Italia olimpica, i magnifici 4 portabandiera: lacrime e risate con Mattarella, Errigo mamma-campionessa

Due portabandiera su quattro, due mogli ed una madre. La figura della donna, presente o evocata, è stata protagonista al Quirinale per la consegna del tricolore alla squadra azzurra da parte del Capo dello Stato, a cominciare dalle parole – e dalle lacrime – di Arianna Errigo.

La fiorettista ha raccontato della sua enorme emozione per l’importante ruolo assegnatole, tanto più straordinario dopo aver avuto poco più di un anno fa due gemelli, “incastrare tutto è stato difficile ma ora posso dire di avercela fatta, come mamma e come atleta”, mentre l’altro alfiere a Parigi, Giammarco Tamberi, ha voluto ringraziare pubblicamente la sua “amatissima moglie Chiara che da 15 anni è al mio fianco. Senza di lei non sarei mai stato all’altezza di questo ruolo”.

Luca Mazzone, veterano delle Paralimpiadi, ha ricordato la madre e la moglie, da cui è seguito e sostenuto nei suoi 25 anni di attività sportiva, mentre la velocista Ambra Sabatini ha sottolineato la volontà e la spinta interiore che, anche come donna, “ho sempre sentito e che mi ha permesso di sognare in grande, dentro e fuori la pista, nello sport e nella vita”.

La 22enne livornese, campionessa paralimpica a Tokyo e definita dal presidente, Sergio Mattarella, “atleta dell’entusiasmo”, ha visto da vicino le emozioni espresse dalla 37enne Errigo nel raccontarsi.

“Mi sento un’atleta più matura e una mamma più felice. è un connubio meraviglioso – ha detto la fiorettista, definita dal presidente del Coni, Giovanni Malagò, un esempio unico -. E’ dura, ho avuto bisogno di tanto aiuto da parte della famiglia, ma ci tengo a rappresentare noi, mamme che continuiamo a lottare per degli obiettivi”. Difficile trattenere le lacrime, che infatti hanno interrotto il suo discorso un attimo, per poi tornare quando dalla tribuna è stato Mattarella a ringraziarla per le sue parole, in grado di evidenziare “la capacità eccellente di far fronte a due impegni diversi”.

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Warsamé Dini Casali