abbracci e lacrime liberatorie. Vince un Mondiale storico che le cineteche conserveranno per sempre. Ai microfoni del dopo gara definisce “stupido” il suo attacco a 100 km dall’arrivo. Mai nessuno lo aveva fatto. Poi si abbandona ad un sincero elogio della sua squadra
1. Pogacar 2. O’Connor. 3. Van Der Poel. 4. Skujins. 5. Evenepoel. 6. Hirschi. 7. Healy. 8. Enric Mas. 9. Simmons. 10. Bardet.
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