Dall’inchiesta della Procura di Milano spuntano le forti pressioni di cui è stata oggetto l’Inter: tutti i dettagli
“Una situazione di sudditanza nei confronti degli esponenti della Curva Nord“. È questo il quadro che emerge dall’inchiesta della Procura di Milano che ieri ha portato all’arresto di 18 persone, finite sotto indagine con varie accuse.
L’ordinanza firmata dal Gp di Milano, Domenico Santoro, delinea un quadro in cui la società nerazzurra avrebbe subito pressioni importanti da parte di alcuni esponenti di spicco del tifo organizzato. L’indagine non tocca soltanto il mondo ultras interista, ma anche quello del Milan. Numerosi i reati contestati: si va dall’associazione per delinquere, con l’aggravante mafiosa, all’estorsione. E poi ancora lesioni, percosse, resistenza a pubblico ufficiale e, infine, false dichiarazioni e attestazioni in atti destinati all’autorità giudiziaria.
L’inchiesta riguarda le stagioni 2019 e 2020, anche se – si legge nell’ordinanza – la situazione ad oggi non è cambiata. In particolare nel quadro delineato nell’atto firmato dal Gip emerge una situazione in cui l’Inter si è ritrovata in un rapporto “di sudditanza nei confronti degli esponenti della Curva Nord, finendo, di fatto, per agevolarli seppur obtorto collo“.
Inter, pressioni dagli ultras: cosa emerge dalle indagini
Stando a quanto scrivono gli inquirenti nell’atto che ha portato ai 18 arresti (15 in carcere, 3 agli arresti domiciliari), i capi ultras nerazzurri avrebbero fatto pressioni per ottenere più biglietti per la finale di Champions League.
Contatti con vecchi calciatori come Materazzi, l’attuale vice-presidente Zanetti e poi anche l’allenatore Simone Inzaghi per ottenere un quantitativo maggiore di tagliandi per la finale della competizione europea con il Manchester City. Gli ultras non hanno esitato ad “esternare forti pressioni sullo Slo (Supporter Liaison Officer, ndr) dell’Inter“. Oltre agli arresti, operati dagli agenti del Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, della Squadra Mobile e della Guardia di Finanza di Milano, sono state effettuate anche perquisizioni nei confronti degli indagati.
Come detto, l’indagine riguarda anche gli ultras del Milan e, parlando in conferenza stampa, il Procuratore Capo Marcello Viola ha illustrato l’esistenza di una sorta di accordo di non belligeranza tra le due tifoserie, un modo per evitare di attirare l’attenzione delle forze dell’ordine e in questo modo massimizzare i profitti. Dagli atti non risultano dirigenti o tesserati dell’Inter o del Milan indagati: “Le società sono da considerarsi soggetti danneggiati – ha aggiunto il Procuratore Capo – dalle condotte criminali degli indagati“.
Intanto però il Procuratore Federale Chiné ha chiesto gli atti per valutare l’eventuale presenza di condotte delle due società o di tesserati di Inter e Milan che possano avere una qualche rilevanza dal punto di vista dell’ordinamento sportivo.