Italia-Germania? A loro lo spread, a noi le vittorie: dal 4-3 al 2-0 a casa loro

Pubblicato il 25 Giugno 2012 - 08:45 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Italia-Germania 4-3 nella semifinale di Messico ’70. Italia-Germania 3-1 nella finale di Spagna ’82. Germania-Italia 0-2 nella semifinale dei mondiali tedeschi del 2006. Ora un’altra semifinale, sempre contro di loro, sempre Italia-Germania, il 28 giugno. Dopo la vittoria ai calci di rigore contro l’Inghilterra l’Italia ritrova in semifinale i “compagni” tedeschi, una sorta di talismano che spesso ci porta bene nelle fasi finali di Europei e Mondiali. Non poteva forse capitare in un momento migliore. Già perchè Germania-Italia è un po’ come Germania-Grecia, una partita che va oltre il mondo del calcio, che tocca anche la politica ma soprattutto l’economia.

Loro sono indubbiamente uno scoglio duro. A far quadrare i bilanci forse in questo momento sono i migliori. Sul campo da calcio anche fanno paura, ma lì non si tratta di tagliare e far di conto, lì possiamo tenergli testa. La storia questa volta sta dalla nostra parte e ci ricorda, ci insegna anche, che mentre lo spread lo è un po’ meno, la vittoria è sempre stata azzurra.

Ovviamente i tedeschi arrivano alla semifinale con due giorni di riposo in più dopo aver giocato un quarto agevole che gli ha consentito di fare anche turnover. Non solo: i tedeschi non hanno problemi fisici mentre l’Italia ha Chiellini ai box, Abate e De Rossi da valutare  e Maggio che sarà squalificato. Problemi per Prandelli.

Mettendo da parte i conti e il fatto di vedere Angela Merkel in tribuna a Varsavia, per seguire la sua Germania tra un vertice e l’altro, sarà di certo il campo poi a decidere tutto. L’ultimo gol azzurro ai tedeschi l’ha segnato Giuseppe Rossi, un ragazzo che a Euro 2012 pareva destinato a ripercorrere le orme di un altro Rossi indigesto alla Germania. Ma dopo la rete dell’1-1 in amichevole a Dortmund (18 febbraio 2011, anche Klose nel tabellino dei marcatori), purtroppo, l’attaccante del Villarreal si è pluri-infortunato e in Polonia e Ucraina non ci è mai andato.

Ma con tutto l’affetto per “Pepito”, Dortmund e la Nazionale sono legati da un ricordo ben più piacevole e importante: nel 2006 fu proprio al Westfalenstadion che Grosso e Del Piero, segnando allo scadere dei supplementari, infransero il sogno dei padroni di casa e mandarono alla finale di Berlino i futuri campioni del mondo, agli ordini di Marcello Lippi: era il 4 luglio. Le prove generali, quell’Italia, le aveva fatte a marzo dello stesso anno, battendo 4-1 i tedeschi in amichevole a Firenze, con Gilardino, Toni, De Rossi e Del Piero a segno.

Nelle fasi finali dei grandi tornei, la Germania (Ovest, Est o riunificata) è sempre uscita malconcia dalle sfide con gli italiani. Qualche pareggio qua e là (1-1 a Duesseldorf, Europei ’88, Brehme risponde a Mancini, 0-0 sia a Cile ’62 che ad Argentina ’78), ma anche due sconfitte destinate a rimanere nella leggenda del calcio. A Città del Messico, nel 1970, si materializza il 4-3 più famoso della storia: segna subito Boninsegna, pareggia Schnellinger in extremis, Mueller fa doppietta nei supplementari ma nel frattempo vanno in rete anche Burgnich e Riva, prima che Rivera faccia esplodere di gioia i tifosi azzurri.

L’altro capitolo principale della rivalità italo-tedesca è, ovviamente, il Mondiale ’82. Nella finale di Madrid è sinfonia tricolore: Paolo Rossi, Tardelli (indimenticabile il suo urlo) e Altobelli rendono inutile il gol di Breitner e coronano il sogno del c.t. Bearzot, con il presidente Pertini che applaude in tribuna. In quella notte di festeggiamenti tra l’11 e il 12 luglio 1982, a Bari, nasce un certo Antonio Cassano. Basteranno questi ricordi per spaventare i tedeschi giovedì sera?