Inter, caso Balotelli: mobbing e insulti, ecco tutti i retroscena della rottura

Mario Balotelli

«E’ il suo suicidio pubblico, ma mi sa che dietro c’è il Milan». A parlare così dell’ennesimo caso Balotelli è il presidente dell’Inter, Massimo Moratti. Stufo dei capricci del suo campione in erba, stufo di giustificare gli scatti d’ira del giovane Mario, il numero uno nerazzurro comincia a pensare il peggio. Ad infiltrazioni rossonere nell’entourage di Balotelli.

Che minaccia una causa per mobbing e spedisce il suo procuratore, Mino Raiola, dritto a casa Moratti. Non per ricucire l’ennesimo strappo, ma per chiedere di essere ceduto a fine stagione.

I margini per un nuovo avvicinamento non ci sono più. Siamo alla fine di un rapporto mai sbocciato.

La storia recente è sotto gli occhi di chi guardava Inter-Barcellona di Champions, con l’attaccante dell’Inter  che insulta i tifosi nerazzurri e getta a terra la maglia con il veleno negli occhi. Dopo un 3-1  che molto probabilmente vuol dire finale.

I soliti bene in formati raccontano come nella pancia di San Siro sia successo di tutto. Con Materazzi, dicono, che lo ha preso a calci, e con Lucio e Milito che tentano di ‘giustiziare’ in diretta l’arrogante Balotelli. Salvato solo dall’intervento di compagni di squadra e dirigenti un po’ più giudiziosi.

E’ la fine, dopo le infinite incomprensioni con Mourinho e le provocazioni del giocatore, che per Striscia la Notizia indossa una maglia rossonera con il suo nome stampato dietro. Provocazioni o ingenuità, poco conta.

Perché il giocatore non vuol più sentir parlare di Inter. Vuole essere ceduto e cominciare una nuova vita sportiva da un’altra parte. O il club di Moratti lo lascia andar via, o farà causa per mobbing.

I commenti sono chiusi.

Gestione cookie