Italia 2006: campioni del mondo. Grosso jolly, Cannavaro e Buffon muro: voto simpatia 7,5

ROMA – Italia 2006: quella di Fabio Grosso, di Cànnavaro, della testata di Zidane a Materazzi, della rivincita sui francesi e dell’ennesima vittoria sui tedeschi. Voto simpatia 7,5.

Il mondiale di Germania 2006 ha molti punti in comune con quello del 1982: le critiche all’allenatore e al gruppo, i pronostici sfavorevoli della vigilia, l’assenza di grandi solisti, la forza della difesa e del collettivo. La nazionale arriva al ritiro di Coverciano in pieno terremoto Calciopoli, che investe anche Lippi, Cannavaro e Buffon, tutti e tre legati a vario titolo alla Juve, la squadra più colpita dalle inchieste. Marcello Lippi, oltre che allenatore simbolo dei bianconeri, è padre di Davide Lippi, procuratore coinvolto nell’indagine sulla Gea World. Fabio Cannavaro è uno degli juventini più rappresentativi (giocò 48 delle 51 gare ufficiali di quella stagione) e viene attaccato perché in conferenza stampa difende Luciano Moggi, l’imputato degli imputati di Calciopoli. Gigi Buffon, portiere della Juve è coinvolto in un’inchiesta secondaria, quella sul calcioscommesse a Parma. Il 25 maggio lascia il ritiro scortato da Gigi Riva per essere interrogato dai pm parmigiani. In quei giorni si pensa che, come è successo per i vertici della Federcalcio, Buffon Cannavaro e Lippi debbano andare a casa. Buffon e Cannavaro giocheranno, da assoluti protagonisti, tutti i 690 minuti di quel mondiale. Lippi non sbaglierà una mossa. Uno striscione esposto al Circo Massimo sintetizza brutalmente: “So’ partiti cojoni so’ tornati campioni”.

Curiosità e numeri. Brasile-Italia 1970, Italia-Germania 1982, Brasile-Italia 1994, Italia-Francia 2006: arriviamo in finale una volta ogni 12 anni, una la perdiamo, una la vinciamo, le ultime due perse e vinte ai calci di rigore. In 7 partite subiamo solo due gol, uno su azione (autorete di Zaccardo), uno su rigore: quello di Zidane in finale. I 12 gol li segnano ben 10 giocatori. I “capocannonieri” sono Materazzi e Toni con 2 gol. Un gol a testa per Pirlo, Grosso, Totti, Del Piero, Gilardino, Zambrotta, Inzaghi, Iaquinta. Gli uomini assist Pirlo e Totti, 3 a testa. Il gioco passa dai piedi di Pirlo (475 passaggi utili), Gattuso (351), Zambrotta (213), Cannavaro (211) e Totti (185). A tirare più in porta sono Toni (20 tiri e record di “legni”, 2) e Totti (19). Il primato dei contrasti vinti è di Gattuso (31), seguito da un insospettabile Pirlo (18), Cannavaro (16) e Materazzi (14).

A essere in campo per tutti i 690 minuti giocati dalla Nazionale solo Buffon e Cannavaro, mentre Pirlo si ferma a 668 minuti. Presenti tutte e 7 le partite Buffon, Cannavaro, Perrotta, Pirlo e Totti. Sei partite e 600 minuti per Grosso e Zambrotta. Sei partite per Gattuso e Toni. Cinque partite per Camoranesi, Gilardino, Iaquinta, Del Piero. A non giocare neanche un minuto solo i due portieri Peruzzi e Amelia.

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Nei 23 convocati spiccano i blocchi delle prime due classificate della serie A 2005-2006 (poi colpite da retrocessione e penalizzazione), Juventus e Milan. Consistente la pattuglia del Palermo, che quell’anno si è piazzato 6° (5° dopo i verdetti della giustizia sportiva) ottenendo il posto Uefa. C’è il capocannoniere del campionato (Toni, 31 gol), della Roma (Totti), dell’Udinese (Iaquinta).

Questa la classifica dei convocati per squadra: Juventus 5 (Buffon, Cannavaro, Del Piero, Camoranesi, Zambrotta), Milan 5 (Gattuso, Gilardino, Nesta, Inzaghi, Pirlo), Palermo 4 (Zaccardo, Grosso, Barzagli, Barone), Roma 3 (De Rossi, Totti, Perrotta), Lazio 2 (Peruzzi, Oddo), Inter (Materazzi), Livorno (Amelia), Udinese (Iaquinta), Fiorentina (Toni).

Età. Il più anziano è Peruzzi, con 36 anni e 4 mesi, il più giovane è De Rossi, che compirà 23 anni 14 giorni dopo la finale con la Francia. L’età media è alta, 28,72 anni. Sarà la nazionale campione del mondo più “vecchia” di sempre. Di conseguenza è alta anche la media di presenze in nazionale dei convocati, 33 a testa.

I convocati

N. Pos. Giocatore Data di nascita/Età Presenze in Nazionale Squadra

1 P Gianluigi Buffon 28 gennaio 1978 60 Juventus
2 D Cristian Zaccardo 21 dicembre 1981 12 Palermo
3 D Fabio Grosso 28 novembre 1977 17 Palermo
4 C Daniele De Rossi 24 luglio 1983 17 Roma
5 D Fabio Cannavaro (C) 13 settembre 1973 93 Juventus
6 D Andrea Barzagli 8 maggio 1981 18 Palermo
7 A Alessandro Del Piero 9 novembre 1974 74 Juventus
8 C Gennaro Gattuso 9 gennaio 1978 43 Milan
9 A Luca Toni 26 maggio 1977 18 Fiorentina
10 A Francesco Totti 27 settembre 1976 51 Roma
11 A Alberto Gilardino 5 luglio 1982 15 Milan
12 P Angelo Peruzzi 16 febbraio 1970 31 Lazio
13 D Alessandro Nesta 19 marzo 1976 74 Milan
14 P Marco Amelia 2 aprile 1982 1 Livorno
15 A Vincenzo Iaquinta 29 novembre 1979 12 Udinese
16 C Mauro Germán Camoranesi 4 ottobre 1976 21 Juventus
17 C Simone Barone 30 aprile 1978 13 Palermo
18 A Filippo Inzaghi 9 agosto 1973 49 Milan
19 D Gianluca Zambrotta 19 febbraio 1977 52 Juventus
20 C Simone Perrotta 17 settembre 1977 24 Roma
21 C Andrea Pirlo 19 maggio 1979 24 Milan
22 D Massimo Oddo 14 giugno 1976 20 Lazio
23 D Marco Materazzi 19 agosto 1973 28 Internazionale

 

Il racconto di Germania 2006. Ai mondiali che iniziano il 9 giugno 2006 partecipano 32 squadre, di cui 14 europee, 5 africane (delle quali 4 esordienti), 4 sudamericane, 4 asiatiche, 4 di centro e nordamerica, 1 dell’Oceania. Le favorite sono Germania, Brasile, Francia e Argentina.

A differenza dei mondiali del 1982, l’Italia 2006 ha un cammino costante, vincendo 2 gare e pareggiandone una (5 gol fatti, 1 subito) nel girone di qualificazione, e giocando – in un crescendo di convinzione e prestazioni – la miglior partita nella semifinale contro la Germania. In comune con l’Italia di Bearzot, quella di Lippi ha il fatto dare il peggio con gli avversari più scarsi (ai mondiali di Spagna furono Perù e Camerun, in Germania stentammo contro Usa e Australia)

Siamo nel gruppo E, con Stati Uniti, Repubblica Ceca e Ghana. Primo turno il 12 giugno: i cechi si sbarazzano degli americani con un perentorio 3-0, noi battiamo l’ostico Ghana con un convincente 2-0, reti di Pirlo nel primo tempo e di Iaquinta nel secondo.

Il 17 giugno il Ghana dimostra la sua forza vincendo 2-0 sui cechi. L’Italia affronta a Kaiserslautern gli Usa. Andiamo in vantaggio al 22′ con Gilardino su assist di Pirlo. Ma cinque minuti dopo Zaccardo fa autogol cercando di spazzare su una punizione di Reyna. Passa un minuto e De Rossi si becca un cartellino rosso per gomitata su Brian McBride (sarà squalificato 4 giornate). Al termine di una partita nervosa, saranno espulsi anche gli statunitensi Mastroeni e Pope.

Il 22 giugno dobbiamo vincere con la Repubblica Ceca (capitanata da Nedved, che al termine dei mondiali lascerà il calcio giocato) per evitare il Brasile negli ottavi. E se perdiamo siamo fuori. Dopo 18 minuti esce Nesta per infortunio. Entra Materazzi e al 26′ segna su corner di Totti. All’87’ l’indiavolato Pippo Inzaghi chiude sul 2-0.

Agli ottavi il 26 giugno ci tocca l’Australia, di nuovo a Kaiserslautern. Di nuovo protagonista, questa volta in negativo, Marco Materazzi, che si fa espellere all’inizio del secondo tempo. Gli australiani ci prendono a pallonate, Buffon para e tiene compatto il gruppo. Tira aria di supplementari, ma a pochi secondi dal fischio finale Fabio Grosso fa la prima delle azioni che hanno deciso il mondiale proiettandosi in avanti e guadagnandosi un discusso rigore. Su una palla che scotta si porta Totti, che pensa anche di fare il “cucchiaio”, poi sceglie una soluzione più tradizionale e segna: 1-0 e quarti di finale.

Il 30 giugno una nazionale scossa dalla notizia del tentato suicidio di Gianluca Pessotto affronta l’Ucraina di Shevcenko. Passiamo subito in vantaggio con un gran tiro di Zambrotta, poi nel secondo tempo Luca Toni sigilla il match con una doppietta.

Si arriva il 4 luglio in semifinale con la Germania, in una gara molto sentita dagli immigrati italiani e dai giornali tedeschi, che fomentano un sentimento anti-italiano con titoli pieni dei soliti luoghi comuni. In campo a Dortmund, dove la Germania ha sempre vinto, gli undici allenati da Klinsmann hanno paura di una squadra che ai mondiali li ha sempre battuti. L’Italia gioca meglio ma dopo 90 minuti siamo sullo 0-0. Nei supplementari continuiamo a giocare meglio, ma il palo di Gilardino e la traversa di Zambrotta sembrano portarci ai maledetti rigori, finché Pirlo senza guardare serve Fabio Grosso che beffa Lehmann con un piatto sinistro a giro dal limite dell’area piccola. È il 119°. Due minuti dopo Cannavaro trasforma una palla rubata ai tedeschi in un contropiede in cui Totti lancia Gilardino che a sua volta serve di tacco Del Piero, che si è fatto 70 metri di corsa e da almeno 20 metri sta chiedendo palla al compagno: si esibisce in un interno a giro dei suoi, che finisce poco sotto l’incrocio. È 2-0, “andiamo a Berlino”. E siamo l’incubo dei tedeschi: nel 1970 li abbiamo eliminati in semifinale con un 4-3, nel 1982 battuti in finale 3-1, nel 2006 li abbiamo umiliati in casa nel mondiale che pensavano di vincere.

Il 9 luglio, all’Olympiastadion di Berlino, ci aspetta il nostro incubo, quella Francia che ci ha eliminati ai rigori ai mondiali 1998 e battuti al golden goal nella finale degli Europei 2000 (eravamo in vantaggio fino al 93′). Non vinciamo con i bleues dal giugno del 1978. Non li batteremo neanche stavolta, almeno nei 90 minuti regolamentari.

Protagonista in negativo e in positivo Materazzi. Dopo 7 minuti atterra Malouda: calcio di rigore che Zidane trasforma con uno sprezzante cucchiaio che colpisce la traversa e finisce dietro la linea di porta. Dopo 12 minuti Materazzi rimedia con un imperioso stacco di testa su corner di Totti. Ancora di testa con Materazzi (respinto sulla linea di porta) e Toni (traversa) sfioriamo il vantaggio. Poi è dominio francese e buona difesa italiana, che non concede molto ai galletti. Si va ai supplementari e i francesi continuano ad attaccare, sfiorando il gol con Ribery e una grande parata di Buffon su testa di Zidane. Proprio Zidane, il migliore dei suoi, cambia l’inerzia della gara facendosi espellere al minuto 111 per una testata al petto di Materazzi, che gli aveva rivolto una frase che per mesi si tenterà di decifrare. Mistero svelato un anno dopo: Zidane si lamenta della marcatura stretta chiedendo all’italiano se voleva la sua maglia. Materazzi risponde: “Preferisco la puttana di tua sorella”.

I francesi senza il loro leader vanno ai rigori. La sequenza: Pirlo gol, Wiltord gol, Materazzi gol, Trezeguet traversa, De Rossi gol, Abidal gol, Del Piero gol, Sagnol gol. Il rigore che vale la coppa del Mondo non poteva che calciarlo Fabio Grosso: esecuzione perfetta, 5 a 3, quarto trionfo mondiale, vendetta sui francesi.

Le pagelle dei mondiali 2006:

Fabio Grosso, voto 8: nessuno avrebbe scommesso sul terzino del Palermo come protagonista di Germania 2006. Parte riserva, poi si procura il rigore decisivo agli ottavi con l’Australia, sblocca al 119′ la semifinale con la Germania e segna il rigore che ci dà la coppa in finale con la Francia. Le sue esultanze “vecchia maniera”, fra lo stupefatto e l’indemoniato, sono un misto fra l’urlo di Tardelli e l’occhio spiritato di Totò Schillaci.

Cannavaro e Buffon, voto 7,5: baluardi di una difesa che prende gol solo su autorete e su rigore, partono fra mille polemiche perché bandiere della Juve nella tempesta-calciopoli, tornano trionfatori.

Pirlo e Gattuso, voto 7: lo yin e lo yang di un centrocampo che soffre e costruisce. Pirlo segna il primo gol del mondiale azzurro col Ghana, poi fa tre assist e 475 passaggi utili. Gattuso combatte strenuamente contro gli avversari e i propri limiti, vincendo 31 contrasti e alimentando il gioco con 351 passaggi utili su 392.

Materazzi, voto 6,5: diventa titolare dopo l’infortunio di Nesta. Due volte rischia di farci perdere il mondiale, tre volte ce lo fa vincere. Si fa espellere con l’Australia e provoca il rigore su Malouda in finale con la Francia. Ma segna l’1-0 con la Repubblica Ceca, l’1-1 alla Francia e uno dei cinque rigori decisivi.

Del Piero, Totti e Toni, voto 6,5: non è il loro mondiale, ma i due numero 10 e il bomber danno il loro contributo con un gol pesantissimo (Del Piero) un rigore pesantissimo e tre assist (Totti) una doppietta e tanti pericoli creati (Toni).

Lippi, voto 7,5: Burbero e uomo di campo come Bearzot, con una fondamentale differenza: il “vecio” era un friulano taciturno, mentre Lippi, amato da una parte degli italiani e odiato dal resto perché simbolo della Juve, è un toscano attaccabrighe. Risultato: in conferenza stampa è insopportabile, ma come allenatore non ne sbaglia una a quei mondiali.

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