Ingiurie a finanziere: Di Canio a processo

Bologna- Si e’ tenuta davanti al giudice di pace di Orbetello l’udienza che vede imputato Paolo Di Canio, accusato di ingiurie per l’episodio del 23 luglio 2009 quando l’ex bandiera della Lazio arrivo’ a Porto Santo Stefano con la sua Mercedes, per imbarcarsi sul traghetto diretto all’Isola del Giglio, e venne fermato da due militari della Guardia di finanza per un normale controllo. Questo ando’ per le lunghe e i toni di Di Canio, che rischiava di perdere il traghetto, si accesero. Oltre alla denuncia per ingiurie ci fu anche quella per resistenza e violenza a pubblico ufficiale, che ha originato un altro processo che si terra’ davanti alla sezione distaccata del Tribunale di Grosseto a Orbetello. Sono stati sentiti i due finanzieri: ”Ovviamente si e’ parlato anche del processo per resistenza a pubblico ufficiale nato dallo stesso episodio – ha riferito l’avv.Gabriele Bordoni, del foro di Bologna, che difende l’ex laziale -. Quello che e’ emerso pacificamente e di cui bisogna dare atto e’ che l’atto di polizia che i finanzieri stavano compiendo e che doveva durare 3-5 minuti, duro’ un quarto d’ora e che venne portato a compimento senza dover ricorrere a nessun tipo di coazione sull’uomo, che semplicemente si altero’, perche’ aveva perso tempo con questo controllo inutile, rischiando di rimanere indietro a ridosso della partenza del traghetto, con il rischio di perderlo. Quindi in realta’ l’accadimento, in base alle voci stesse dei finanzieri, si e’ ridotto ad una palese insussistenza della resistenza a pubblico ufficiale e anche sul piano dell’ingiuria c’e’ un qualcosa di dubbio, perche’ le frasi c’erano e non c’erano e soprattutto lui aveva reagito per la perdita di tempo. Forse c’era qualcosa che e’ andato oltre il limite dell’educazione, ma tutto quello che e’ stato scritto, lo scenario di violenza e resistenza a pubblico ufficiale e le ingiurie aggravate, in realta’ si risolve in un episodio bazzecolare e in larga parte giustificato. E questo si puo’ dire a chiare lettere perche’ sono stati sentito entrambi i finanzieri che fecero gli atti”. .

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