Inter-Juventus: il derby d’Italia torna al veleno

Andrea Agnelli (LaPresse)

MILANO – Torna la sfida tra Juventus ed Inter (sabato in casa dei nerazzurri). ‘La Partita’ porta con se’ oltre un secolo di rivalita’ sportiva, acuita negli ultimi anni da Calciopoli, con la sua coda avvelenata di scudetti revocati. Il ‘derby d’Italia’ (definizione coniata da Gianni Brera nel 1967, quando molto doveva ancora succedere) oppone i club che sommano il maggior numero di tifosi, quelli che avevano vinto piu’ scudetti, prima che il Milan targato Berlusconi s’inserisse con continuita’ negli albi d’oro.

In 216 incontri ufficiali (96 vittorie della Juventus, 67 dell’Inter e 53 pareggi) hanno scritto pagine memorabili di calcio: come il 5-1 che diede la vittoria all’Inter nel 1966 e che ripago’, con gli interessi perche’ tra squadre ‘vere’, il 9-1 (sei reti di Sivori) con cui la Juve nel 1961 travolse la Primavera schierata da Angelo Moratti nella partita che il giudice sportivo fece rigiocare dopo che era stata data la vittoria a tavolino ai nerazzurri. Esordi’ Sandro Mazzola, in quella gara, e segno’ su rigore il gol della bandiera interista.

Erano i tempi in cui la rivalita’ – nata negli anni Trenta con la Juve del quinquennio tricolore (cinque scudetti fra il ’31 ed il ’35), contrastata dall’Ambrosiana di Meazza – divento’ fortissima. Gli anni Sessanta con Helenio Herrera, il mago dell’Inter, ed Heriberto Herrera, il profeta del movimiento juventino. Hh contro Hh, come li chiamavano i giornali di allora. Scandali e papere (quella del portiere interista Sarti a Mantova regalo’ uno scudetto alla Juventus), astio e polemiche, calcio mercato ruggente: la Juventus di Agnelli sfilo’ Anastasi (allora al Varese) all’Inter mentre il centravanti giocava un’amichevole in maglia nerazzurra: potenza dell’amicizia tra l’Avvocato ed il commendator Borghi.

Gli attriti dovevano accentuarsi dopo il 26 aprile ’98, data passata alla storia per il gran rifiuto dell’arbitro Ceccarini, che non concesse un rigore all’Inter dopo lo scontro tra Iuliano e Ronaldo. Salvo assegnarlo alla Juventus sul prosieguo dell’azione (poi sbagliato da Del Piero). La Juve vinse comunque 1-0 involandosi verso l’ennesimo titolo. Apriti cielo. ”A questo calcio non credo piu’. Fosse utile, me ne andrei” tuono’ Massimo Moratti. L’Inter si consolo’ con la Coppa Uefa e Moratti rimase, a dispetto dell’indignazione, per costruire l’Inter che con Mancini e Mourinho in panchina avrebbe vinto tutto.

In mezzo Calciopoli e l’ulteriore degenerazione dei rapporti. E’ storia di questi ultimi anni e mesi, lo scambio di battute cattive dopo la revoca del titolo 2005-’06, consegnato all’Inter, e la richiesta della Juventus di non assegnarlo. Quello e’ diventato lo ”scudetto dei prescritti” secondo Andrea Agnelli, che s’e’ sentito rispondere ”vada in vacanza a rilassarsi” da Massimo Moratti. E John Elkann, di rimando: ”I consigli di un anziano vanno ascoltati, ma le vacanze della Juventus sono prescritte”. Come sono lontane le comuni frequentazioni a Forte dei Marmi.

 

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