BOLOGNA – ''Mentre la Federcalcio, con il Ct Cesare Prandelli, esalta, convocandolo in Nazionale, il calciatore del Gubbio Simone Farina – che con la sua denuncia ha fatto scattare il secondo filone d'indagine del calcio scommesse da parte della Procura di Cremona – la Fci ghettizza un giovane talento come Eugenio Bani, che invece ha avuto il coraggio di denunciare il doping di squadra del team Vangi (dirigenti condannati compreso l'atleta)''. E' l'osservazione di Ivano Fanini, il patron della squadra ciclistica Amore e Vita, da anni in lotta contro il doping.
''Il calciatore giustamente viene 'premiato' e non lasciato solo – aggiunge Fanini – ad Eugenio, che sarebbe potuto diventare un futuro campione del ciclismo italiano, invece viene tolto ogni sogno e la possibilita' di passare professionista (nonostante abbia scontato la squalifica). Due modi opposti per interpretare una situazione simile di illeciti. Spero che la Fci prenda esempio dalla Federcalcio e permetta ad Eugenio di inseguire i sui sogni e ad altri atleti come Basso o Petacchi di rivestire la maglia azzurra''.
''E' giusto che chi sbaglia paghi severamente e magari venga radiato, sono stato tra i primi a battermi per questo – conclude Fanini -, pero' non ha senso che l'effetto della regola sia retroattivo. Dopo tutti questi anni di scandali chi commette errori simili deve pagare e non andare piu' in Nazionale, pero' dal 2011 in poi, non ha senso colpire chi ormai ha scontato la propria pena e magari collaborato al fine di aiutare la guerra al doping''.
A Bani, ventenne promessa del ciclismo italiano, per regolamento viene impedito di passare professionista. Venne trovato positivo, quando era minorenne, alla gonadotropina corionica in un controllo del 24 giugno 2009 ai campionati italiani di Imola. Poi con le sue dichiarazioni ha contribuito alla sospensione di 60 giorni inflitta dalla commissione disciplinare della Federciclismo alla societa' Montemurlo Empolese Vangi, per cui correva, per aver 'medicalizzato' i suoi corridori, e ai due anni di stop al medico sociale. Bani aveva denunciato improprie pratiche mediche fatte indistintamente a tutti gli atleti, peraltro minorenni, della sua squadra.