Inter, Oriali attacca Branca: “Spero che lavori per un’altra squadra”

Pubblicato il 18 Marzo 2012 - 21:52 OLTRE 6 MESI FA

Tifosi Inter (LaPresse)

MILANO –  ”La cosa che mi preoccupa di piu’ e’ che Branca ha detto che sta gia’ lavorando per il prossimo anno: se fosse vero spero che stia lavorando per il futuro di un’altra squadra, non dell’Inter”. L’ex dirigente dell’Inter Raffaele Oriali risponde cosi’ a Marco Branca, che oggi ha detto: ”Anche quando era qua, lui non s’e’ occupato mai di mercato se non i primi due anni della mia gestione. Non conosceva le cose della societa’ come le conoscevamo io e il mio presidente”.

”Non so perche’ sia uscito con queste dichiarazioni – ha detto Oriali durante il programma ‘Serie A Live’ di Premium Calcio -, perche’ lui stesso sa che molte trattative le abbiamo condotte assieme, fino alla cessione di Ibrahimovic al Barcellona, che ha portato avanti il presidente, anche molto bene. Ma lo confermano anche gli stessi giocatori, come Milito e Thiago Motta, che mi ringraziano sempre per il fatto di essere approdati all’Inter: anche durante le trattative in entrata di Ibra e Vieira, io e Branca eravamo assieme in sede della Juventus, con il presidente bianconero”.    ”Branca, con tutti problemi che ha l’Inter e che lui ha contribuito a creare – ha continuato -, farebbe meglio a pensare a quello piuttosto di parlare di me, che da tifoso ho espresso delle critiche nei confronti della squadra”.

”Penso che sia giusto dargli dei meriti quando l’Inter ha fatto bene – ma non era solo che gli piaccia o no -. Ora la realta’ dei fatti dice che da due anni sta lavorando da solo e i risultati sono quelli che vedete. E’ stato contestato il presidente – ha aggiunto Oriali – e secondo me non ha molte responsabilita’, perche’ le risorse economiche le ha fornite ed evidentemente non sono state spese bene. Branca deve accettare le critiche e non pensare a rispondere a me, con i problemi che ci sono: forse invidiava un po’ il mio rapporto anche con gli allenatori, da Mancini a Mourinho”. ”Ha anche detto che non ero nemmeno un dirigente dell’Inter: al contrario, ero nel censimento e firmavo documenti ufficiali”, ha concluso.