Serie A. 37a. Risultati. Inter-Lazio 4-1 e Verona-Udinese 2-2.
INTER-LAZIO 4-1, gol: Biava 3′, Rodrigo Palacio 7′ e 37′, Icardi 35′ e Hernanes 79′.
Un lungo addio, di quelli che non si dimenticano, bagnato da qualche lacrima, carico di emozione e soprattutto fortunato con l’Inter che batte la Lazio per 4-1: Javier Zanetti entra nel Pantheon di ogni interista che si rispetti insieme a Facchetti, Meazza e Mazzola e si accinge a vivere una nuova vita, senza maglietta e scarpini.
Forse in grisaglia, dietro a una scrivania, su una comoda poltrona da dirigente. Walter Mazzarri, dopo avergli negato la gioia di giocare il suo ultimo derby, contro la Lazio lo lascia in panchina fra il disappunto del pubblico e il dispiacere di Massimo Moratti il cui destino all’Inter è indissolubilmente legato a quello del capitano. Una serata da non dimenticare a San Siro anche perche’ l’Europa è davvero a un soffio: lo stadio e’ gremito, malinconicamente vuoti solo il secondo e il terzo anello verde, dimora degli ultras della Nord, chiusi per i cori anti-napoletani. La festa per Zanetti e’ calda, avvolgente, i tifosi lo abbracciano idealmente e lui cede alla commozione.
La partita contro la Lazio e’ importantissima, come sottolinea Thohir prima del fischio di inizio. L’Inter non parte bene e – al 2′ – viene colpita a freddo da Biava complice una difesa imbambolata. La reazione nerazzurra e’ rabbiosa grazie alla straordinaria serata di Kovacic che verticalizza il gioco e distribuisce palloni magici alle punte. Mazzarri deve mangiarsi le mani per aver lasciato un cosi’ grande talento in panchina per qualche partita di troppo. Al 7′ il giovane croato trova Palacio in area che non perdona, Berisha e’ battuto. L’Inter pareggia e domina, trascinata da un tifo scatenato. La Lazio si fa viva con Keita che impegna Handanovic e con Onazi da fuori area. Al 34′ i nerazzurri passano in vantaggio. Ancora Kovacic e’ geniale nel mandare a rete Icardi. Esplode la panchina: abbracci con Zanetti e dedica per il capitano. Neanche il tempo di ricomporsi che arriva il tris: Nagatomo mette al centro per Palacio che anticipa tutti e piazza la zampata vincente. Rumoreggia il pubblico che vuole Zanetti in campo. Mazzarri lo fa scaldare ma il secondo tempo inizia senza cambi. Il suo momento scocca al 7′: San Siro e’ in festa come ai tempi del Triplete con i suoi eroi ancora protagonisti.
Quel ciclo sembra tramontare definitivamente con l’addio di Zanetti, e probabilmente quelli di Samuel e Milito con Cambiasso ancora incerto sul rinnovo. I senatori escono di scena con onore: il ricambio e’ a buon punto. Insieme al capitano gioca Kovacic che ha appena compiuto venti anni, gli stessi giocati da Zanetti nell’Inter.
Passato e futuro che si incrociano. Nel secondo tempo, applausi e cori ad ogni percussione del capitano, tributo anche per Milito entrato al posto di Palacio, qualche occasione per la Lazio con Keita e Biava. L’Inter abbassa il ritmo e si fa schiacciare da un avversario che non si arrende. Handanovic e’ costretto a una serie di spettacolari parate prima su Keita, poi su Candreva e, ancora, di piede su un bel tiro di Anderson. Il portiere deve concedere il bis sempre su Candreva e Anderson. L’Inter soffre un’ ottima Lazio che pero’ non trova il colpo utile a riaprire la partita. E, proprio nel momento migliore dei biancocelesti, arriva la stilettata di Hernanes: il brasiliano di sinistro trafigge Berisha al 34′.
La partita e’ chiusa e le ultime emozioni le regala un solitario tifoso che fa irruzione sul terreno di gioco per abbracciare il capitano. Pronto intervento degli steward e tutto si conclude pacificamente. Al 90′, stadio in festa per Zanetti, abbracci con Moratti e Thohir, con tutti i compagni, stadio in piedi per un tributo sincero, affettuoso, forte. Il presidente conferma ancora una volta Mazzarri. Tuttavia, la sicurezza si avra’ alla fine del campionato il 18 maggio. L’allenatore – dopo il derby – e’ caduto dal cuore dei tifosi e anche stasera – tra tanti applausi – gli unici fischi sono stati per lui.
HELLAS VERONA-UDINESE 2-2, gol: Toni 14′, Hallfredsson 54′, Di Natale 56′ e Badu 92′
Allo scadere l’Udinese rovina la festa del Verona e spegne la gia’ esile speranza scaligera di agguantare il sogno europeo. Il Verona per la seconda partita consecutiva spreca la vittoria nei minuti di recupero ma se a Roma contro la Lazio i gialloblu di Mandorlini avevano imprecato contro le decisioni del direttore di gara, Mazzoleni, contro i friulani la squadra veneta deve recitare un doveroso mea culpa.
Avanti di due reti il Verona ha lasciato campo all’Udinese e, per volonta’ e determinazione, il pareggio finale puo’ essere considerato un risultato equo.
Le due squadre danno vita ad una classifica sfida di fine stagione. Tra le due formazioni solo il Verona ha ancora un obiettivo dichiarato, l’Udinese deve solo onorare al meglio una stagione difficile.
Il Verona parte decisamente meglio e il Bentegodi esplode al ventesimo centro stagionale del nuovo idolo della tifoseria, quel Luca Toni il cui arrivo aveva lasciato un po’ di perplessita’ fugata da una annata da record di un giocatore in grado di mettere in difficolta’ lo stesso ct Cesare Prandelli.
E’ un Verona, pur privo di Iturbe squalificato, che gioca il calcio che meglio conosce quello della prima mezzora della sfida. Attende l’Udinese e una volta riconquistata palla riparte con azioni ficcanti e precise. L’Udinese sotto dopo solo un quarto d’ora fa possesso palla, ma il gioco dell’undici friulano e’ sterile e senza sbocchi offensivi.
Cosi quando in avvio di ripresa e’ Hallfredsson a realizzare il raddoppio dei padroni di casa la gara sembra gia’ poter scrivere i titoli di coda. Mai fare i conti, tuttavia, dimenticando che il calcio e’ si gioco di squadra, ma spesso sono i singoli a far saltare gli equilibri. Di Natale realizza il suo capolavoro: una rete tanto bella quanto di fondamentale importanza per tenere aperta la gara che ora e’ davvero bella. Il Verona sfiora il tris, l’Udinese va ad un soffio dal pareggio.
Guidolin ad una manciata di minuti dalla conclusione getta nella mischia Badu che ripaga la fiducia con un destro chirurgico che regala il pareggio agli ospiti. Sipario al Bentegodi con il pubblico di casa che non ne vuole sentire di lasciare l’impianto e prolunga i cori di ringraziamento per l’annata stupefacente dei gialloblù.
Foto Ansa.