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Inchiesta ultrà, cosa ha detto Simone Inzaghi ai pm: “Non ho subito minacce ma solo richieste”

L’inchiesta sulla gestione dei biglietti da parte dei vertici delle curve di Inter e Milan, denominata “Doppia Curva”, ha gettato un’ombra sul mondo del calcio milanese. Tra i protagonisti della vicenda, Simone Inzaghi, l’allenatore dell’Inter, è stato chiamato a chiarire il suo ruolo in merito alla distribuzione dei biglietti per la finale di Champions League 2023 contro il Manchester City, a Istanbul. L’attenzione è rivolta al dialogo tra l’allenatore e uno dei capi ultrà interisti arrestato nell’ambito dell’inchiesta.

La richiesta della Curva Nord e l’intervento di Inzaghi

Alla vigilia della partita più importante della stagione, Simone Inzaghi ha ricevuto una richiesta dal capo della curva nerazzurra: l’ultrà chiedeva ulteriori biglietti per placare le tensioni all’interno della Curva Nord, dove era stato minacciato uno “sciopero del tifo”. Il capo ultrà lamentava la concessione di soli 1.000 biglietti e chiedeva 200 tagliandi in più per evitare disordini tra i tifosi, sottolineando che la richiesta non era legata a pratiche illegali di bagarinaggio.

Inzaghi, desideroso di avere il pieno supporto dei tifosi nella finale contro il Manchester City, ha ammesso di essersi attivato con la dirigenza nerazzurra per risolvere la questione. Tuttavia, ha dichiarato di non ricordare con precisione con chi abbia parlato all’interno della società, menzionando solo il tentativo di coinvolgere figure come Ferri, Zanetti e Marotta per soddisfare le richieste degli ultrà. Alla fine, la Curva Nord ha ottenuto 1.550 biglietti per la trasferta a Istanbul.

curva nord dell'inter
Inchiesta ultrà, cosa ha detto Simone Inzaghi ai pm: “Non ho subito minacce ma solo richieste” (foto ANSA) – Blitz quotidiano

La testimonianza di Inzaghi e l’assenza di pressioni

Interrogato dalla polizia, Inzaghi ha ribadito che non si è mai sentito minacciato durante i colloqui con il capo ultrà. Ha descritto il tono delle conversazioni come tranquillo, negando qualsiasi forma di pressione. L’allenatore ha sottolineato che la sua unica preoccupazione era garantire il sostegno della curva alla squadra durante la finale di Champions League. Inzaghi ha inoltre spiegato che, in altre occasioni, i leader ultrà avevano cercato di discutere questioni tecniche, come i moduli di gioco o la selezione dei giocatori. Tuttavia, ha precisato che le sue scelte tattiche non sono mai state influenzate dai tifosi.

L’inchiesta continua

L’inchiesta, che coinvolge anche esponenti del tifo organizzato rossonero, prosegue con l’audizione di altre figure di spicco del calcio milanese. Il vice presidente dell’Inter, Javier Zanetti, è stato convocato per il 10 ottobre, mentre il capitano del Milan, Davide Calabria, sarà sentito il giorno seguente. Calabria era stato fotografato in un bar con alcuni capi ultrà rossoneri. Hakan Calhanoglu, centrocampista dell’Inter, sarà ascoltato al suo ritorno dagli impegni con la nazionale turca, per chiarire i suoi rapporti con due capi ultrà con cui avrebbe cenato in un ristorante. Gli investigatori puntano a chiarire il funzionamento del “sistema biglietti”, che sembra essere stato gestito in modo speculare sia dalla tifoseria interista che da quella milanista.

 

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