Italia, Cannavaro: “La contestazione? La gente ha capito”

Fabio Cannavaro

Con la partenza in auto di Morgan De Sanctis si è chiuso, all’aeroporto di Fiumicino, il concitato e mesto rientro del primo gruppo di azzurri in Italia.

Poco prima, era stato Pepe, il più scuro e tirato in volto tra tutti, anch’egli contestato, a lasciare lo scalo, inseguito da troupe e giornalisti, per chiedergli i motivi della sua arrabbiatura durante il viaggio di ritorno.

Ma Bonucci, interpellato sull’argomento, ha detto «No, non è vero nulla». Un’uscita quella degli azzurri dalla sala arrivi che si è svolta in maniera concitata, tra inseguimenti a zig zag dei giornalisti ai giocatori man mano che, protetti dalla polizia, si infilavano nelle varie auto.

Alle spalle ancora gli echi delle urla, limitate a non più di una ventina di persone e però ancora proseguite all’uscita, «Vergogna, mandateli a lavorare» e «Troppi soldi». Solo poco prima il clima all’interno dell’aerostazione, nell’attesa dei bagagli durata circa mezz’ora, era stato di tutt’altro tenore: ripetute foto ricordo con i passeggeri ed operatori aeroportuali, qualche sorriso, nessun ombra di sfottò e contestazioni.

E capitan Cannavaro aveva detto a tal proposito: «Contestazioni? La gente ha capito». E Pazzini invece non vede l’ora di girare pagina: «Ora voglio andare subito in vacanza e mettermi dietro le spalle questa brutta avventura e smaltire la delusione».

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