Icardi biografia, ecco cosa ha scritto e perché la curva lo contesta

Icardi biografia, ecco cosa ha scritto e perché la curva lo contesta
Icardi biografia, ecco cosa ha scritto e perché la curva lo contesta

MILANO – Mauro Icardi insultato. Mauro Icardi minacciato. Mauro Icardi che sbaglia il rigore e che fa perdere la sua Inter. Mauro Icardi fischiato per tutta la partita dalla “sua” curva. Mauro Icardi che “deve togliersi la fascia di capitano” dice più di qualche tifoso. E ancora Mauro Icardi che fa dire al suo dirigente Ausilio di essere “incazzato nero”. Mauro Icardi contestato sotto casa e salvato (forse) dal portinaio. Mauro Icardi che il lunedì successivo monopolizza tutti gli editoriali delle grandi firme del mondo del pallone.   C’è tutto questo e anche di più nel week end di ordinario delirio che ha visto una Inter sbilanciata e approssimativa perdere 2-1 in casa contro il Cagliari e scivolare all’undicesimo posto in classifica a -10 dalla Juventus.

Ma cosa ha combinato Icardi? Semplicemente all’età di 23 anni ha deciso di pubblicare un’autobiografia. Discutibile ma indubbiamente lecito. Il problema è cosa c’è scritto in quell’autobiografia. E in particolare un passo. L’1 febbraio 2015 l’Inter fa una pessima figura in casa del Sassuolo. Perde 3-1 e i tifosi iniziano a contestare. Icardi ricorda e racconta. Lo mette per iscritto e la sua è una narrazione in cui c’è il buono (lui), la vittima (il bambino) e i cattivi (gli ultras). Il buono, per inciso, si premura di sottolineare che lui entra solo nel secondo tempo (vero) e segna l’unico gol dell’Inter (vero anche questo). Due fatti che, evidentemente, costruiscono ancora di più la narrazione di un Icardi eroe positivo e senza colpe che “ci mette la faccia”. Così Icardi nella sua autobiografia:

“A ripresa iniziata, Mancini mi fa entrare e alla fine del secondo tempo, all’83°minuto faccio goal. Metto a segno l’unico nostro goal della partita, che finisce 3-1 in favore dei padroni di casa. Sono molto  amareggiato, anzi incazzato, perché ho giocato pochissimo”.

“I tifosi iniziano a urlare: ci chiamano sotto la curva. Trovo il coraggio di affrontarli, insieme a Guarìn. Mentre mi avvicino mi arrivano insulti e grida di ogni genere. Attaccato alla rete c’è un bambino che mi chiama: vuole la mia maglia. Per l’età che ha potrebbe essere mio figlio: mi tolgo la maglietta e i pantaloncini e glieli lancio, come regalo. È al settimo cielo e io sono contento di averlo visto felice”.

“Un capo ultrà gli vola addosso, gli strappa la maglia dalle mani e me la rilancia indietro con disprezzo. In quell’istante non ci ho più visto, lo avrei picchiato per il gesto da bastardo appena compiuto. E allora inizio a insultarlo pesantemente: “Pezzo di merda, fai il gradasso e il prepotente con un bambino per farti vedere da tutta la curva? Credi di essere forte?”. Detto questo gli ho tirato la maglia in faccia. In quel momento è scoppiato il finimondo”.

“Nessuno prima di me aveva mai trovato il coraggio di affrontare in modo così diretto la tifoseria, anzi i capi storici della tifoseria. Nello spogliatoio vengo acclamato come idolo”.

Quello che succede dopo la pubblicazione dell’autobiografia (grottesco il dettaglio dell’Inter che la presenta senza neppure preoccuparsi di leggerla salvo poi annunciare provvedimenti a buoi  lontani anni luce dalla stalla) è cronaca. Ma perché i tifosi organizzati dell’Inter protestano con così tanta ferocia? Perché, recita un comunicato ufficiale (qui il testo integrale) del gruppo “Curva Nord Milano 1969” quell’episodio, a detta degli ultras, non è mai accaduto. Quindi per gli ultras Icardi non si sarebbe limitato a ingigantire un episodio o a trasformarlo a suo vantaggio, lo avrebbe addirittura inventato.

Difficile, a questo punto, capire come sia andata davvero. Da un lato c’è una ricostruzione minuziosa di un fatto, dall’altro l’assoluta negazione della sua esistenza. Chi mente? Di certo c’è solo un dato. Ed è un dato estremamente preoccupante per l’Inter: ricucire uno strappo così sembra quasi impossibile. E questo nonostante Icardi abbia appena rinnovato un lungo e ricco contratto dopo un’estate all’insegna del mal di pancia.

Il comunicato della Curva dell’Inter:

Alziamo le mani in segno di resa. Allucinante.

La prima domanda che viene da farsi è: ma perché?

Perché tante fantasie, inesattezze, squallide finzioni.

Perché?

Siamo sbigottiti, amareggiati, allibiti.

Capita sotto mano il libro di Icardi..

Follia pura. Mitomania.

È una situazione strana, grottesca, ridicola.

Autobiografia di un ragazzo di 23 anni. Già questo dà da pensare..

Bugie. Bugie. Bugie. Fango per farsi ‘bello’, contro di Noi.

Icardi è bugiardo quando racconta dell’episodio di Sassuolo. E ci piacerebbe non rivangare quella giornata dove i suoi compagni di squadra erano arrivati a prenderlo per il collo pretendendo da lui un atteggiamento meno arrogante nei confronti del popolo interista. Ma non perché la Curva è da temere, la Curva è semplicemente da rispettare. Nessuno deve avere paura di nessuno, basta avere la coscienza pulita, essere onesti, primariamente con se stessi.

Parla di bambini, s’inventa un episodio mai avvenuto per mostrarsi superiore a noi; come se non fosse sotto gli occhi di tutti che siamo l’unica Curva che ai bambini fa fare addirittura le coreografie. Come se chi c’era si fosse dimenticato di come sono andate realmente le cose e di chi ha provocato chi.

Non vogliamo cadere nel triste e completamente fuori luogo teatrino di Icardi su chi si mostra più malandrino.

Ed è patetico leggere certe cose.. parlando di noi: “Sono pronto ad affrontarli uno a uno. […] Quanti sono? Cinquanta, cento, duecento? Va bene, registra il mio messaggio e faglielo sentire: porto cento criminali dall’Argentina che li ammazzano lì sul posto, poi vediamo”.

Commentiamo? Meglio di no..

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