VARSAVIA – I muscoli di Mario Balotelli mostrati due volte, l’assedio finale dei tedeschi, un rigore che proprio nitido non è e alla fine due minuti di sofferenza allo stato puro: Italia-Germania finisce 2-1, è il capolavoro di Cesare Prandelli che porta gli Azzurri in finale ai campionati europei 2012.
E stavolta proprio di capolavoro trattasi: perché la Germania è e resta probabilmente più forte di noi ma quando ci incontra e le partite contano perde sempre e perché ancora una volta l’Italia ha vinto giocando a pallone. Sembra scontato ma non lo è. Di Italia che hanno vinto gli almanacchi sono pieni, di Italia che hanno anche solo provato a proporre gioco se ne ricordano pochine: quella di Azeglio Vicini nel ’90, a tratti quella di Arrigo Sacchi nel ’94. E poco altro.
Prandelli invece le partite vuole vincerle con il gioco e quella con la Germania non fa eccezione. I tedeschi, però, non sono l’Inghilterra e si presentano a Varsavia con la medesima intenzione. E cominciano meglio di noi andando due volte vicino al gol nei primi dieci minuti. L’Italia soffre ma non rinuncia alla manovra. La partita gira improvvisamente dopo 20 minuti: Cassano sulla destra finta e inganna il marcatore diretto, crossa per Balotelli che segna di testa. E’ la prima esibizione muscolare di “SuperMario”. La seconda arriva 16 minuti dopo: è Montolivo a far dimenticare l’errore dal dischetto contro l’Inghilterra trovando un gran lancio da 30 metri per Balotelli che fredda Neuer con un destro violento e angolato.
L’uno due piega le gambe alla Germania che nel primo tempo non riesce a reagire. Il secondo però è diverso: i tedeschi scendono in campo da subito con l’intenzione di “azzerare lo spread” e nei primi 10 minuti ci schiacciano nella nostra area di rigore. La pressione l’Italia riesce ad alleggerirla gradualmente e addirittura gli Azzurri si permettono di sprecare almeno due palle gol, una con Marchisio (che a fine partita si scusa per l’errore) e una con Di Natale (errore anomalo per un cecchino come lui).
E proprio quando sembra fatta tutto torna in discussione: l’arbitro vede un fallo di mano di Bonucci e fischia un rigore per i tedeschi. Sul dischetto si presenta Ozil che non sbaglia. Restano due minuti di sofferenza con i tedeschi che attaccano in 11 compreso il portiere Neuer. Non basta lo sforzo come non è bastato a Joachim Loew, in lacrime in panchina a fine partita, utilizzare tutto il suo parco attaccanti.
In finale a Kiev, a sfidare i campioni d’Europa e del mondo in carica contro ogni pronostico ci va l’Italia. E ci va con merito. Il primo Mario (Balotelli) ha compiuto la sua missione. Ora tocca al secondo Mario (Monti) in altre e più alte faccende affaccendato, quel vertice Ue da cui dipendono le sorti economiche di un intero continente. A Bruxelles “piegare” la Germania sarà decisamente più difficile. Nell’Euro del pallone, invece, restano solo Italia e Spagna, due Pigs, due Paesi che soffrono di spread: non di quello calcistico però. Sul campo sono i tedeschi a soffrire.
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